Pranzare nella certezza: il Truciolo di Altedo

gramigna con salsiccia e zafferano 
  • Qualche giorno fa mi sono fermata a riflettere leggendo il commento di Giuliana sulla pagina FB di apranzoconbea. Diceva: Ragazze troppo novità food a Bologna non vi seguo più.  Una frase che mi ha colpito e mi ha fatto pensare che la mia città, fino a ieri addormentata, è diventata negli ultimi due anni una delle più sveglie in fatto di locali innovativi, dal bel design, dalla bella ricerca di un menu che si discosti un po' dalla ricca ma a volte troppo facile tradizione bolognese. Che poi uno sul "facile" potrebbe avere da ridire, perché fare alta cucina o buona cucina bolognese non è sempre facile. Ma per tornare alla riflessione iniziale posso dire che sono d'accordo. Che c'è tanto nuovo in città, un continuo spadellare che avanza e che a volte mi disegna punti interrogativi al centro della fronte… perché mi dico: è chiaro che questo è il momento in cui tutti devono buttarsi nel business del cibo perché siamo in una gastrocrazia e ci sentiamo ispirati e rassicurati dall'esplosione commerciale e creativa di odori e sapori che ci circonda. Però è anche vero che spesso molte attività nascono e tramontano nel giro di un anno. E che non facciamo in tempo ad abituarci a un posto, che la serranda è stata calata. Allora mi chiedo: ma come si apre un locale di questi tempi? Si sarà fatto il ciclopico business plan che innervosisce i neuroni? E poi mi metto a pensare al fatto che tanti locali del passato, un piano d'affari non l'hanno mai minimamente contemplato. Perché magari si faceva in famiglia ed era tutto diverso. E quei posti aperti 30 anni fa sono ancora lì. Una certezza. Bene, questo post parla di certezze, di belle abitudini e di gente che lavora un sacco pur avendo il ristorante ben oltre la periferia e di me e Bea che amiamo fare il nostro "apranzo" in quelle terre al confine col regno di Bologna. Dove c'è il Truciolo, ad esempio.

le mie tagliatelle coi porcini

Osteria del Truciolo


  1. Se decidete di andare al Truciolo non vi spaventate guardando su googlemap la strada. Noi l'abbiamo fatto e, in una giornata piuttosto buia e tempestosa, ci siamo messe sull'autostrada per sentirci più tranquille. Il che poteva essere vero…se all'uscita avessimo preso la strada che andava a destra verso Altedo e non quella a sinistra verso Malalbergo. Ma in fatto di rotte e di geografia siamo un po' frikettone. Vabbè, però alla fine siamo arrivate alla meta per trovare il primo punto di discussione rispetto a quanto detto in apertura: il Truciolo è sempre pieno nonostante…..il parcheggio sia inesistente e consista semplicemente in un bordo di strada. Trovo che sia fantastica, in casi come questi, l'ostinazione dell'avventore che smadonna ma non si dà per vinto e alla fine parcheggia su un sasso, in un buco, tra due foglie. La pioggia non aiutava ma noi li volevamo andarci a tutti i costi. Poi: appena entrate (avevamo prenotato) qualcuno poteva domandarsi cosa ci facevano lì due pecorelle smarrite come noi. Non è che al Truciolo ci sia un dress code da seguire o che le recensioni parlino di una clientela in particolare. Però avete presente quando entrate in un posto e vi sentite che lì non c'entrate? A me e Bea però, queste cose piacciono tantissimo. Forse il Truciolo non è il posto che vi suggerirei per un pranzo con la vostra amica del cuore, però se volete gustare il sapore forte e caratteristico ma anche elegante dell'Osteria di provincia, questo è il posto giusto. Definirei la clientela molto varia, molto composta da persone che lavorano al Centergross e che comunque sono in viaggio per lavoro da quelle parti o che lavorano in altri ambiti in zona. E poi io e la Bea, sedute nell'angolino di fronte-fianco alla cucina che qui al Truciolo è elemento grande di stupore per quanto è perfettamente concentrata dietro un bancone in legno  baciato dal tempo, dove c'è tutto e dove lo chef di origini casertane si muove come un ballerino. Bravo bravo. Tutto il locale in generale esprime la passione per la verità delle cose, per il calore che un bel mobile in legno può infondere, come fanno le stoviglie bianche e romantiche e le posate importanti. E altri dettagli che partono dalla cucina all'ingresso (si entra suonando il campanello) e girano a ferro di cavallo fino alla parte opposta dove c'è l'ennesima saletta con il bar. Merita una visita accurata, non dimenticatelo. Ok, e infine il cibo bagnato di Rosso Tirelli (abbiamo preso una bottiglia da mezzo litro di questo lambrusco che però non si può chiamare ufficialmente così) che ci ha soddisfatte parecchio: per Bea gramigna con salsiccia e zafferano (un piatto infinito che infatti non ha finito) e per me tagliatelle con funghi porcini (i primi, 4/5 con variazioni possibili al momento costano 12 euro, nessuna traccia di tortellini o tortelloni ma grande abbondanza di tagliatelle fatte in casa), antipasto per tutte e due polenta calda con formaggio di malga piemontese erborinato (8 euro) e per finire la punizione: una fetta di offella d'oro di Perbellini con gelato alla crema fatta in casa e ciliegie Fabbri. Caffè nel bicchiere al bancone dall'altra parte (una passeggiatina è obbligatoria) per non svenire e riprendere il nostro cammino.


Antica Osteria del Truciolo
via Nazionale 38, Malalbergo Bologna
051 871858
a 15 km circa da Bologna


Commenti

  1. lo chef casertano che sembra danzare tra i fornelli...ci andrei solo per vedere lui :) se è pure figo, sposto la residenza ad Altedo e mi faccio fautrice del primo #occupyiltruciolo :)

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    1. Ivana, come mi ha fatto notare, avrei dovuto postare anche la sua foto…magari l'aggiungo!

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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