Grandi aperture in Bolognina, cucina jap, officine gastronomiche e sogni

tornerà la Primavera in Bolognina


Nei giorni scorsi sono stata un po' a guardare. Mi son trovata a intavolare discorsi di socialità e urbanistica più volte, soprattutto al mio bar di riferimento, frequentato da altri abitanti del quartiere più discusso del momento: la Bolognina. Da una parte, se penso alle ultime notizie, l'immagine è quella dell'invivibilità, della delinquenza, delle tanto infamous spaccate, che mettono in difficoltà la gente e certamente non aiutano, oscurando il lato più illuminato della luna che già scompare in quei cantieri cristallizzati dal tempo e dall'oblio urbanistico che viviamo ormai come integranti del quartiere. 
Se invece penso agli articoli usciti la scorsa estate, allora ricordo che il titolo era preso in prestito da un bar bellissimo, forse uno dei più incantevoli di Bologna, quel Fermento che ha propagato il suo deciso significato alle vie circostanti, raccontando di un fenomeno che in Bolognina non si è mai spento: di cose belle ne arriveranno ancora oltre il ponte Matteotti, e serviranno a presidiare il quartiere, a fare arrivare più gente che - come si è visto in altri esemplari distretti del mondo, ad esempio il Norrerbro di Copenhagen e ancor prima Shoreditch a Londra- movimenta la vita anche notturna partecipando al grande rito del cibo, della scoperta gastronomica che è pura esperienza turistica. Innanzitutto local, e poi global, si vedrà.


il mercato di via Albani e la rigenerazione merceologica e sociale: c'è un progetto di riqualificazione commerciale per il mercatino non troppo lontano da Fermento. Il primo del nuovo Piano delle aree, a introdurre nei mercati rionali nuove categorie merceologiche, tra le quali l’artigianato e i servizi. Si tratta di una sperimentazione.

Per certe cose le attività gastronomiche servono. E quando si intercettano avventure possibili in luoghi simili a quelli dove vivi, allora riesci ad avere una proiezione nel futuro. Viaggiando si riconoscono certe dinamiche, si incrociano dati e paesaggi ed è per quello, ad esempio, che capisci che se ora è tutto per aria, in qualche anno il puzzle si ricomporrà e la periferia evitata diventerà la più amata. Certo, il processo è lento, ma ciò non ferma il potere dei sogni. E così, ragionando su questa riflessione, mi viene in mente l'episodio di Nonna Aurora (Le golosità di...), la trattoria a due passi da casa (per me un po' la sala da pranzo, quando vengono i miei genitori in visita) con cucina tradizionale ma una verve di quartiere tutta sua e un pubblico misto, ruspante, elegante, bellissimo. Beh, già da un po' di tempo sento persone che arrivano dalla "città" e che per uno strano passaparola di rango sono arrivate qui a far visita a questo desco prestigiosamente genuino. Al momento va parecchio di moda dire: "son stato a mangiare i tortellini dell'Aurora". E badate bene, bisogna prenotare, altrimenti vi scordate di arrivare e sedervi.


in via Nicolò dall'Arca, via che dà sul retro della Stazione in Carracci (dove già c'è La Bottega Toscana, bar tavola calda che ancora mi stupisce per quanto riesca a mantenere un pubblico virtuoso in una zona così), presto nascerà la trattoria giapponese Yuzuya. Quindi: scordatevi le giapponeserie che trovate nei ristoranti patinati, qui le ricette saranno quelle di casa, semplici e appetitose.



non so ancora nulla, ma c'è il work in progress, definizione che si addice molto alla Bolognina: L'Officina Gastronomica sorgerà in via Bigari 21.

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