Un posticino che mi ha delusa: le 5 trappole in cui Bea casca facilmente

ambiente carino, tavolo vicino alla finestra... l'abat jour!!!

Buon lunedì e buon apriti cielo. Che stamattina, almeno ora, c'è una luce che solo ieri sera sembrava un miraggio. E comunque sono ancora in umore da tempesta e da grotta. E starei a casa a fare cose che mi piacciono. Tipo come coltivare al meglio le carote e le rape, che ho giusto dei semi comprati lo scorso anno e mai piantati. E invece tocca uscire. E poi tocca fare altre cose che non amo, tipo scrivere non bene di un posto, non lo faccio praticamente mai perché mi piace poco utilizzare il mio tempo così. E su questo ci sto riflettendo da almeno due settimane, da quando son stata lì a mangiare con l'Adorabile e lui s'è talmente arrabbiato che mi ha detto: "non trovo giusto che tu non scriva mai dei locali negativi, soprattutto quando sono dei veri pacchi". Sorbole, ho pensato, detesto fare recensioni negative, ma se ben ricordo, come scrissi una volta, la recensione negativa è necessaria quando c'è di mezzo un'aspettativa delusa. E le tigelle di cui vi devo parlare, e tutta la cornice, sono proprio una delusione. E sono anche il tipico specchietto per allodole o Bee.

3 fette di prosciutto e una mozzarella euro 7,50, ovvero circa un decimo di quello che ho speso per la cena di 6 portate più altri 3/4 divertissement al Magnolia di Faccani

E a questo punto andiamo dirette alle 5 trappole in cui Bea cade facilmente e prende il volo alzando il crestino. Perché lei, proprio non sa resistere a:

1-un posto intimo per un pranzo veloce, che poi il mio blog è una celebrazione dei pranzi

2-la vista di una credenza o di una cassapanca che mi danno subito l'idea di accoglienza. ditemi che anche voi non provate dei sentimenti per questi due complementi d'arredo

3-il tavolo in "vetrina" una delle mie grandi tentazioni. Se avrò mai un locale, questo ci sarà

4-la carta gialla... sempre, comunque, ovunque, quantunque, soprattutto come contenuto di una cornice curata

5-aria di patina e fantasie decorative: in questo caso le tigelline infilate in guisa di tendina a frange.

Certo che, direte voi, qui si sceglie un posto solo per l'apparenza e si cade in lunghe gastronomiche alla cieca.
Beh, sì, è vero, ma non amate anche voi pranzare in un posto carino? Poi il cibo verrà. Nel senso che se di un locale non conosco nulla, allora la scelta iniziale si basa sull'apparenza. E in questo caso, con la tigelleria da zia Anna, che condivide lo spazio (c'è una parete che divide i metri quadrati in questo negozio in pieno centro) con un distributore automatico di cibi - anche tigelle e prodotti senza glutine - e robe varie ci sono cascata in pieno, perché poi il contenuto ci ha sorpreso per la poca qualità, anzi, per la poca bontà. L'idea della tigellona (tra le proposte che ho trovato stuzzicanti), che è circa il doppio della piccola, è molto carina. E anche lì non ho esitato, vada per la novità. Peccato che sia arrivata poco cotta - dentro era proprio cruda- e con un odore acido, di qualcosa che non mi piaceva per niente. Insomma, non mi sembrava appena sfornata. La burrata era una burrata e tre fette di prosciutto con due tigelle d'accompagnamento, anche quella dal sapore poco piacevole. Poi vabbè, grande delusione dell'Adorabile sulla tigella al pesto genovese, che era chiaramente industriale. Peccato, ci siam detti, un posto così, dove si scomoda il potere della memoria di una Zia Anna, ha solo chance di fare cose buone, poche ma buone, e invece non è all'altezza. A parte l'arredamento.
E un'ultima cosa: voi come proprietario di un locale avreste paura a mostrare l'attrezzo con cui forgiate le tigellone, piuttosto che le piade, le focacce o altri prodotti carboidrati? Per me questo è solo elemento di vanto, ma qui assolutamente mi han detto che erano top secret, pensando forse che facessi gastrospionaggio. Peccato.

Tigelleria da Zia Anna
via Testoni 5/h, Bologna