L'élite della pasticceria in un documentario



Può un film che parla di cibo tenerti sulle spine come il migliore dei thriller e farti piangere come una storia d'amore? Sì, se l'argomento trattato è il M.O.F., ovvero la grande e adrenalinica competizione dei Meilleurs Ouvriers de France (I Migliori Artigiani di Francia) che ogni anno a Lione assegna il collarino tricolore ai pasticceri più meritevoli che da quel momento entreranno a far parte di un'elite. E se la regia è firmata da una coppia che dagli anni Settanta racconta con il realismo del cinema verità storie di musica e politica. Kris Hegedus e D.A. Pennebaker sono i due narratori e nel loro curriculum ci sono film su Janis Joplin Bob Dylan, Depeche Mode, Jimi Hendrix.

Il film in questione che ho visto ieri sera nell'ultima giornata del Biografilm Festival, manifestazione cinematografica dedicata ai documentari che raccontano le vite delle persone - comuni o famose ma sempre e comunque straordinarie - è "Kings of Pastry" , un documentario di circa 90 minuti che alza il tasso della suspense a livelli molto interessanti raccontando di come 16 maestri pasticceri affrontano la tre giorni di gare a Lione. In particolare il focus è su tre. Protagonista assoluto Jacquy Pfeiffer, francese volato a Chicago dove ha fondato la French Pastry School. Poi ci sono Regis Lazard e Philippe Rigollot. Ognuno con una sua arte, una sua abilità, una filosofia. Tutti con una paura fottuta di non farcela. Praticamente già mesi prima questa competizione diventa un'ossessione, e lo si vede seguendo la vicenda di Jacquy che i registi hanno potuto riprendere in America, per poi accompagnarlo verso il viaggio in Francia con una prima tappa in Alsazia, sua terra d'origine.

In Kings of Pastry, la camera s'insinua senza troppi fronzoli nelle vite degli chef. La luce è sempre quella naturale, nulla di posato o studiato e i protagonisti diventano proprio attori di un copione mai scritto. Perché quel che fanno è recitare se stessi. Chissà dove arriveranno... pare chiedersi la videocamera. Se ce la faranno...fino a che punto salirà l'ansia...se la fortuna sarà con tutti o con pochi. Perché Il M.O.F. potrebbero vincerlo tutti, ma capirete, vedendo il film, che non è per nulla una cosa facile. Sono necessari certamente bravura e conoscenza del mestiere, ma anche nervi saldi. Nei tre giorni di prove estenuanti se ne vedranno di tutti i colori. Con la partecipazione sentita di una drammaticità che rivela il lato estremamente umano di questi uomini.

Naturalmente c'è anche la parte delizia per occhi e palato. Questi chef costruiscono vere e proprie sculture , architetture complicatissime ed estremamente fragili. Con lo zucchero creano un mondo tanto imponente ed epico dove però basta un piccolo cedimento per vedere un sogno infrangersi.

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