Puffed barley cookies...e la dipendenza da caffe' e dolcetti (2 part)






Questo qui è un tipico post da foodblogger. E credo che molte/molti di voi si riconosceranno. E' tipico perché mette insieme forse troppe foto di un unico tema di viaggio: i dolci, le caffetterie e qualcosa d'altro. Noi vorremmo fotografare tutto. E siam sempre lì con la nostra macchinetta che pensiamo che ci stiamo già perdendo qualcosa. E allora avanti e clic clic clic.
Ma è anche vero che siamo indulgenti con noi stessi e accogliamo volentieri questa mania. E la condividiamo.
Quindi....
Per proseguire in questo viaggio nordamericano tra British Columbia (Canada) e Washington (lo stato dove si trova la città di Seattle, estremista del nordovest, pioniera nell'animo e meravigliosamente progressista-frikettona) che ho iniziato settimana scorsa parlandovi di utensili (già lì mi ero espressa sulla monomania), prendo come pretesto un'altra ricettina di biscotti tipicamente di quelle zone. Protagonisti questa volta sono dei cookies a base di ingredienti molto amati in quelle terre "granulose" che sgranocchiano volentieri tutto ciò che è a base di semini, avena, orzo, o tempestato dai mitici berries...mirtilli blu e rossi e lamponi.



La ricetta guida è sempre "made in Martha Stewart" (dal numero Living di gennaio) ma con una variazione. Lei proponeva "Oatmeal Cookies" a base di fiocchi d'avena e uvette, io, non avendo l'avena e le uvette a portata di mano, ci ho messo l'orzo soffiato e i cranberries (i mirtilli rossi) disidratati che ho compòrato alla Coop qualche tempo fa. Per il resto ho seguito la ricetta di un biscotto molto popolare sia nelle case che nei bar che dai panettieri (uno dei più belli e buoni incontrati, tra i forni, Pike Place Bakery dentro al mercato di Pike Place, Seattle, da cui provengono tante delle foto di dolcetti che vedete qui...).

come si fanno i donuts
Questo cookie, per intenderci, viene sfornato fresco tutte le mattine dagli Starbucks, i famosi cafes americani...che, ahimè, devo ammetterlo, mi hanno conquistata. Sono sempre stata prevenuta forse soprattutto perché mi faceva pensare al consumismo sfrenato (come se fossero l'unico esempio lampante nel mondo) e a una politica anti-indipendente, rappresentata invece dai nostri barettini italiani. O forse perché non potevo concepire il beverone a tutti i costi. Il caffe allungato e brodoso e tante cose che sappiamo.


Effettivamente là le misure sono un po' esagerate, ma è una cultura differente che con l'espresso avrebbe dei problemi. Eppure l'espresso c'è ed è buono. E anche il cappuccino "tall" che è il più piccino (si fa per dire), è diventato mio inseparabile compagno di colazioni a Vancouver, nei 4 giorni che sono stata in  trasferta in Canada e nel mio hotel molto carino (Moda Hotel, un nome che non si fa amare subito perché spocchiosetto, ma che nella sostanza è un punto d'attracco perfetto nella città, per la posizione strategica nel centro e per la presenza di un concierge, mi pare che di nome facesse Alexander, un vero "foodie", uno che ne sapeva davvero tantissimo di ristoranti e che per due sere mi ha aiutata a trovare due posti carini di cui vi parlerò) non era compresa la colazione.


 Il cappuccino tall è il doppio di uno dei nostri...ma le proporzioni sono perfette, c'è anche il doppio di schiuma, e a me piace da morire! E poi ho assaporato con piacere la cioccolata con caramello salato e il mocha, metà caffè metà cioccolato. Vissuto lì, sul campo e in America, Starbucks mi è piaciuto e ho anche capito che agli americani piace andare in giro con il bicchiere di carta perché così in inverno si scaldano le mani. A loro il "to go" piace tanto....e io mi son ritrovata "to go" un paio di volte, sorridendo tra me e me e prendendomi anche un po' in giro.
E' interessante ricordare, però, che sia a Seattle che a Vancouver, di caffetterie indipendenti ce ne sono tante. Quindi se Starbucks non è tra le vostre simpatie (qui a Seattle nacque nel 1971 e il primo cafè si trova al Pike Place Market...ma io non ci sono stata!) potete sempre soddisfare la vostra dipendenza da caffeina, altrove. Al Caffe Ladro ad esempio, altra catena della zona che offre solo caffè organic/fair trade/shade grown o al Dilettante (consiglio di prendere il cioccobrevè, cioccolato al caramello), brand sinonimo di chocolatier sopraffini con punti aperti anche fino alle 11 di sera come il Mocha Martini Bar che vi permette di metter piede in una cioccolateria fino a tardi (non male per i golosiers). Per la cioccolata la più conosciuta è però Seattle Chocolate che sta al dolce mondo del cacao come lo Space Needle sta ai monumenti imperdibili (trattasi di sorta di navicella spaziale innalzata nel cielo costruita nel 1962 e ispirata alla Fernsehturm di Berlino (un tempo est). Un giro allo Space Needle vale la pena, soprattutto per il panorama mozzafiato.


Poi vi segnalo un caffè piccolopiccolo e adorabile...il Good Coffee di Fremont (il quartiere più "granola" dove c'è pure una statua di Lenin), dove tutto è fermo nel tempo: c'è una sorta di Kitchen Aid anni Cinquanta, la cassa e le alzatine vintage, tutto sa di memoria e di affettuosi ricordi. Adorabile. E vale la pena anche la Reve Bakery di Queen Anne, altro quartiere superdeluxe dove la mia amica Silvia gradirebbe vivere (eheh). Qui vicino c'è il regno dei cupcakes, Wink, che naturalmente è tutto rosa! Bene, per chiudere Seattle vi segnalo il bar-cafè Oddfellows, meraviglioso nel suo arredamento anni Cinquanta (un po' come il Good Coffee, ma più maschile e con uno spazio a disposizione molto grande) che sta benissimo a fianco della mitica libreria di Seattle, Elliot Bay Bookshop, piena di libri, tutta di legno e con un caffè/ristorante interno molto confortevole.

in centro, la regina, una minicheesecake con fragolona 

dall'alto a sinistra e in senso orario: l'interno dell'Oddfellows e il caffè col cuore, un crumpet, ovvero una focaccina tostata di origine British che si può ricoprire di tutto, io ho scelto crena di salmone e cetrioli. Ciambelline e in mezzo la Nanaimo Bar, barretta di wafer, vaniglia, cioccolato e tetto di cioccolato in barretta fuso, specialità della British Columbia, cornbread dal mercato della Granville Island, Vancouver

Almeno in questo post sono riuscita a infilare molte foto. Ma ancora tante ce ne saranno...lentamente, di tanto in tanto, le aggiungerò. Parlano di cieli, di tramonti, di crostacei meravigliosi, di viaggio e architetture. E dietro ci sono io e il mio sorriso e il mio stupore, le mie sensazioni...
Nel post qui, però, mancano alcuni caffè di Vancouver che come Starbucks sono catene, ma canadesi: Blenz,  Java Express e Waves. E per un caffe nell'atmisfera parisien, consiglio il Cafè de France al 995 di Hornby Street (incrocio con la Nelson). Mi ricordo che la mattina che ci sono andata, la stessa in cui sarei ripartita per Seattle, ho pensato: ok il bicchiere di carta...ma stamattina ho voglia di un cappuccino in tazza!

Biscotti di orzo soffiato e mirtilli rossi disidratati
Farina 140 gr
lievito (io metto cremortartaro) 1/4 di cucchiaino da te' o 1 grammo
bicarbonato di soda 1/4 di cucchiaino da te' o 1 grammp
cannella in polvere 1/4 di cucchiaino da te' o 1 grammp
sale 1/2 cucchiaino da te
burro non salato, temperatura ambiente 113 gr
zucchero moscovado (integrale di canna) 150 gr
zucchero bianco 50 gr
uova 1 grande
estratto di vaniglia (del Madagascar) 1 cucchiaino da te
orzo soffiato 50 gr
mirtilli rossi disidratati 40 gr

Preriscaldo il forno a 180 gradi. Miscelo insieme la farina, il cremortartaro, la soda, la cannella e mezzo cucchiaino da te. Sbatto il burro con gli zuccheri finché non sono chiari e spumosi (l'ho fatto nel robot). Vi aggiungo l'uovo, la vaniglia e la mistura di farina. Infine ci getto l'orzo e i mirtilli.
Con uno scavino per il gelato o un cucchiaio da minestra prendo della pastella e la poso sulla carta da forno messa sulla teglia, distanziando ogni mucchietto qualche centimetro. Inforno e faccio cuocere finché i lati non diventano dorati, circa 14 minuti. Estraggo la teglia e faccio raffreddare i biscotti....che secondo me sono ancor più buoni il giorno dopo!




Puffed barley cookies...and how I developed my addiction to coffee and cakes



I am again inspired by some cookies I found in Martha Stewart's Living january issue. Of course I am still under the influence of my trip to North America, between Washington (Seattle) and British Columbia (Vancouver), and so I take the chance to try another recipe about flour and grains (barley) and berries (cranberries)... to linger a little longer over my beautifil memoires.
If I look back to my 10 days around there, I have to confess that the first thing coiming to my mind, starts with S. S is for SWEET. And then B. B stands for bakery, a place I love. Last but not least, there is a C. C tells about Cafes. Ok, three out of many obsessions I have. An endless list that could start, anyway, with something I share with all you foodbloggers: taking pictures. Clic clic clic...til we drop. And we love it.
So, in these post, I tell about my favourite spots in Seattle and Vancouver for a coffee, a chocolate or a cookie. I confess I fall in love with Starbucks that I've always seen as a too capitalistic expression of consumerist society, maybe beacuse I used to compare it with our little, independent and Italian "bars". The "scene" in my country has always been lively and run by people, independently, without the idea of a chain. But you can always take a step beyond, changing your mind, quoting a mea culpa and celebrating the great atmosphere of the american coffee chain...which, for people who travel alone, is such a great place to be, believe me. Cozy armchairs, tables you can sit at for as long as you need, nice cakes, cookies and muffins and bars looking at you with sweet eyes... 
I loved the atmosphere of many coffee bars and the  great beauty of many cakes and cookies. They made my trip better and sweeter and my rest during the stops of the day, perfect. And I had great breakfast during my staying in Vancouver where I booked a room in hotel Moda (a name that, in Italian sounds a bit over the top, as it means Fashion...and you know us Italian and fashion...), a perfect location in the centre to move around, also in the night., and a hotel where I had the chance to meet a concierge, guess its name was Alexander, who coul give me excellent tips about where to eat. He was such a foodie.
Anyway, here I am with the recipe.

Puffed barley cookies with dried cranberries
all-purpose flour  1 cup
baking powder  1/4 teaspoon
baking soda 1/4 teaspoon
ground cinnamon 1/4 teaspoon
salt
unsalted butter, room temperature, 1 stick
packed light-brown sugar 2/3 cup
granulated sugar 1/3
egg 1 large
pure vanilla extract (I used Madagascar quality) 1 teaspoon
puffed barley 1 and half cups
dried cranberries 1/2 cup

Preheat oven to 350 degrees. Sift flour, baking powder, baking soda, cinnamon and 1/2 teaspoon salt into a bowl. Beat butter and sugars until pale and fluffy. Mix in egg and vanilla, then flour mixture. MIx in oats then cranberries.

Using a 1/4 inch ice cream scoop (or 1 tablespoon), drop dough onto parchment-lined baking sheets, spacing each scoop about 2 inches apart. Bake until edges are golden, about 14 minutes. Let cookies cool on a wire rack.



Commenti

  1. eh si,siamo oneste,ormai appena vediamo cibo siamo li a scattare foto!!!
    baci

    RispondiElimina
  2. Bea che bello viaggiare con te tramite le tue foto, un bellissimo puzzle e io aspetto anche le altre! mi portano in mondi e tradizioni che purtroppo non conosco... e questa ricettina è buonissima sembrano così leggeri questi cookies, a presto! Ely

    RispondiElimina
  3. Che foto splendide, poi quella sui donuts *_* un racconto stupendo =)

    RispondiElimina
  4. Ciao Bea ! che bel reportage , belle foto intriganti ! Buona giornata !!!

    RispondiElimina
  5. questo post è adorabile!
    Io sono sempre avidissima di racconti "gastronomici" di viaggio... specie se corredati da belle fotografie!

    RispondiElimina
  6. oggi ha aperto questo caffè bio, se ci passi... mi piacerebbe sentire da te com'è:
    ciao

    Mirka (di Bologna)

    http://www.greenme.it/mangiare/filiera-corta/3995-apre-a-bologna-alce-nero-caffe-bio-il-primo-locale-ditalia-certificato-qspreco-zeroq

    RispondiElimina
  7. MIRTILLA_ puoi giurarci! è un fatto irresistibile...ma insomma sempre molto pacifico ;-)

    ELY_ grazie, mi fa molto felice quando riesco un po' ad affascinare..sai, quando si raccontano i viaggi a volte si è un po' stucchevoli, ma del resto è un racconto frutto dell'entusiasmo. buona giornata

    CEY_ grazie di essere passata per un saluto!

    ROSSELLA_ grazie cara...i dolci sono sempre intriganti ;-)

    ELISA _ Grazie!!! adesso spero di trovare un po' di tempo per le altre (manca la parte dedicata al pesce e ai mercati...) buona giornata!

    SDAURAMODERNA _ cara MIRKA che bel nome per il blog! sei delle mie parti? Ho parlato del MOLTO BUONO qui: http://apranzoconbea.blogspot.com/2010/12/molto-buonose-lo-dice-il-nome.html, forse ieri hanno fatto una presentazione ufficiale. un bacio, Benedetta

    RispondiElimina
  8. non sapevo di questo tuo bellissimo viaggio, o se lo sapevo me l'ero dimenticato. ti invidio un po', sono posti che erano fra quelli dovev volevo andare ma che so che ormai non vedrò mai più: ho sviluppato negli anni una grandissima paura di prendere l'aereo e quindi non credo che oserò mai più un trans-oceanico :-(

    i dolcetti sono molto american-style e pertanto buonissimi; uno dei ricordi più goduriosi degli stati uniti sono stati proprio i dolci, di vari tipi: biscotti, muffins formato maxi lungo le highway, i pancake...

    bellissimo viaggio, bello e, convengo, molto food-bloggeresco, che tu abbia condiviso con noi tutte quelle cose buone!

    RispondiElimina

Posta un commento

per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

Post più popolari