Dove sognano le ruspe è spuntata una cucina di quartiere


Ieri sono andata a vedere un film molto bello: "Le nevi del Kilimangiaro" di Robert Guédiguian. Proprio qualche giorno prima mi ero goduta la proiezione di "Miracolo a Le Havre" di Aki Kaurismaki. In due giorni mi sono fatta una flebo di grandi sentimenti, coraggio, ideali e ora mi sento più trasgressiva che mai, perché il buonismo è, di questi tempi, extra-ordinario. E se ci credi appartieni di sicuro a qualche controcultura. Ma il film del regista francese, ispirato al poema di Victor Hugo "Les pauvres gens", mi ha fatto ragionare sulle storie di tutti i giorni, sulle biografie delle persone comuni che sono sempre le più avvincenti. E poi, quando alla fine della proiezione l'attrice Ariane Ascaride ha detto che Guédiguian mette in pratica quello che diceva Cechov, ovvero che se si vuole parlare del mondo bisogna parlare del proprio villaggio, allora mi si è stretto il cuore. E ripeto, le storie delle persone che incroci un giorno per caso e con cui inizi a parlare, sono le più avvincenti.
Come quella del cameriere della Taverna delle Ruspe, la trattoria "racchiusa" dentro al centro Katia Bertasi di via Fioravanti 22 (Bolognina, il mio quartiere) da almeno due anni. E già le ruspe, nella zona dell'ex mercato Ortofrutticolo tutto in trasformazione, si davano un gran daffare.




Non so come si chiama questo signore che prende le ordinazioni e ti porta le pietanze piroettando tra i tavolo con fare teatrale (non gliel'ho chiesto, non mi sembrava carino per essere non un'intervista dichiarata ma una bella conversazione), ma si vede subito che non ha fatto questo lavoro tutta la vita. Ha addosso un'aura di "altro", di vite passate. E infatti, dopo aver ordinato il vino, optando per un Nero d'Avola della linea "I diari", piuttosto che per un vino rosso sfuso, abbiamo iniziato a chiacchierare e la domanda è venuta spontanea: " ma lei ha sempre fatto questo lavoro?". So che adesso penserete che posso anche farmi i fatti miei, però mi è venuta spontanea e comunque il signore in questione è stato felice di raccontare un po' della sua storia. Faceva l'assicuratore  poi ad un certo punto l'azienda è fallita e si è messo a fare altro. Tanti lavori, e poi questo. Che fa davvero con maestria. E' bravo ed è sempre un piacere trovare un bravo cameriere di questi tempi. Uno, insomma, che è anche di più di quello che prende e porta. Lui effettivamente dava l'idea di essere il proprietario. Ma un proprietario qui non c'è, perché la Taverna delle Ruspe, Bar e Tavola Calda, è gestito dalla CIM, cooperativa di solidarieta sociale Onlus, che si occupa anche della Taverna del Castoro in via don Giulio Salmi 9 (Borgo Panigale).

Alla Taverna il menu è schietto e cambia ogni giorno. Io ci sono stata venerdì scorso e ho scelto un risotto agli asparagi (asparagi non di stagione ma risotto buonissimo), perché era, con la pasta e fagioli, l'unica pietanza che non prevedeva carne. Del resto, chi viene qui, non cerca certo la nouvelle cuisine vegana, ma un posto confortevole, semplice e sincero. Dove gentilezza fa rima con portate abbondanti. E abbondante, qui, è una parola dal significato che promette. Le tagliatelle sono tirate a mano, come anche le crescentine sono fatte in casa che però si mangiano solo il sabato e la domenica. Nel menu anche la gramigna panna e salsiccia, gli strozzapreti alle verdure e tra i secondi le cosce di pollo con salsa di formaggio fuso e zafferano, le insalate, le tigelle (formula tigella: vassoio di salumi e 5 tigelle a 8 euro). E per finire creme caramel o torte fatte in casa. I prezzi davvero a modo (le tagliatelle col ragù euro 5,50 come il carpaccio).

care amiche bologninensi...ma una mattina andiamo a far colazione qui? o anche un pranzetto...

Molto bene. Evviva la trattoria di quartiere che racconta una storia e che presto ne vedrà un'altra sorgere. Qui le gru lavorano da tempo e speriamo che presto si ritirino per lasciar spazio ai tanti progetti in progress.
A proposito care amiche della Bolognina, una di queste mattine ce la facciamo una colazione alle Ruspe? Caffè e pasta solo un eurino e settanta. E poi le crostate, le torte, le marmellate...


Aperto dal lunedì al venerdì a pranzo. Sabato tre dicembre serata con zirudele e canzoni. 

Commenti

  1. Un'altra bella storia dalla Bolognina e un nuovo posticino dove mangiare. Amo anche io questo quartiere:)

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  2. "mi ha fatto ragionare sulle storie di tutti i giorni, sulle biografie delle persone comuni che sono sempre le più avvincenti"

    Mi piace proprio. E mi piace anche l'atmosfera del locale dell'ultima foto, un pò fastfood metropolitano con quelle tovagliette. mancherebbe giusto il dosatore dello zucchero quello col beccuccio (capito no?) e sarei nel mio mondo. Mi piace un bel pò. Da segnare in agenda... sto cercando casa a Bologna e mi stai involontariamente sempre più dirottando su Bolognina.
    Chissà che non diventiamo vicine di casa...

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  3. Che bel racconto quello del tuo villaggio ( il tuo quartiere), inoltre la trattoria le Ruspe per quanto sia "ruspante" dalle foto sembra uno di quei locali low-fi ma cool che trovi in Kastanienallee a Berlino. Pensa che leggendo questo tuo racconto mi è tornata in mente la mia Bologna ed ho sentito piacevolmente il profumo della gramigna con la panna e la salsiccia cotta nel vino... un profumo così buono che quasi l'avrei mangiata. Ma come fa dire H.Ibsen a Edda Gabler "ci sono cose che si dicono ma che poi non si fanno". ♥

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  4. che bel posto caratteristico, non lo conoscevo. me lo segno!!

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  5. grazia...e un po' questo quartiere ti appartiene...o meglio...prima o poi

    veronica_è vero, c'è proprio quell'atmosfera in questa taverna... effettivamente è molto cosmopolita nell'anima....potrebbe essere a Berlino come a Varsavia...Vienna o Amsterdam...come dice anche Unocookbook...mi pare abbiate la stessa sensazione...però a UNO suscita anche una bella memoria su Bologna e sulla sua passata vita alimentare...bello come uno non mangi più delle cose ma che leghi a certi piatti i ricordi.... rispetto al dire tante cose che poi non si fanno ecco, io da donna cancro e bebe mi pesto i piedi da sola ogni volta che mi sento Edda Gabler...non lo sopporto ahimè... BACIOOO
    a proposito Veronica...non c'è poi così tanto da pensare per la casa...no?

    sdaura_ma verrai mai una sera a cena in Bolognina?

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  6. ciao piacere mi chiamo Simone Bortolotti e lavoro proprio qui, alla Taverna Delle Ruspe per conto CIM!!! già che ci sono, ho notato quel favoloso logo del finocchio a cena, beh come si fa a non notarlo, soprattutto un omosessuale come me!!!!

    P.S.

    Vorrei chiedere al creatore di questo articolo e del blog sull'omofobia, se posso aggiungerlo nei miei siti preferiti all'interno del mio ricettario online, grazie aspetto vostre notizie

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  7. aggiornamento: ho inserito il banner del "finocchio a cena" e di "apranzoconBea"!!!

    sperando che non sia un problema, ciao ciao e commentate in tanti!!!

    il mio ricettario è:

    http://ilricettariodibolla.blogspot.com/

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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