Onigiri, bento, noodles e specialità jap locali: arriva Raku di Mayumi Sunagawa

onigiri mon amour

La settimana si apre con molte notizie che ci accompagneranno per tutto l'autunno-inverno. Le collezioni di idee dei bolognesi che investono, sembrano virare verso una ritrovata originalità. Sarà questo il frutto di anni passati ad alzare serrande un po' inutili, che hanno segnato tanti sognatori improvvisati? Non so, credo di sì. Certo è che adesso, investire su un'attività gastronomica è diventato altro. Non più l'azione irrefrenabile sull'onda dell'entusiasmo televisivo da incantatori di serpenti, bensì un accurato studio, principalmente su se stessi e sulle proprie risparmiate finanze, per capire di cosa veramente c'è bisogno in città. Mi viene in mente una cosa: forse se aprisse un'enoteca con taglieri di salumi e formaggi alla Barca o in una viuzza della Bolognina o di Borgo Panigale, avrebbe un suo senso. Ma poi ragiono anche sul fatto che sono invece proprio le attività più intriganti che sanno di valere e di poter riscuotere attenzione, ad aprire in queste prossime periferie. La storia è sempre la stessa: se hai un valore, se hai qualità, se offri l'esclusivo, la gente corre. Ecco perché Raku, take away giapponese devoto all'onigiri, è già cult a soli tre giorni dall'apertura.



questo onigiri con tonno secco e alga kombu è la delizia umami per eccellenza. noterete come è avvolto splendidamente, come un origami

Può in questi tempi di follia gastronomica e manifesti del chilometro zero che inneggiano alla territorialità radicale, aprire un take away giapponese al posto di un pastaesfoglia emiliano? In effetti è possibile, visto che il nostro Raku nasce sulle ceneri di un presidio del ragù, un piccolo negozio di specialità locali che è andato avanti per un po' di anni. La cosa carina di Raku, comunque, è che le due signore giapponesi che ci lavorano, tra cui Mayumi Sunagawa - la fondatrice ex pianista e da quasi vent'anni in Italia che prima di Raku faceva la cuoca a domicilio- porterà a Bologna un ulteriore presidio della vera e locale cucina nipponica, che al momento trova la sua migliore espressione da YuzuYa in Bolognina, da Sicilyn in via Massarenti e da Sentaku in via Saragozza. E fateci caso, anche andando da Raku: la cucina giapponese al di fuori della moda sushi, ama i piccoli posti, proprio come sono questi, che stanno portando una visione più casalinga o comunque autentica, del formato "mangiare" giapponese. In questo senso il minuscolo ristorante Sukiyabashi Jirō a Ginza, dell'omonimo chef ultranovanetnne, fa scuola. Ma cosa si mangia da Raku? Innanzitutto la regina, la polpetta di riso con cuore di salmone, tonno o altro e l'aggiunta di umeboshi, sesamo o alghe, che però può diventare italianissimo se si farcisce con prosciutto e mozzarella. Poi sushi (nigiri o maki) e il famoso pranzo al sacco chiamato bento. Essendo un take away, troverete delle mensole per appoggiarvi, sgabelli dove sedere stando un po' stretti e tanti oggettini kawaii sparsi un po' ovunque, per fare mille adorabili foto.

Via Milazzo 5 a-c
051 056 77 98
11:30-15:30, 18:30-22:30 (chiuso: Domenica)


Commenti

  1. Grazie per lo splendido post sull Onigiri Raku della Chef Mayumi Sunagawa, una perla rara che da oltre 15 anni ha deliziato i palati Bolognesi e non solo come libera professionista privata, ora disponibile ad offrire le sue prelibatezze al vasto pubblico onorando la tradizione giapponese nei suoi inconfondibili sapori.

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