Il Bio Distretto a Bologna

roll vegetariano e pakora con salsina verde piccante a base di chilly pepper verde e yogurt, street food indiano da Sonarbangla in via Petroni, 2 euro di spesa
Qualche giorno fa il presidente di uno dei quartieri di Bologna, il San Vitale, che è radicato in centro ma arriva anche in periferia, non ce l'ha fatta a tenere il segreto e l'ha annunciato nel corso di una conferenza stampa dedicata a un bel festival di cinema per adolescenti intitolato Youngabout e intriso di meravigliose idee: "Bologna - ha detto Milena Naldi - avrà presto il suo Distretto del Biologico. Di sicuro entro autunno Piazza Verdi avrà il suo mercato con prodotti del territorio e naturalmente bio". Una bellissima iniziativa. "I have a dream" mi sembrava di leggere dentro alla testa della grintosa Milena. E in effetti, per portare avanti un sogno così, di tenacia ce ne vuole. E anche di un progetto molto ben fatto. Perché lei il distretto vuole farlo in via Petroni, zona universitaria, l'epicentro di stili di vita che col biologico, ovvero con il mangiare sano ma anche con un vivere in armonia col mondo che ci circonda (effettivamente lì, le persone sembrano essere totalmente in armonia col mondo che c'è adesso in via Petroni e le circonda, meno con il resto, soprattutto umanamente oltre che gastronomicamente ) han poco a che fare. Qui i commercianti pensano più al prezzo basso per "sfamare" gli studenti... perché si dice che gli studenti siano poveri.



Terra del Sole, cucina salentina


vista dall'antica pizzeria e kebab (la storia è ora!) di via Petroni
Ma si può sempre cambiare. E qualcuno ci sta provando. Ad esempio Alce Nero caffè (trovo che i prezzi non siano sempre convenienti, rispetto anche a un NaturaSì, ma già l'avere un negozio-bar-ristorante così sotto casa in centro è un particolare su cui si possono investire alcuni euro in più) che da un po' di tempo è diventato residente di via Petroni ed è una sorta di spartiacque tra la Petroni bassa, tendente a Piazza Verdi e quella alta, che porta dritto alla più "posh" (per dire) piazza Aldrovandi.
Alce Nero caffè ha portato aria nuova in questa via.
E non mi dispiace nemmeno la rosticceria Terra del Sole coi suoi manicaretti del Salento che c'è poco più in là. E chiaramente nemmeno l'enoteca all'angolo con via Acri, che c'è da moltissimo tempo e regala un po' di memoria alla comunità, in questa via disseminata soprattutto di negozi mordi e fuggi. E che dire del Cucchiaio d'oro dall'altra parte della strada? Ci sono stata un paio di volte e son stata bene. E poi una carotina bio a favore dell'indiano Sonar Bangla, da cui sono andata a mangiare anche ieri, la spezzo volentieri.

Naturalmente le materie prime utilizzate al Sonar Bangla da Azam che è a Bologna da 13 anni e in Petroni da 7, non sono biologiche. Gli sarebbe impossibile sopravvivere. E lui i suoi pakora, i somosa o i roll di verdure deve venderli a 1 euro. E un panino di falafel a 3,50. Sennò qui il pubblico che fa tendenza non ci va. E di biologico credo che non ce ne sia nemmeno nei dintorni. Alce nero è un ile flottante guardata a vista.

sotto il portico, dalle parti di Alce Nero con le cassettine di legno piene di erbe aromatiche


Però, come mi ha detto ieri mattina Azam: "Se mi aiutassero con incentivi io userei volentieri materia prima biologica. Ma adesso non posso vendere un roll a 5 euro". Forse tanti esercizi della via avrebbero voglia di fare il grande passo, di dare un'attenzione in più ai prodotti. Ma se alzano i prezzi dopo cambia tutta la fauna...e poi devono spostare anche l'università? Chiaramente è un paradosso...ma sarebbe anche bello avere materia prima bio e non alzare tremendamente i prezzi.  





Commenti

  1. Ve beh io ci vado da Alce Nero non sapevo dove fosse e dire che sono passata per quella via l'altra sera?! mah... era tardi forse era già chiuso! :))

    Prendo appunti come sempre.. ;)

    Vevi :)

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    1. Cara Vevi, effettivamente chiude verso le 20 o un po' prima, addirittura. A pranzo si mangia e poi c'è il caffè per colazioni, merende, intermezzi. e ci fai anche la spesa. un bacino!

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  2. Sono andata un paio di volte da Alce Nero, ma se devo essere onesta non mi è piaciuto più di tanto...tanta gente, vibes non troppo positive, non particolarmente conveniente...insomma... diciamo che anche se sono in zona non faccio i salti mortali per andarci :)

    Mi ispira invece l'indiano Sonar (che non mancherò di provare al più presto!) e ovviamente la lavagna di Terre del sole mi ha già fatto venire l'acquolina in bocca ( e non ho fatto colazione da molto).

    On another subject : "Bologna - ha detto Milena Naldi - avrà presto il suo Distretto del Biologico. Di sicuro entro autunno Piazza Verdi avrà il suo mercato con prodotti del territorio e naturalmente bio".

    penso sia una bella iniziativa, paradossalmente per il luogo in cui verrà fatta. Non è mai troppo tardi per far capire alle persone, soprattutto agli studenti, che dal mangiare BENE e SANO parte tutta una qualità di vita differente, e che mangiare sano non vuol dire "mangiare solo zuppette e roba che pare polistirolo" (citazione di mio conoscente che associava la parola BIOLOGICO a delle cose che aveva visto mangiare dei suoi amici vegani..perchè anche in questo campo c'è ancora confusione e ignoranza per chi non "è addetto ai lavori")

    Buona giornata!

    jackie

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    1. Su Alce Nero ci sono pareri molteplici. Ad alcuni piace perché è sano, ad altri meno perché è troppo caro...se sono in zona, magari vado lì a prendere un caffè e se ho fatto tardi e cerco qualcosa come le uova sane e al mercatino (uno dei tanti) non ho avuto tempo di andarci, mi fermo. Ma certo 2 euro per 4 uova sono tanti. Già al Natura Sì costano di meno. Ma credo si paghi proprio l'essere così centrale...è tutto un po' più caro, ma per molti più comodo.

      Dal Sonar di Azam non ti aspettare cose incredibili, un po' di cucina indiana easy e confortevole però. e lui è molto gentile.
      Rispetto al far capire...credo che con certi interessi culinari e alimentari un po' si nasca...o la voglia di mangiare bene ce l'hai nel dna oppure no. oppure, ancora, ci arrivi perché ti è successo qualcosa...no?

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  3. Gli studenti fingono di essere poveri, lo capisci dal fatto che Apple dopo un'attenta selezione ha aperto lo store più grande d'Europa a Bologna proprio perché è una città universitaria piena di giovani: che poi facciano la fame pur di avere l'i-pad è un altro discorso!! :-P
    Però ben venga il distretto bio!

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    1. E' vero Lublu...magari un giorno si capirà: - Ipad + cibosano :)

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  4. Certamente gli studenti non sono affatto poveri...basta vedere i cellulari che sfoggiano per strada. Pero' e' vero che preferiscono spendere in quello piuttosto che in cibo sano... fanno certamente poca attenzione a quello che mangiano.
    Sono stata da Alce nero un paio di volte, e anche al cucchiaio d'oro. Mi sono piaciuti entrami, hanno tante proposte sfiziose e particolari anche se effettivamente non sono proprio economicissimi. Bisognerebbe trovare una via di mezzo, un compromesso tra costo e qualita', cosa certamente non facile. Spero che l'iniziativa del quartiere S. Stefano sproni un po' le cose...e' sicuramente un buon inizio.

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    1. Credo che l'unica vera novità sarebbe proprio quella di un distretto bio che non assomigli a una gioielleria. se c'è il comune di mezzo deve essere qualcosa di alternativo a una cosa totalmente privata. un po' più vicina alla gente e al suo portafogli. sarebbe anche carino se il comune dotasse alcuni cittadini che abitano in zona, in via sperimentale, di orti verticali o da terrazzo, con corsi per il fai da te. Le persone bisogna renderle partecipi con amore.

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  5. Ciao tesorissimo,

    finalmente riesco a mettermi 5 minuti ( dico cinque ma spero di più) al computer per leggere il tuo blog e che ci trovo.? un bellissimo post sulla folcloristica Via Petroni. Io la amo molto e amo molto AlceNero che come sai è ormai diventato il mio caffè supermercatino di fiducia per i prodottini buoni e il topinambur...
    ti seguo a tutta birra, anxi a tutto Chianti ( e sono certa che sai di cosa parlo)

    baciotti
    Blue

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    1. cara Blue,
      sei uno schianto! questo lo sappiamo...e come te amo soprattutto una cosa di Alce Nero... prossimamente per assaggi primaverili!

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  6. Bio Bio e Bio! l'importante è che sia Bio vero, di qualità e accessibile ai più.
    Condividiamo pienamente gli intenti del Quartiere, felici di farne parte anche se un po' dislocati.
    Un paio di anni fa, per soddisfare chi ci chiedeva di ripristinare il punto vendita al nostro interno, avevamo abbiamo provato a progettarne uno in piazzetta Sant'Alò ma questioni di spazio e della strette stradine che vi danno accesso ci hanno fatto desistire. Inviteremo i nostri frequentatori di fare due passi in più.

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    1. Di sicuro entro autunno Piazza Verdi avrà il suo mercato con prodotti del territorio e naturalmente bio???? veramente???? ma è una bellissima notizia..pensa che qualche anno fa si era sentito nominare un possibile
      mercato Bio in piazza Carducci poi...svanito nel nulla! Tranne il Lumiere il sab mattina quelli presenti ora in città per me hanno giorni e orari difficili ...spriamo dai...una sorta di Borough Market Londinese è chiedere troppo?? Baci baci

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    2. come ricordo bene il punto vendita interno. ci compravo sempre i biscotti di crusca, se non sbaglio, con le uvette! ero tossica :). ma perché lo chiudeste? mi è sempre rimasta la curiosità. peccato per S. Alò...l'idea era tanto carina, ma effettivamente l'importante è che si faccia un mercatino nella zona!

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    3. x FRAM_Pare che qua facciano sul serio. e comunque venerdì mattina parlerò della cosa, con interviste, per radio. su Città del Capo, nel mio spazietto settimanale dalle 11 alle 11,30. EWWIWA il Borough Market...unico nel suo genere...che ricordi :)

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