L'Autotreno delle polentine con stracchino e funghi


Ieri.
E' una giornata freddissima. Io volo in bicicletta dalla Bolognina al centro città e ringrazio il Ponte Matteotti di esistere perché affrontando la salita sfioro una vampata di calore. Arrivo alla conferenza stampa in cui si presenta il festival del fumetto Bil Bol Bul (che comincia la prossima settimana) e incontro Linda, quell'amica che ha dato il nome alla mia sala da tè preferita. "Dopo ti va di andare all'Autotreno?" le domando. Risposta affermativa. Sono contenta perché è la giornata ideale per andare a mangiare in questa trattoria che fino a ieri ho avuto solo la possibilità di immaginare attraverso i racconti di alcuni amici. Ma la realtà supera l'immaginazione e la Trattoria premia le mie aspettative perché è come ritrovarsi improvvisamente in Riviera, in una di quelle pensioni con ristorante dove fai le ordinazioni la sera per il pranzo, il pranzo per la cena. Qui il tempo si è fermato al 1953.




la tovaglia verde dell'Autotreno

La signora che prende le ordinazioni e porta in giro le pietanze per l'unica sala in funzione (ce n'è un'altra con tutte le foto delle celebrities vintage - tra cui il Bologna di Bulgarelli campione d'Italia- ma è a riposo e poi c'è quella principale, all'entrata, dove però c'è solo un tavolo che immagino essere riservato ai fedelissimi) ci racconta che qualche tempo fa qui all'Autotreno è venuto un designer "che ha fatto molti locali in città" e che ha detto alla proprietà di non pensare "manco per sogno di rinnovare l'ambiente". Sarebbe stato un delitto. Ed è quello che pensano tutti coloro che mangiano qui in via della Secchia e che capiscono il valore delle cose. Questa trattoria è un monumento alla bolognesità e anche se io posso mangiare a malapena un paio di primi, i contorni, i dolci e un secondo del menu, credo che tutto, anche la scelta dei piatti, dovrà rimanere così, per sempre. Ci vogliono delle certezze nella vita. L'autoreno lo è e visto che lo sappiamo, ordiniamo immediatamente un piatto poco simbolico. O forse no. Trattasi della polenta fritta con lo stracchino nella prima versione e con funghi, stracchino e marmellata nella seconda. Io e Linda ci lecchiamo i baffi saltando a piè pari tutte le sfoglie "T" della lista. Tortelloni (che poi sarebbero burro e salvia e andrebbero pure bene), tagliatelle al ragù o ai funghi porcini, tortellini brodo e panna. E anche quegli strichetti alle ortiche che purtroppo sono conditi con la pancetta. Peccato, perché qui la sfoglia la fa la signora Francesca che ha quasi novant'anni ed è qui, si può davvero dire, da una vita. E gli strichetti sono impastati con le ortiche (magari la prossima volta li chiedo in bianco, buona idea). Però immagino ugualmente che la cotoletta dell'Autotreno, per chi ha coraggio, deve essere una roba indimenticabile. Come lo stinco di maiale o il bollito misto. Ho sentito dire che qui, i primi sono davvero abbondanti e ben conditi e i prezzi, dai 9 ai 10 euro, mi sembrano giusti. Ci sarà un'altra volta per provarli. Oggi per noi era solo un antipasto dell'Autotreno, con le nostre polentine che a dire il vero possono essere giusto un solletico per le papille se siete dei buongustai e forse 7,50 euro per queste possono essere una spesa "grossa" se paragonata al resto. Che sia la vendetta del carnivoro bolognese verso l'algido vegetariano?
l'apparecchiatiura è davvero da trattoria di una volta, con due bicchieri, per acqua e vino, e ben quattro posate. Ormai, abituata ai gastro-bistrot, agli urban caffè e alle trattorie contemporanee, non so più come comportarmi con tutte queste posate! Fanno un certo effetto. Il pane è alla vecchia, nel cestino di metallo.

ieri all'una e mezza c'era un solo tavolo libero che ci aspettava, quindi: meglio prenotare! Alla parete accanto alla cucina una sfilata di memorabilia improbabile con bottiglie di liquori da collezione e il cigno old school. Tutto è come un tempo, anche il bar e l'insegna che è spettacolare, un pezzo da collezione
L'Autotreno Ristorante
via della Secchia 3, Bologna
051558007
chiuso il lunedì sera e la sera dei giorni festivi (domenica pranzo aperto)

Commenti

  1. Vuoi sapere cosa ne penso?
    Da abitante della Riviera?
    che non ci metterei mai piede. è oltre le tue e le mie aspettative.
    Se ti piaccion sti posti, quando vieni qua invece che portarti al Chiosco di Bacco o al Vite a SanPatrignano, cambio itinerario e ti porto a mangiare alla Trattoria La Delinda, alla Baracca, alla Barafonda, da Squadrani. Sei mai stata da Squadrani? è su per andare a SanMarino "che ti saluta e fa l'inchino".
    Mi Signur, sarà un bel reportage e avrà fascino per i non romagnoli, a me butta una gran ansia =)
    Saluti dalla triste e devastata Riviera, che in tutti i sensi si è fermata al 53. Oggi tempaccio, passeggiata al mare.
    Il Nettuno (un bar molto bello e chic e famoso) sul mare, o il RockIsland, sembravano palafitte sopra un mare di sterco, in tutti i sensi. E loro pensano a far la metropolitana costiera.
    Che tristezza dilagante.

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    1. ma spesso Veronic, la poesia nelle cose la trovi quando vuoi un po' "evadere" pur restando "dove sei". Allora è bello perché fai lavorare l'immaginazione e scateni tutti i sensi visionari. e a me questo piace tanto. senza per forza dover prendere la macchina e spostarmi. Però, tutto quello che ci fa vibrare (o meno) dipende sempre da come stiamo noi.

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    2. No ma io sono d'accordissimo con te. E figurati, i miei aggettivi più frequenti dopo "pazza e scatenata" sono "pazza visionaria". Se c'è una che vede dove non c'è nulla sono io.
      E' bellissima questa recensione. Io sono impregnata di sti localazzi qua, ci sono cresciuta fino ai 18 anni fa te. Era solo un modo per ragnare. Che la Riviera si debba svegliare in tutto quanto -i locali restino come sono, che sono delle Istituzioni- è opinione di tutti, non mia.

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  2. nota il "per ragnare", gergo da riviera.
    Veronica si alza al mattino e "ucelleggia con ragna", quei vocaboli da Alta Accademia della Crusca.
    At salèud, nanìn bèl.

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  3. Ma scusa l'Adorabile, che è della zona, non ti ci aveva mai portata? Questo posto l'adoro! Mi ricorda tante chiaccherate tra amici con la pancia piena...

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  4. Bebe...guarda che mi fido!!!! Vado ora per classico pranzetto domenicale con family!
    La tua descrizione "fermo" al 1953 mi ha fatto venir voglia di entrarci..che dire...ognuno
    ha i suoi tasti! Poi ti dirò ovviamente...;-))

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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