Il Parlor di via Cartoleria, un ristorante nato per durare perché si sta bene



il parlor è la stanza di casa dove si intrattengono gli ospiti, a metà strada tra "lounge" e "living room", e questo nuovo ristorante sa ricreare alla perfezione proprio quel clima di ospitalità, che in un ambiente così vasto, su due livelli, può accendere l'atmosfera

Quanto poco sto scrivendo? Me lo son chiesta io, ma forse ve lo siete chiesto anche voi. In verità è tutto sotto controllo, perché, come diceva qualcuno, less is more. O meglio, meno scrivo e più, quel che scrivo, acquista valore. Che ne pensate? Certo è che in questo momento, di cose ne aprono ancora tantissime in città, ma è anche vero che ne chiudono altrettante. Non penso però, come già ho scritto, che le chiusure siano conseguenti a una mancanza di pubblico: come sappiamo dalle cronache quotidiane, il turismo a Bologna cresce ogni giorno e gli hotel non ce la fanno più. E i ristoranti che vanno son contenti. Quindi il problema è la fragilità dei progetti da una parte e la speculazione dall'altra. Anche non aver saputo leggere la città ha il suo peso, considerando sempre e comunque il centro come l'unica meta possibile, senza mai affacciarsi nelle vie laterali oppure oltre le mura. Quindi è vero, Apranzoconbea al momento è meno storie-recensioni ma consigli più mirati, scommettendo sulla longevità, la caratteristica sempre più assente dalle nuove imprese del cibo. E mentre vi scrivo, sono tanto contenta perché ho scoperto un ristorante che ha tutte le caratteristiche che cercavo. Si chiama Parlor, molti di voi credo lo conoscano perché ha aperto da un po' di mesi, e credo proprio sia nato per durare.




Una premessa va fatta a questo racconto, soprattutto per capire bene la svolta che il Parlor ha dato a un locale che non è stato molto fortunato negli ultimi dieci anni. E per comprenderne la qualità e l'offerta appagante. Qui in via Cartoleria ho visto passare tante gestioni e qualche cuoco l'ho anche conosciuto personalmente. C'era sempre un'inizio coi fuochi d'artificio e poi lentamente l'entusiasmo scemava, iniziavano i problemi, la gente non arrivava, dopo qualche tempo la serranda si abbassava. E dire che la strada non è marginale: qui c'è la Drogheria delle Rose, ristorante segnato su tutte le pagine che nelle guide all'Italia parlano di Bologna. Poi c'è il Duse, c'è l'università, poco prima lasciamo via Santo Stefano e poco dopo ci affacciamo su via Castiglione. Inoltre, via Cartoleria fa parte di quelle poetiche vie della città dove c'è sempre qualcosa da avvistare, se sei una curiosona. Però ecco, lì in quel punto, al civico 12/a, tutto andava strano. Da qualche mese, infine, è arrivato questo Parlor. Ma non ci sono andata subito, perché forse non è nemmeno giusto appostarsi e aspettare le aperture e scattare i primi giorni. Almeno: in moltissime città, quando un nuovo ristorante apre, vai a mangiare e il servizio o la cucina sono già impeccabili, perché c'è stato un buon rodaggio prima di debuttare. Qui a Bologna le prove si fanno col debutto, per non perdere tempo, e allora forse va a finire che perdi dei clienti. 


il divano è la firma del Parlor: chissà se qualcuno ha il coraggio di sedersi lì!

Al Parlor ci sono passata un po' di volte a leggere il menu, prima di andarci a mangiare, e la simpatia nasceva in me perché notavo che la carta proponeva sia carne che pesce in un certo equilibrio. Poi a pranzo è stata la mia inaugurazione, con le amiche, e l'esperienza molto carina. Bea ha preso le tagliatelle al ragù, quelle che sul menu sono indicate come "tirate al mattarello", Satomi i paccheri monograno Felicetti con filetti di triglia scottati, pomodorini confit, pesto di rucola e polvere di frutti di mare e io gli spaghetti alla chitarra con puttanesca di olive e capperi, tonno scottato e la sua bottarga: ora non ci sono più, nel nuovo menu, però trovate " spaghettoni al profumo di limone" e conditi con "calamaretti spillo, pomodorini canditi e chips di carciofi. Antipasto fu un polpo arrostito tenerissimo con maionese al wasabi (che posso sopportare anche io che non amo la famiglia dei rafani) cialda di polenta e cicoria ripassata. E come raccontato brevemente in questi tre piatti, si intuisce che qui, la cucina di Giacomo, lo chef, è orientata su tradizione e innovazione, con al centro l'ingrediente. Il conto, quella volta, ricordo che mi strappò un bel "ma non è che vi siete sbagliati?", perché 11,50 euro a testa per un primo del genere, acqua e caffè, seduti al tavolo, serviti e riveriti, mi era parsa un'esperienza di ben più alto valore. La seconda volta, tornata a cena con l'Adorabile, ci siamo concentrati sui secondi di pesce, per me un cartoccio di ombrina su zuppetta di verdure e frutti di mare e pane casereccio e per lui trancio di storione con insalatina di finocchi e avocado e gel agli agrumi: mi è piaciuto, oltre al piatto, il fatto che i "titoli" non siano inutili iperbole per girare attorno al nulla, ma descrizioni fedeli di quel che mangerai. Che, dettaglio non da meno, è abbondante. 
So che non son belli i paragoni, ma mi viene spontaneo pensare che il Parlor sia la Trattoria Serra (in Bolognina) dei quartieri alti, senza la puzza sotto al naso, però. E che ci si può andare anche solo per un cocktail o un primo o un dolcetto. E che se mai dovesse chiudere prima di almeno 5 anni, lo farà certamente come lo ha fatto il Prima della Pioggia in via dei Falegnami, che è stato venduto dalla proprietaria dopo 5 anni e tante soddisfazioni, per un'offerta strepitosa ricevuta. E' un peccato perdere pezzi così, ma posso anche capirlo. E la mia sottolineatura, lo noto ora, è anche un po' un ricatto morale.


la parte del ristorante più d'atmosfera per la sera

il giradischi: i simboli di una certa Hipsteria ci sono, ma stanno benissimo accanto a una cucina di sostanza


un cocktail e un mangiarino serali? sui tavoli alti si sta molto bene e mi ricorda anche i pub di Londra


il bancone è lunghissimo, quindi per verificare sul posto la lista dei tanti drink, che non ho ancora sorseggiato, sarà perfetto. Io adoro i banconi e magari darò soddisfazione al secondo proprietario di Parlor, Andrea, l'esperto di beverage.
Parlor
via Cartoleria 12/a
051 6486648

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