La tradizione che mi piace: Da Me e il tris di baccalà


la Petroniana grande come un piatto e Bea che non riesce a finirla
Capita anche a voi di vivere in uno stesso giorno una cosa molto carina e una molto 
bruttina? A volte lo sento davvero come un leitmotiv periodico della mia vita. Per tanto tempo nulla e poi una serie di episodi in cui perdo delle cose, mi succedono delle cose, assisto impotente a delle cose sgradevoli. I modi del distacco possono essere molteplici e riguardano oggetti cui sono legata. Materiali, certo, ma importanti affettivamente. E così venerdì scorso, dopo aver fatto un'esperienza molto carina, sono arrivata a casa e non avevo più il mio adorato berretto di lana verde melange, me l'aveva regalato mia mamma durante il viaggio a Berlino. Perso, Non so dove né come. Volatilizzato. Ho anche richiamato il ristorante dove mi son data appuntamento con Bea per una nuova avventura gastronomica, ma niente. Al Da Me, così si chiama, non dava segni di presenza. O dovrei dire da "Da me"? Effettivamente il nome crea un po' di confusione, non sai mai se mettere o meno la preposizione, ma confesso che il cibo non lascia dubbi.



queste signore mi bastano per credere che qui si mangi bene: faccio bene a fidarmi?

Ecco una di quelle trattorie bolognesi che anche una come me - che non mangia carne a quattro/due zampe o strisciante- può apprezzare. Mi son resa conto che in fondo non ho bisogno di sfogliare un menu con mille scelte. Me ne basta uno che proponga due o tre cose carine. Anche una sola se tanto tanto intrigante. E' il caso della carta al "Da Me", il nuovo nome della trattoria che per una vita si è chiamata Danio anche se Danio non c'era più da vent'anni. Ora è arrivata Elisa, la nipote. E sono arrivata anch'io che qui in via San Felice non c'ero mai venuta a mangiare, anche se una mia amica dj viennese, quando suona in città, sempre da Danio vuole andare. Ma lo saprà che non esiste più? Che è proprio cambiato l'ambiente, oltre che il menu? Lo sappiamo che agli stranieri piace molto il formato di osteria italiana rimasta ferma nel tempo. A noi pure, però avendone a portata di mano cerchiamo altro. Un "altro" che poi si ispira molto alla tradizione con un tocco contemporaneo. Cerchiamo le seggioline di legno vecchie ma colorate secondo la nuova palette di pastelli (celeste, rosa, verdino). Ci innamoriamo delle madie e delle credenze appoggiate sulle cementine di nuova concezione: vanno molto quelle grigie e beige 
arabescate. Lo saprà che adesso io vado lì a mangiare il tris di baccalà e la crème brulée che è la più buona che io abbia mai mangiato? Mi sa che glielo dovrò dire, perché sennò ci rimarrà male a scoprirlo da sola.


antipasto: uovo al tegamino (e che tegamino!!!), tris di baccalà, la crème brulée nella scatolina da sardine o patè, le cementine e le seggioline. Tutto è "mignon" qui, come direbbe una mia amica francese


Trattoria Da Me
via San Felice 50, Bologna
051555486

Commenti

  1. ok la creme bruleé, ok le cementine chicchissime, ok il tris di baccalà che solo a guardare quella polpettina sbavo...ma parliamo dello smalto coloro lavanda della Bea? :-D

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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