La cucina del Senegal e il sapore del miglio bruno

varie qualità di miglio

Sempre più svagata? No, per niente. Il poco tempo che riesco a passare attaccata al computer per scrivere belle storie di cucina, è causato un po' dal lavoro, ma questo l'ho già detto, un po' da alcuni viaggetti che ho fatto e poi....dal fatto che le giornate sono così belle che...chi ha voglia di stare a battere sui tasti?
Eppure mi si stanno accumulando un sacco di storie, di recensioni di bei posti, di visite gastronomiche intriganti e qualche ricettina super che non ho tempo di realizzare.
Passo molto tempo in giro per mercatini, non vado al supermercato da tempo immemorabile, mi nutro molto di frutta e verdura...e quando cucino un pesce...beh...se ne va senza essere immortalato. Vabbè, è un periodo così.

Però le storie dicevo. Questa che sto per raccontarvi è proprio bella. Ha a che fare con una di quelle iniziative gastronomiche che sento proprio affini a me. Dove si intrecciano umanità e pentole, padelle, e mestoli, ingredienti che viaggiano il mondo. E che arrivano sulle nostre tavole italiane insegnandoci qualcosa di più, fondendosi a noi e noi a loro.
A proposito di belle iniziative...dovrò presto raccontarvi della mia visita a Genova, della passeggiata nel suq con Chef Kumalè, della mia presentazione del libro e di quando lui venne a Bologna, un po' di settimane fa. In pentola bollono tante emozioni e tante cose entusiasmanti sono in arrivo.
A volte penso che ho scelto la strada più lunga per arrivare a mettere in pratica alcuni sogni. Ma va bene così.

Quindi eccomi qui a parlarvi di "Sapore di casa: cucine del mondo a Bologna". Un bel titolo, vero?
Nel particolare, trattasi di lezioni di cucina con persone straniere della nostra città, che insegnano i trucchi dei loro manicaretti e poi ce li mangiamo in tavola.




Dietro a questa idea che ha come sottotitolo davvero sorprendente "150 modi e più di assaporare, gustare, vivere il mondo" c'è Pina Siotto, la fantastica cuoca del ristorante Centro Natura. Con lei gli aggettivi non sono messi a casaccio, perché la sua è una storia intensa, un po' da romanzo. La conosco da anni e anni e l'ho vista in tante fasi della sua vita. Energica, riflessiva, perseverante.
Poi se la vedete è esile, quasi che si spezzi. Ma la forza che ha in sè la rende elastica!! Pina è anche una mia vicina di casa, come già vi narrai qualche post fa, è spesso ci incontriamo per mercatini.

Pina e Malick nella cucina di Pina alla Bolognina

E comunque, Pina ha questo sogno qui. E lo sta mettendo in pratica. La prima lezione con cena è il 14 giugno luglio dalle 18,30 alle 22 (prenotazioni entro il 9 luglio) alla Pillola con ingresso da via dell'Orto 4 e il primo ospite sarà Pap Malick Kaure Gueye con l'incontro "Senegal: il ritmo del miglio". Che titolo affascinante, ma del resto Malick è un musicista. E' nato a Thies, Senegal, suona il djembe, tambuto africano fatto di pelle di capra e durante il tempo passato con lui in cucina, vi accorgerete che il ritmo c'entra eccome nella preparazione dei cibi caratteristici di casa sua. La sua preparazione è una sorta di meditazione.
Queste lezioni (la prossima sarà forse a settembre e Pina al momento sta lavorando con una signora dello Sri Lanka) non hanno molto a che fare con le classiche lezioni di cucina. Se lo dice Pina, c'è da crederci.


Malick e il Kalabas


Ieri verso le 18,30 sono arrivata in bici a casa di Pina. Poi è arrivato Malick. Abbiamo parlato e poi mangiato, una fantastica panzanella col pesce. E le ho fatto un po' di domande.

Mi racconti questo numero così preciso, 150?
In base a delle statistiche  fatte sulle comunità straniere a Bologna, sono state censite 150 nazionalità diverse, forse anche di più. Per me, sapere che ci sono 150 rappresentanti stranieri del mondo e pensare che non puoi riconoscerli tutti, è stato lo stimolo per questo progetto. Mi piaceva l'idea di far emergere le loro qualità, le ricchezze, le diversità Io lavoro al Centro Natura con varie donne, una peruviana, 2 thai, 1 eritrea, 1 mondola, 1 polacca. E da qui è davvero passato mezzo mondo. Inoltre, avendo viaggiato sempre con questa curiosità della cucina e proponendo spesso al ristorante appuntamenti particolari con le cucine straniere e italiane, ho pensato di ampliare l'idea. Di fare qualcosa di diverso e Malick, in questo, è stato fondamentale. Non solo perché farà la prima lezione, ma anche perché mi ha aiutato come interlocutore. E' da tre mesi che lavora a questo momento.


E dal punto di vista gastronomico cosa ci metti di tuo?
Porterò il mio mondo che è quello naturale, con attenzione per gli ingredienti, per la costruzione del menu, per l'equilibrio nel piatto. C'è sempre più gente attenta a queste cose. E per me è la possibilità di fare una ricerca antropologica su cibo e cucina, perché l'alimentazione è cultura.

Sarà un menu africano. Qual è il tema portante?
E' il miglio, che è uno dei cereali per eccellenza ed è davvero un sapore nuovissimo per noi italiani. Dovevo scegliere tra riso e miglio, ma il primo è un cereale arrivato dall'Asia, il miglio è invece autoctono e per noi davvero una nuova esperienza. Quindi posso dire che il couscous con pollo e verdure lo mangerete qui e farete fatica a trovarlo in giro. Il miglio è il cereale più ricco di calcio, è basico e non produce acidità, cosa che gli altri hanno, il che si aggiunge al fatto che noi naturalmente, per la vita che facciamo, tendiamo ad essere acidi nell'organismo, il che permette l'insorgere di infezioni. Il miglio fa bene alla pelle, ai capelli, alle unghie. In Africa adesso si sta perdendo la conoscenza della tradizione perché l'alimentazione è schiava del mondo globale.
Ci tengo a dire che questo corso è a pagamento per un motivo di necessità, perché devo coprire i costi del progetto, ma anche per una questione politica. Troppo spesso, infatti, mi sono imbattuta in iniziative che coinvolgevano immigrati a titolo gratuito. Mi ha fatto riflettere molto il fatto che gli immigrati debbano prestare volontariato, anche quando non hanno una occupazione, per far fronte alle loro necessità di integrazione. 




Due parole sulla cucina senegalese con Malick


Quello che preparerai è quello che mangi quando torni a Dakar?
E' il menu che mi ha fatto crescere. Da piccolo sentivo mia mamma che insegnava a me e alle mie sorelle e lì è nato questo amore per la cucina che voglio trasmettere. Il miglio è un cereale che dà energìa e che è simbolico nella mia terra. Quando nasceva un bambino consigliavano un pasto a base di miglio per il latte materno, è ottimo per fortificare con la circoncisione perché è un ricostituente. E anche ogni giorno, prima del ramadam ti permette di resistere alla fame.

Come sei arrivato a Bologna?
Arrivai da Dakar come collaboratore domestico, lavoro che ho continuato a fare fino a un paio d'anni fa.
Sono a Bologna dal 1998 e ora sono mediatore culturale, lavoro in cui uso la musica e quindi il djembe, il tamburo africano che utilizzavano i miei bisnonni per comunicare.

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QUALCHE INFO IN PIU'

Gli utensili della serata
Verrà usato il kalabas, ovvero una zucca-ciotola con un suo preciso sapore che rilascia al cibo un gusto aromatizzato
Verranno utilizzate pentole molto grosse in metallo c he sembrano fatte a mano e arrivano dall'Africa dove sono trattati come oggetti sacri e intoccabili.
Sarà ricreato un cortile di Dakar (nel cortiletto della Pillola) per cucinare sui grandi fornelli forniti dall'Associazione Senegalese.

Nel menu
Cuscus di miglio con pollo e verdure, cuscus di miglio con verdure, salsa piccante, dessert di miglio allo yogurt, vino analcolico a base di karkade, succo di zenzero fresco, risana di Sehrau.
Tutti gli ingredienti sono freschi del territorio, dove possibile certificati bio, provenienti dal Gas La Pillola, XM24, Mercato della Terra

Il luogo
La lezione e la cena saranno all'aperto. Quest'ultima nell'anfiteatro dietro la chiesa di San Domenico, una location meravigliosa e magica.

Le informazioni
su questa pagina facebook

Per partecipare
la lezione e la cena costano 45 euro, solo la cena per gli ospiti 25 euro 
Info: 3280369751
saporedicasa@tiscali.it

Commenti

  1. Molto utile, molto interessante, molto intelligente, molto tutto. W la brazadelà sempre e mai scordarsela.

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  2. Era ora che a Bologna partisse un progetto così.
    Largo al meticciato gastronomico!
    Brave tutte.

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  3. giacomo_ c'è posto per tutto sulle nostre tavole, no?

    stefania_è davvero un bellissimo progetto e Pina è talmente perseverante e devota che ci sorprenderà! ah...nel testo mi fanno notare che ho scritto 14 giugno invece di luglio. E il 14 luglio!!! che fortuna avere delle lettrici così attente!

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  4. Progetti, progetti, progetto....siisisiisisis facciamo diventare questa città un'officina di idee dal mondo...

    ti leggo e ti seguo ovunque tu sia..

    Blue

    www.aspassoconblue.com

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  5. cara Blue anche io ti seguo...e ne avrò da fare di strada :)

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  6. Complimenti per il progetto, l'idea della multiculturalità presentata attraverso la conoscenza della cucina di casa è molto affascinante!
    bravi tutti
    brava Pina!

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  7. Si, c'è spazio per tutti. Ho avuto la fortuna di conoscere Bianca Maria Pirazzoli, fondatrice del Gruppo libero Teatro, un'artista e intellettuale raffinatissima, parlava già negli anni '90 di "Spazio libero delle differenze".
    Riuscire a trovare lo spazio per presentare le proprie culture senza però "scadere" nel molteplice adattamento, riuscire solo a rispettare tutti, ecco, quello di tutte le differenze.

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  8. Questo blog mi piace un sacco! io amo la cucina etnica e ti seguirò con passione ed entusiasmo. ci conosceremo spero presto e mi complimento per l'iniziativa ciao marica

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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