Osteria del Cappello e la bolognesità che avanza
apranzoconbea...polpette e sanloran |
Lo dico ma lo sapete già: la tradizione è di gran moda. E aggiungo: solo se abbracciata da un involucro contemporaneo che ne suggerisca l'attrattiva nuova. Per spiegarmi: creo un menu totalmente ispirato alla tradizione bolognese, rilancio l'osteria o la trattoria, forme di ristorazione a lungo fuorimoda, ma salto a piè pari gli anni del boom economico e m'infilo direttamente nella cucina inizi novecento di una nonna X... che non è mai stata così cool come adesso. E quindi, ti invito a mangiare tortellini e tagliatelle, ti faccio davvero sentire come a casa, circondato da cose che sanno di famiglia e curata semplicità. Tutto questo, ormai, ci ha conquistato e per me è sempre un richiamo forte. Poi però mi domando: possibile che in un menu bolognese non ci sia posto per qualche piatto in più - oltre i tortelloni burro e salvia, le verdure alla griglia con tomino, il friggione (contorno), le patate al forno (contorno) e i pomodori gratè (ancora contorno) - a base di verdure? Perché... tutte le volte che vado in posti carini, poi finisce che mi tocca mangiare verdure e tomino o tortelloni... uffi.
Osteria dal Cappello |
Da questa premessa avrete capito che l'Osteria del Cappello, che un tempo - fino a pochi mesi fa- si chiamava Farina e ancor -molto- prima... proprio come ora (nacque nel 1375) è un posto carino e confortevole. Farina non l'ho mai amato tanto, me ne erano successe alcune memorabili... che mi hanno fatto subito cambiare strada. Adesso inizia un nuovo capitolo per l'osteria che fa parte dell'Hotel Al Cappello Rosso in via de' Fusari e la firma del concept, da quel che ho capito, è sempre delle menti di You Can Group che recentemente hanno lanciato Well Done in Bolognina dedicato all'hamburger gourmet e anni fa il So Sushi, che portò il cibo jap in città. E questa nuova pagina di storia, per la celebre osteria, mi pare un progetto ben pensato. Che io potrò frequentare il giusto, proprio perché non mangio la carne, ma che potrà diventare un punto d'incontro, come una volta, per bolognesi e forestieri. Del resto una carta devota a questi piatti della tradizione è nel suo dna. Come nel dna di Bologna è una cucina così, con alcune minime concessioni a pesce e verdure.
E se continuavo a impuntarmi nel voler trovare ricette diverse, per fortuna che ho incontrato sulla mia strada il Gioco dell'Oca del Mitelli, ovvero il "gioco novo di tutte l'osterie che sono in Bologna, con le sue insegne e le sue strade" risalente al 1712 che è stato ristampato e qui utilizzato come tovaglietta. Stupendo. Ecco, il gioco del Mitelli (che si può davvero giocare, ci sono anche i dadini in un bicchiere) mi ha aperto un mondo, perché ho potuto passare in rassegna le osterie bolognesi del 18 secolo con le loro peculiarità. Il "Capelo Roso" ad esempio era il posto dove mangiare le pernici, all'Osteria del Sole andavi per le fritture. Queste due, mi pare di aver capito, sono le uniche due ancora esistenti. La Fortuna, che era in via San Felice era "the place to be" per gli asparagi, il Leone in Saragozza per le raviole, la Croce Bianca, in Avesella, per le olive, la Primavera (in una via mai sentita, Gattamarza) per l'insalata, la Coroncina in San Mamolo per la "supa" e la Nave dal porto Naviglio per il buon pesce. Bologna, però, era una città di carne, di selvaggina soprattutto. Quindi amen. Non ho proprio speranze... ma magari un frittino più avanti...lo faranno?
Detto tutto questo, dopo essermi dilungata sulla parte storica che è molto intrigante, verrò al menu e a quel che abbiamo mangiato, ieri, con Bea. Per il nostro "apranzo". Beh, avrete capito che io non avevo gran scelta tra tortelloni, friggione, patate, pomodori e verdure con formaggi. E ho scelto queste/questi ultimi. Un buon piatto anche se ho trovato che il prezzo fosse un po' esagerato - 12 euro- rispetto al contenuto e soprattutto se paragonato a quello delle polpette coi piselli che ha preso Bea: per 8 euro il suo piatto era molto sostanzioso. Ma saranno state verdurine dell'orto dell'hotel? Non passerà molto tempo prima che anche gli alberghi sviluppino il loro giardino edibile sul tetto, ne son certa!
In menu trovate anche: la cotoletta a 12 euro, i tortellini a 10 e i tortelloni a 9, il tagliere rustico a 8. E poi Un menu pranzo a 10 euro con un primo e a 15 con un secondo e contorno tipo scaloppine o bresaola. Pane, coperto e acqua+caffè sono inclusi. Noi ieri, ad esempio, non l'abbiamo comunque pagato e il nostro scontrino batteva: 20 euro.
Ci ritornerò all'Osteria del Cappello? Beh, per un pranzo carino - per location- sì. Ma soprattutto m'incuriosisce la colazione internazionale dalle 7 alle 11 a 9 euro. Mangiare come fossi ospite dell'hotel...ma senza esserlo. L'idea mi piace tanto!
Osteria del Cappello
via de' Fusari 9/b, Bologna
Ci passo sempre davanti tornando dal lavoro e avevo visto che ci stavano lavorando ma mi sembrava che non fosse ancora aperto. Quando era ancora Farina ero stata una volta ma non mi aveva entusiasmato.
RispondiEliminaLa cosa della colazione internazionale invece mi ispira un sacco. Amo la colazione, e' il pasto in cui probabilmente mangio di piu' perche' a pranzo sono al lavoro e a cena non amo esagerare. Oltre tutto la mattina presto faccio la mia sessione di corsa quindi poi mi viene una fame pazzesca. L'idea di fare colazione in albergo mi piace un sacco, di solito i bar sono sempre strapieni e frenetici e la cosa non mi piace. Sicuramente la provero, e se conosci anche altri alberghi che fanno questo servizio, io sarei molto interessata alla cosa.
ohhhh se piace tanto anche a me! credo che si possa fare anche in altri alberghi, nel senso che non ci sono - credo- divieti...ma nessuno lo promuove così esplicitamente. that's the idea!
EliminaUhhhh carina l'idea... ricorda quei bei ristorantini e caffè degli hotel che all'estero non sono posti tristi, e anzi, vivibili anche da chi non è ospite nella struttura! Bellissima la faccenda della colazione, poi...Grazie come sempre per i bei suggerimenti :D
RispondiEliminaè vero, all'estero queste modalità di ristorazione sono aperte alla città...ma la questione hotel/città, in Italia, è sempre in discussione. se ne parla ma poi la cosa è lentissima. se provi ad andare a fare un aperitivo in hotel a Bologna trovi sempre disorganizzazione e anche molto stupore da parte di chi lavora lì verso tu/cliente outsider e non insider dell'hotel.
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