Il nuovo Pappagallo tra primi piatti e taglieri: c'era bisogno di un altro "bistrò"?



dal "privé" del nuovo Pappagallo

Stavo lavorando a questo post lunedì scorso e avrei dovuto finirlo martedì mattina, per poi pubblicarlo. Ma quando mi sono svegliata ho trovato messaggi di amiche che mi annunciavano lo sgombero del Làbas in via Orfeo. E del Crash in via della Cooperazione. Un risveglio che non mi è piaciuto, una mattina d'agosto. Solitamente è il mese migliore per sgomberare i centri sociali occupati, lo sanno tutti, anche i bolognesi che non li frequentano, perché molti attivisti sono in vacanza, la città è deserta e il lavoro riesce meglio, come asfaltare le strade e fare i cantieri: solo pochi dovranno sopportare il disagio. Non li frequentavo il Crash e il Làbas, però ne sentivo parlare molto e bene. O meglio, del Crash ne leggevo per i concerti che ogni tanto sarei voluta andare a vedere ma iniziavano troppo tardi (il primo e unico fu Nicolas Jaar, finito forse alle 3 di notte) e del Làbas vari amici mi tessevano le lodi, per tutte le cose importanti che organizzava e soprattutto per l'aria pacifica, includente e per nulla snob che vi si respirava. Quindi stavo per pubblicare proprio questo post, con questo titolo, con una riflessione su questa città che sforna locali senza creatività, ispirazione, progettazione, mirando solo al business, è vero. Non una critica all'apertura di ristoranti o bar, bensì alla tipologia di locali. Non c'è bisogno dell'ennesimo bistrò che propone primi e taglieri, proprio no. Invece c'è un gran bisogno di posti davvero creativi e di una Bologna dove possa convivere tutto. Quello che sta succedendo adesso lo paragonerei a quello che accade nella musica: uno fa un pezzo trap, due fanno un pezzo trap, hanno successo, diventano tendenza, non è difficile produrli, tutti facciamo trap. E non se ne può già più. Invece a Bologna può starci tutto. La pizzeria fighetta devota al prodotto locale e il negozio coi vestiti per i nonni, la bottega delle granaglie e degli ingredienti per i dolci bolognesi e la libreria indipendente con caffè incluso, la trattoria che fa le stesse cose da una vita e il negozio di dischi, il baretto senza fronzoli e l'hamburgeria gourmet, il negozio di design e il centro sociale politicamente impegnato e inclusivo, il take away indiano e il ristorante di grido. In altri posti tutto ciò è possibile e mi pare che in altre città del mondo ci sia più fantasia quando si dà vita a un'attività gastronomica.




la nuova sala del Pappagallo

Con questa intro lunghissima introduco un nuovo bistrò sbarcato in città, con un nome che la maggior parte di voi cari lettori conosceranno. Il Pappagallo è un nuovo locale della serie taglieri&primi, categoria affollata e prevedibile, anche se c'è dietro la qualità. E così uno dei ristoranti che ha dato più lustro alla città e che ha visto negli ultimi anni avvicendarsi ai suoi fornelli tanti cuochi senza trovare una stabilità, è stato spogliato di fronzoli e orpelli, mantenendo solo le foto d'epoca, ed è diventato un informale ristorantino, per bolognesi e turisti. L'ho provato una settimana fa con Ivana e ciò che ci ha convinto a entrare è stata la nuova saletta 'privè', una saletta che prolunga il Pappagallo, in quello che è sempre stato uno spazio temporary dentro alla torre. E' il luogo dei prosciutti e degli insaccati, ma ce ne siamo fregate, lì ci sono due postazioni, due nicchie da cui spiare il passeggio della gente, che valgono tutto. Abbiamo mangiato anche bene, io le lasagne vegetariane e lei le tagliatelle al caffè conditi cacio e pepe, più due contorni, e il servizio, in particolare l'abbiamo trovato molto garbato e simpatico. Prezzi nella norma.

Pappagallo
piazza della Mercanzia 3
Bologna
051 232807

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