Chiude Colazione da Bianca e si chiude un'epoca "foodie" a Bologna




la vetrina di Colazione da Bianca in via Santo Stefano


Ieri mattina era il suo giorno di chiusura settimanale, ma se ci passerete davanti oggi, la serranda la troverete comunque giù. Niente più seggioline sotto al portico, niente più alzatine, tavolini vintage, vaso di peonie all'ingresso, poltroncine di velluto, torte e pasticcini sul bancone: Colazione da Bianca non c'è più da ieri e con la sua chiusura finisce davvero un'epoca, a Bologna, cominciata meno di dieci anni fa, non tanto dunque, ma nei tempi moderni va così, la velocità. 



il decor unico e ricercato


L'epoca è quella della rivoluzione gastronomica che io iniziai a "sniffare" sul finire degli anni dieci e per cui diedi inizio a questo blog. Colazione da Bianca, di cui scrissi nel 2010, proprio quando spuntò sotto al portico di via Santo Stefano, era qualcosa di mai visto a Bologna, ma se avevi un po' viaggiato nel mondo europeo pieno di stimoli, non potevi non riconoscere subito chi cercava di portare la novità all'ombra delle statiche Torri. Quelle alzatine, la cura, i disegni sulle vetrine. E poi questa Bianca, che naturalmente nella mente della sua creatrice Laura, una energica e perseverante signora sempre in giro tra mercatini o immersa in calcoli e businness plan (lei sì che l'aveva fatto bene, comunque), doveva pennellare la cliente ideale, curiosa viaggiatrice, amante delle novità ma con uno sguardo poetico e indipendente sul mondo. Non l'avevamo mai avuto un bar così, anche se non dimentico che un'altra signora in un'altra bella via della città, Rialto, aveva già realizzato il suo sogno, il Fram. Mi sono persa un po' nei pensieri e nei ricordi, ma quando ho saputo che Bianca chiudeva, mi è venuto in mente il Diana. Ok mi son detta, questo non è il tempio (o ex tempio) della cultura gastronomica bolognese, ma è certamente stato la fonte della modernità: un tempo nascevano solo dei ristoranti, dal 2010 le sfide sono state sui caffè innovativi, sui bistrò intimi, sul piccolo ma curiosissimo, sull'evoluzione dell'accoglienza dalla colazione all'aperitivo, perché in un'epoca che ha riscoperto la socialità e le chiacchiere da bar hanno conquistato anche chi non le curava, proprio i caffè sono stati la novità. E poi la proposta di qualità, gli ingredienti ricercati, i prezzi magari più alti ma a ragione. 
In tutto questo ragionamento non ho perso il pensiero centrale, ovvero quello che, come dice Laura, la fruizione dei locali a Bologna è cambiata e quindi "vanno cercate nuove idee e nuovi format". Un tempo non c'era "il turismo". Quando arrivò Colazione da Bianca, il progetto era rivolto ai bolognesi (un po' come la mia guida "La Bologna foodie della Bea", ormai preistoria, con la metà dei locali che non esistono più), perché erano loro che per la prima volta iniziavano a guardare la loro città con gli occhi di un turista. Poi il pubblico è cambiato, e una piazza come quella di Santo Stefano, per me sempre la più bella di Bologna, è diventata meta prediletta dei turisti che vanno a caso. Se i bolognesi cercavano un'esperienza nuova, i turisti poco viaggiatori che affollano il centro vogliono soprattutto il mordi e fuggi. E, ormai è retorica, ha vinto il tagliere e ha perso la curiosità.... ma chi ha le idee continuerà a sorprenderci.

ps: magari adesso vi starete domandando cosa aprirà lì, ho sentito dire che Il Boccone del Prete sarà il nuovo inquilino, con un progetto che declina la cucina sui colli. Un tempo avrei vibrato all'affacciarsi della novità, ora la leggo come l'ennesima, ma comunque sto a vedere. Perché nel frattempo, anche il modo di fare giornalismo gastronomico o di gestire i post di un blog, a mio parere, si è trasformato, e questo, in ogni caso, mi piace.

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