Le Madeleines per la colazione


Per la colazione di questa mattina che volevo speciale, forse per via delle belle giornate di sole o forse grazie a quello stampo in silicone acquistato più di un mese fa che mi guardava con gli occhioni a conchiglia ammiccanti, ho deciso di fare le madeleines. I dolcetti di Proust, per intenderci.
Come prima prova la riuscita non è stata malaccio. La cosa importante è stare ben attenti alla cottura. Poi, non avendo a disposizione una stecca di vaniglia, ho improvvisato con l'aroma di arancio di Paneangeli. Di una fialettina ne ho messo metà....e mi è piaciuta molto la profumazione...
Ecco qui sotto la ricetta.

75 g di burro
2 uova intere+ 1 tuorlo
70 g di zucchero
mezza fialettina di aroma d'arancio
60 g di farina tipo 00
2 g di lievito
2 g di sale

Svolgimento
Sbattere le uova intere e il tuorlo in un recipiente
Nel frattempo fare fondere il burro in un pentolino
Unire l'aroma d'arancio e lo zucchero alle uova sbattute...sbattete tutto per bene con una frusta
Mescolate la farina con il sale e il lievito e versate sulle uova sbattute. A questo punto mescolate
utilizzando ancora la frusta o se preferite una spatola per ottenere un impasto omogeneo
Versate il burro caldo e continuate a mescaolare
Coprite con pellicola, appoggiandola proprio sull'impasto
Mettete in frigo due ore
Accendete il forno a 210 gradi e aspettate che sia ben caldo
Se avete lo stampo di silicone come il mio, non occorre imburrarlo e infarinarlo
Versate l'impasto e informate per 10 minuti...sui 5 minuti abbassate a 170...

Togliete dal forno, staccate le conchigliette e aspettate che siano ben fredde!

Da Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto

Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale...."

(Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto)







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