Le 5 piante più amate dalle blogger, che raccontano Copenhagen la "Hyggelig"

un pranzo al Vaekst di Sankt Peders Straede 34 è perfetto per cominciare l'esplorazione della Copenhagen più verde e intima
Buongiorno! Quasi un mese di assenza dal mio diario del cuore... ma una ragione c'è. Ogni tanto è necessario prendersi del tempo. Per viaggiare, studiare, conoscere meglio, approfondire. O semplicemente prendersi cura di sé. Io non ho un lavoro con tredicesima, non l'ho mai avuto. E quando si è free-lance, un mese di vacanza è un lusso impossibile, anche se, ragionando sullo stato di "libertà" e auto-amministrazione della vita, salta fuori che siamo proprio noi quelli con la possibilità di fare quello che vogliono, come vogliono. Ma spesso sono i soldini che non te lo permettono. E così, non potendo prendermi proprio un mese netto dal mio lavoro ufficiale, quello di giornalista, me lo son preso da blogger. E sono andata in una terra dove posso ossigenare i sogni, sviluppare le vedute lontane, stupirmi ogni giorno per le differenze. Un primo capitolo di viaggio a Copenhagen, dove ero già stata qualche anno fa, ve lo propongo qui. Filtrato da un punto di vista particolare tutto verde, dal cibo al décor. Più avanti altri capitoli dove narrerò di un'isola del Mar Baltico con le chiese tonde, l'amore per il vintage, le case pubbliche per assistere allo spettacolo del tramonto, la fermentazione estrema, le passeggiate in mezzo alla colza o sulle bianche spiagge nordiche dal Mar Gelido. Ma sapete quello che mi ha colpito di più? Proprio la mania per le piante, la miglior chiave d'accesso possibile alla ritualizzazione del quotidiano, il lusso dei lussi per i danesi, un concetto sul quale mi ero soffermata tanti tanti anni fa, per un attimo, mentre divoravo le note dei Jane's Addiction e del loro "Ritual de lo Habitual". E la prima piantina che ci ha dato il benvenuto, a me e all'Adorabile, in una fredda mattina di maggio, è stato un baby ananas.




il Vaekst è un ristorante dalla cucina regionale. Si possono quindi solo usare- come ben ci ha insegnato Redzepi al suo Noma- solo materie prime danesi. Tra queste non c'è l'olio di oliva, naturalmente, e allora ecco in quel bicchierino scuro accanto al tovagliolo e di fronte al pane poggiato sul fieno, un olio estratto dal prezzemolo. L'estrattore va fortissimo qui.

eccolo il piccolo ananas. Venduto tra pomodori, insalate, zucchine. Roba di routine. E' la pianta più venduta a Copenhagen.

la Pilea Peperomia: son certa che la conoscete, è la pianta più rincorsa dalle blogger di tutto il mondo e da chi cerca un immediato senso "hyggelig" della vita, con quelle foglie tonde che ci parlano di perfezione e carineria immediata. A Copenhagen la vendono tutti, dal chiosco al supermarket ed è uno degli arredamenti preferiti dei locali


un delizioso ananas nel piccolo negozio di Mant in Laederstraede 30, una via piena di negozi irresistibili, tra vintage, nuovo design e moda

la Sophora Prostrata è una pianta splendida, aggraziata e intimamente scenografica. Cercatela, anche perché secondo la medicina cinese porta sollievo e aiuta molti aspetti della nostra salute. Io la immagina perfetta in kokedama


Anthurium Crystallinum e le sue venature argentee... ed è subito amore

piante d'appartamento e cesti, vasi appesi, lampadine come lampade e Kinfolk a sottolineare il tutto

Kihoskh è stato per qualche giorno il mio caffè di quartiere in Vesterbro.  Non solo briochine e caffè: qui ci sono piante, dischi (selezione bellissima alternative), libri, fumetti. Come sarebbe bello un posto così in Bolognina?

Tutte conosciamo l'iconico vaso cactus di Serax. Da quando arrivò nel mondo del design qualche anno fa, altri hanno seguito il trend ceramica+cactacea. Ad esempio Hay. Una visita qui val sempre la pena per farsi una buona dose di minimalismo estremo

piante anche nelle famose boat house di Copenhagen. Quelle a foglie rosse stanno diventando un tormentone

la colazione da Khioskh....


Vaekst è una serra appesa

olio di prezzemolo, pane e acqua gassata: la vita è buona


al 108 un salto bisogna farlo: è il ristorante a Christianshavn di Kristian Baumann, dei due manager Thomas Østergaard Bagge e Jacob Møller, tutti nello staff del Noma, e di Renè Redzepi  e non pensate di spendere chissà quanto (questa è la versione low budget del Noma che presto riaprirà), il prezzo vale tutto quello che mangiate e non esiste degustazione e tutta la solfa dei vini abbinati. La coda di rospo preparata sulla griglia come un t-bone è stata la portata che ha santificato tutto. Qui sperimentate la fermentazione e tutte le tecniche cuciniere per cui la Danimarca è diventata famosa... partendo da un mirtillo, un cavolo, un asparago e una foglia di prezzemolo.
l'oxalis triangularis: quando ho visto le sue foglie ricoprire interamente un piatto servito al 108, ho avuto un attimo di pelle d'oca. Ho pensato alla mia... in effetti lei è acetosella e si mangia.


Al Corner, il baretto in angolo (per modo di dire!) del 108 si fa colazione. Le briochine e pasterelle costano una fortuna (tipo 4/5 euro l'una) ma una volta nella vita vanno assaggiate per l'impasto leggermente salato e l'ottima lievitazione. In confronto, il ristorante è veramente a buon mercato!

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