La mia Pantelleria: piccola guida di sopravvivenza

Altamarea, perfetto luogo per l'aperitivo al tramonto
Come si torna in città dopo un viaggio? Cioè, come ci si riadatta alla vita quotidiana tra le cose di sempre? Ognuno lo fa a modo suo. Prolungando il piacere della vacanza attraverso la visualizzazione di ciò che è stato - non solo fotografica, anche proprio mentale - riassaporando certi momenti e disegnando nella fantasia immagini e sensazioni, ma anche cercando di proporsi alcuni atti ed esperienze che possano rendere più dolce il ritorno. Ecco perché mi son presa una settimana ancora di  distacco dal blog, dopo il rientro nella mia Bolognina. Per assaporare il missaggio tra ciò che è stato e ciò che è ora con lentezza. Andando a vedere un concerto che mi ha dato il benvenuto (Benjamin Clementine, già una delle memorie che mi porterò alla fine dell'anno, tornando le somme), moderando le presenze a cose che in città si chiamano sempre "eventi", guardando da lontano certe abitudini. Così, la rinascita che si attende dopo ogni viaggio, accade per me. E poi certo, si sfoglia l'album dei millemila scatti e si ricade nella stessa tentazione: il racconto mirato che diventa piccola guida. Perché poi, è evidente, le buone abitudini non si perdono mai.



Nella baia di Gadir c'era un tempo il quartier generale del marinaio Zorro (da cui questa abitazione prese il nome) che aveva sempre la caffettiera pronta o la tavola imbandita col pesce da lui pescato o cucinato, per i turisti che avessero voluto ristorarsi. Lui adesso non c'è più e non ho ben capito se il posto sia stato rimesso in funzione... potrete scoprirlo voi stessi facendo un salto a Gadir per i bagni nelle pozze calde e tiepide affacciate sul mare.

Poi insomma, la primavera, oltre a corroborarci col caldino e la spensieratezza, ci ricorda che presto faremo fine settimana in giro per l'Italia e per il Mondo e più avanti anche viaggi più lunghi. Quindi, perché non condividere le ultime scoperte sull'Isola che chiamo casa e che per me è sinonimo di famiglia? Ogni volta che ci torno scopro qualcosa in più (ne avevo scritto già qui e qui e qui), perché Pantelleria sembra essere appisolata davanti alla frenesia del mondo, ma le cose succedono anche lì e sono pure ispirate. Aggiungo inoltre che in estate alcuni posti sono forse per me infrequentabili, ma ora, in primavera e immagino fino a giugno, certamente c'è posto anche per la sottoscritta e il suo umore sempre in bilico. Consiglio di prendere al volo maggio, ad esempio, perché i colori che ho visto questa volta, lo strapotere del giallo e viola, sono un'esperienza lisergica.


dalla parte di Nicà (spiaggia del cuore), proprio vicino a casa mia, c'è questo pezzo di Irlanda con la vista sul mare dai tipici dammusi che mi ricordano sempre dei dolcetti con la glassa. 


Cicci's Bar (via Cagliari 7, 0923 913696), un classico a Pantelleria, per un caffè, un te', un pranzo con mangiarini che sconfinano nella cultura tunisina. Qui mia mamma va a leggere il giornale tutte le mattine, a bere un caffè, salutare la Cicci, incontrare gli amici che apprezzano lo stesso rito, prima di fare la spesa e tornare poi verso casa. Un luogo dove si incrociano le strade di tante persone molto diverse tra loro.


Indaco (via Vittorio Emanuele 4, 3669542341) è un piccolo negozio pieno di tessuti, lampade, saponi, tende, brocche, creato da Concetta Casano, originaria di Pantelleria e con un grande amore per i dettagli caldi, per gli oggetti con storia. Vi stupiranno i prezzi molto buoni rispetto alla qualità e alla ricerca proposta


Altamarea (0923 918115), la terrazza sul Porto di Scauri: d'estate è invasa dal bel mondo fighetto dell'Isola, ma insomma, se ci andate presto magari trovate un posto in prima fila per godere il tramonto e visitare il bel ristorante che sulle pareti mostra le sculture ricavate da legni di vecchie barche  In questo periodo è ideale comunque, per un calice di Pietranera di De Bartoli, accompagnato dai mangiarini panteschi, la musica (in vinile e piuttosto di qualità) in sottofondo. Il ristorante offre anche servizio take away per chi parte in barca dal porticciolo


la vite col tuppo, un particolarissimo tipo di vitigno (piccino e con il tappo in cima, ovvero tutta la ramificazione intrecciata) nella zona di Kuddia Catalana


La Mandragola (via Salibi), piante e fiori-frutta e verdura. Quida da Paolo, mia mamma viene a rifornirsi di prodotti naturali ed "esotici" per la cultura tradizionale: farine speciali, seitan, cibi vegetali, tofu, prodotti biologici ma anche piante e fiori. Trovate ad esempio le piantine di capperi.

Commenti

  1. grazie Bebe per questo bagaglino che mi ha fatto viaggiare con l'immaginazione...sempre belli e suggestivi i tuoi racconti.
    che belli i pescioni di legno :-)

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    1. il bagaglino dell'immaginazione :) grazie Ivana! a proposito, non l'ho scritto, ma i pescioni sono del figlio di Concetta :D

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  2. Questo post mi ha messo una malinconia stamattina :(
    Bella la mia isola!

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    1. oh no Alem. credo comunque che queste nostre appartenenze lontane siano da coltivare come un tesoro che ci dà, nelle nuove patrie, quell'energia e quella luce unica. un saluto :)

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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