Consumi in quartiere: il vino sfuso è l'ultima manìa





Salvatore Camossa (al centro) 33 anni, brindisino, con due amici nel vinificio Brundisium di via Fratelli Rosselli 10 

Consumatori critici, chilometro zero, agricolture fuori dai circuiti di massa, fatto in casa, produzione del territorio, sviluppo di nuove economie di quartiere. Non sono la solita ottimista, questa volta mi sento davvero realista. Mi guardo attorno, ascolto discorsi, leggo riviste, visiono documentari, parlo con la gente e faccio un report: il mondo sta cambiando. E' in marcia. A livello macro e globale c'è un forte discorso che corre e cerca di insinuarsi, con fatica ma splendore. A livello micro e locale le cose vanno più veloci e danno impulso al resto, perché  ci sono ancora teste che sanno pensare da sole e ribaltare un po' di regole. Sono reduce dalla visione del documentario "Genuino Clandestino" che affronta il tema dei contadini e degli allevatori fuori dal giro della grande agricoltura, delle grandi certificazioni e dei contributi della comunità europea. Per lo più giovani che vogliono pensare il loro presente e futuro accanto alla terra. E sono perciò piena di riflessioni, visioni, idee. Tracce di cose e usi nuovi nella mia città. Sarà che quando mi si accende l'associazione di idee divento più sensibile alle cose, fatto sta che qualcosa di interessante, girando in bicicletta, l' ho trovato: sono incappata in due esercizi commerciali a dire il vero "antiqui" eppur contemporanei, come contemporanee sono oggi molte di quelle cose che appartengono alla nostra memoria e che stanno tornando con impeto.  Parlo dei vinifici. Non enoteche, ma proprio punti per la vendita di vino sfuso, con i silos che potreste vedere nelle aziende agricole. E' un gran fascino per me, ma c'è anche di più.




La signora Iole col marito Aldo Marini di Chivasso. Sono arrivati a Bologna per star vicino alla figlia e Aldo ha deciso di ributtarsi nel mondo dell' enogastronomia aprendo La Cantinetta in via Ferrarese 18/e: a 64 anni è un giovane imprenditore :))
Il di più di questi due piccoli negozi è che vendono prodotti che passano direttamente dal produttore al consumatore e il produttore è di serie A. L'altra caratteristica dei vinifici è che nascono come esercizi commerciali di quartiere ma, essendo situati in zone lontano dal centro, sono anche facilmente raggiungibili con la macchina.
Uno di questi vinifici, guarda caso (non lo faccio apposta!) è in Bolognina e si trova tra il negozietto dove porto i calzoni a stringere (cinese) e uno dei biciclettai (bolognese) dove mi "servo". Da questo biciclettaio, all'inizio di via Ferrarese, davanti al centro Minganti, ho comprato la mia bici viola...vabbè (scusate la parentesi di gonzo journalism...)...

i silos argentati...


Il negozio, che si chiama La Cantinetta, lo notate perché ha la tipica tendina verde "old school" con scritto "Vino sfuso". E poi dentro ci sono i silos argentati ma anche una parete in cartongesso con botti stampate, da cui escono rubinetti e tubicini. Il vino è tutto veneto di Vignantica, "il primo brand italiano di vini a bassissimo contenuto di solfiti" prodotti sul Piave. Nelle botti di metallo c'è il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc e il Tocai Tai. Alla parete Rosato di Raboso, Refosco e tanti altri. E poi ci sono i vini imbottigliati. I vini sfusi si possono acquistare al litro (meno di due euro) e le taniche le trovate direttamente in negozio oppure potete portare la vostra bottiglia. Essendo Aldo piemontese, ha voluto comunque dare un suo tocco al corner: e così trovate il riso di Marano Po (Alessandria) nelle tipiche confezioni realizzate con stoffe colorate (dal Carnaroli al Thai) o confezionato con condimento pronto al tartufo, radicchio rosso, e "Panissa" coi fagioli. Dal Lago di Garda arriverà presto l'olio dell'azienda "Il Rocciolo" di Bertazzi e le grappe.
Per ora La Cantinetta, aperta da 15 giorni, ha attirato parecchio l'attenzione del vicinato e anche dei vicini cinesi che vengono a comprare il vino e ad osservare come funziona questo "strano" esercizio commerciale che loro, di sicuro, non hanno mai visto. Aldo è molto soddisfatto e ammette: "Il grande successo sarà quando i cinesi compreranno il riso da me".

la vetrina della Cantinetta 2- il riso nelle stoffe colorate 3- rubinetti alcolici 4- tutto per la mescita del vino

Altro quartiere, altra storia di vino e vinifici. Ci trasferiamo in Puglia...un pezzo del Salento abita ora proprio di fronte al Mambo, dove da qualche settimana c'è il Vinificio Brundisium che vende i vini della Società Cooperativa Cantine Due Palme (molti premi al suo attivo) fondata nel 1989 a Cellino San Marco e sostenuta da più di 1000 soci viticoltori, produttori di uve Negroamaro, Primitivo, Susumaniello e Malvasia Nera (vitigni autoctoni) oltre ad altri vini quali Montepulciano, Sangiovese e Pinot Nero e Bianco.
A gestire questo corner molto carino nei colori rosso e bianco, c'è Salvatore Camossa, 33 anni, arrivato in città 8 anni fa come studente. Prima di impegnarsi in questo progetto faceva l'educatore e poi è arrivata questa idea in cui il padrone delle cantine e lui si sono trovati, perché cercavano la stessa cosa. La cooperativa un modo per farsi conoscere al Nord e Salvatore un'ispirazione per un'attività. E l'ispirazione del Vinificio è arrivata proprio dalla tradizione del territorio pugliese, dove posti così sono parte della memoria sociale. "Da noi - spiega - le cantine sono proprio quei posti con le vecchie botti e i tavolini, dove si va a giocare e a bere. L'ultimo nella mia città ha chiuso lo scorso dicembre".

Brundisium

 Al Brundisium (aperto fino alle 8 di sera) si acquista il vino sfuso rosso Negroamaro (assaggiato, piaciuto molto così dolce e profumato!), il rosso Primitivo, il bianco Chardonnay, che vengono venduti partendo dai tre litri (2 euro al litro) fino ai cinque. Le taniche vengono fornite al prezzo di 50 centesimi e poi le potete riciclare. Oppure potete venire direttamente coi vostri contenitori. Il giovedì ci sono le degustazioni (un calice 3,50 euro con qualche mangiarino) che comprendono tutta la gamma dei prodotti venduti. Tra questi, un assaggio consigliato: il Melarosa, ovvero un Negroamaro spumantizzato e il Rosalita (fermo) insieme di uve Negroamaro e Malvasia. Oltre ai vini trovate anche prodotti artigianali come l'olio da spremitura a freddo di un frantoio di Cisternino, i taralli eccezionali alle olive del forno Donnicola e il Caffe Quarta di Lecce. Prossimamente anche la birra artigianale.

Questo tipo di negozio, devoto a una cultura enogastronomica locale che incontra nuove economie di quartiere, si sta diffondendo lentamente a Bologna. E ci sono altri posti degni di nota che io forse non conosco. Mi piacerebbe ricevere notizie da voi, che come me, amate curiosare. Ahhh e ci sentiamo tra poco per radio come ogni venerdì mattina.

Commenti

  1. eh sì, nuove imprese piccole ma tenaci, di quartiere! idee perfette per questi tempi...

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  2. Per Aldo Marini e consorte:

    Tenetevi pronti che nell anno nuovo verremo a trovarvi :)

    Claudio e Paola di Chivasso

    AUGURONI!

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  5. Chi cerca trova... è vero!!! Ma vieni a cercare nel posto giusto. Scopri il vino bianco chardonnay. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2NjU4Mjc4MCwwMTAwMDAxMix3aXN0ZXJpYS1jaGFyZG9ubmF5LXNhbGVudG8taWd0Lmh0bWwsMjAxNjA3MjAsb2s=

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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