La torta di riso della Pina


Premetto: il mio forno è la mia croce.
Ora posso proseguire dicendo che la torta di riso della Nonna Pina -la mia torta di bambina cui sono legati tanti tanti ricordi e tante feste, poiché era la torta delle grandi occasioni - è tratta! Finalmente sono riuscita a farla e mi accompagnerà nelle mie colazioni di questa settimana. La ricetta è di quelle infallibili. E il mio forno, per l'appunto, non le fa onore. Ma insomma, tra qualche mese sarà finita che cambio casa e allora avrò un forno come torta di riso comanda. E la crostina e la parte sottostante della torta saranno belle tenere uguali. E' un fatto di umidità, soprattutto. Data dal composto della torta ma anche dal liquirino, qualche bicchierino che ci si mette. E che dà un sapore alla lontanissima un po' liquoroso appunto. Ma un gusto che davvero, arriva da lontano ed è difficile da definire se lo si dosa bene.
Comunque la torta è venuta proprio buona e ha già ricevuto apprezzamenti, perché, come al solito, ne regalo sempre qualche pezzettino a qualche amica/amico che incontro sul mio cammino...
La torta di riso è una specialità petroniana. Da quel che ho capito la ricetta depositata doc è un po' diversa da questa. E non me lo spiego. Perché mia nonna mica se la sarà inventata. Tanto più che, confrontandomi con alcune persone, risulta che questa ricetta è diffusissima. E anche quella che mi capita di mangiare in giro, si avvicina parecchio
E comunque chissenefrega. A ognuno la sua. Per me questa è la top of the cakes...come si suol dire. La Pina non si smentisce.

La torta di riso della Nonna Pina

100 grammi di mandorle sbucciate
100 grammi di amaretti
300 grammi di zucchero
50 grammi di cedro candito
100 grammi di riso
1 litro di latte
due scorzette di limone
3 uova intere e 3 rossi
2 bicchierini di liquore...amaretto ad esempio o brandy, io avevo solo il rosolio e ho usato quello e ci sta bene!

Le mandorle io non le taglio troppo fini. Mi piace che si sgranocchino un po', come le lasciava mia nonna.

Prendo il litro di latte e lo metto a scaldare con le scorzette. Quando inizia a bollire metto il riso che deve cuocere ma restare al dente. Quando è cotto spengo il fuoco e aggiungo lo zucchero che fermerà la cottura. Lascio raffreddare e a questo punto aggiungo le uova che avrò sbattuto un po' con la forchetta a parte e amalgamato con il composto seguente: una parte di mandorle, gli amaretti e il cedro triturati col minipimer. Parte delle mandorle le taglio col coltello per lasciare dei pezzettini grossolani. Mescolo riso e composto di uova e mandorle e amaretti+cedro e stendo in una teglia imburrata e spolverata di pan grattato.
Metto in formo per un'ora e mezza a 150 gradi (il modo migliore per vedere se è cotta è inserire il classico stecchino che se esce asciutto ne decreta la cottura perfetta). Cuocerà lenta e uniforme e rimarrà morbida sotto raggiungendo una bella crostina umida sopra.
Leggo dalla ricetta che alla fine la nonna spolverizzava con un po' di zucchero a velo...il suo tocco, come dire. Fate con o senza.

Commenti

  1. Che meraviglia!!! A vederla viene subito voglia di mangiarla.Bravissima!!!!!!!

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  2. grazie mammina cara! a dire il vero con un forno doc chissà come sarebbe venuta oltremisura superlativa....

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