Granchi fritti, piccoli amici e due ruote strampalati
Domenica a Shanghai. Anche io decido, come moltissimi cinesi e qualche turista (la maggior parte degli stranieri, oggi, si trova nel più chic quartiere di Xin Tian Din), di passare la mia giornata di festa nella città vecchia, i cui principali punti di attrazione sono il bazar Yu Yuan e la Casa da te Huxinting che sorge al centro di un laghetto artificiale con masse di carpe balzellanti.
L'esperienza è "hardcore", potrei dire, per via degli odori, delle visioni, della proposta delle bancarelle che vendono di tutto in quantità cinese. A Shanghai sono in circa 18 milioni e insomma, ce n'è per tutti.
Camminando come una formichina, perché qualsiasi cosa mi distrae, arrivo nella piazza del laghetto e qui inizia la kermesse di street food. Lingue di anatre, ranocchi fritti, dumplings che si succhiano con la cannuccia, frittelle di pesce, tofu...c'è solo l'imbarazzo della scelta. Io scelgo i granchi fritti...una leccornia tutta da sgranocchiare. Direi, per quel che ho visto, che è decisamente la specialità più gettonata. Assieme ai dumplings che si producono a catena di montaggio lì vicino, al Ning Bo Restaurant. E poi ci sono negozi che vendono ogni tipo di biscotto immaginabile. Non riesco a capire cosa ci sia scritto e nessuno parla inglese, quindi rinuncio ai biscottini.
Poi prendo la stradina delle lanterne rosse e lì è un vero casino. Si vende di tutto nei negozietti e al centro passa una strada impolverata con motorini che schizzano impazziti e sonanti.
Dopo aver vagato e guardato più o meno tutta la merce proposta decido di emergere dal budello dello shopping popolare e mi dirigo anch'io a Xin Tian Di per un caffè. Dopo un passaggio nella parte più vecchia della città vecchia...nulla a che fare coi mega grattacieli che spuntano all'orizzonte come inquietanti monoliti. Il futuro è vicino, Shanghai Exp, in arrivo nel 2010, chiama alle armi e i shangainesi rispondono risoluti con gru e cantieri di pali in ferro e bambù.
L'esperienza è "hardcore", potrei dire, per via degli odori, delle visioni, della proposta delle bancarelle che vendono di tutto in quantità cinese. A Shanghai sono in circa 18 milioni e insomma, ce n'è per tutti.
Camminando come una formichina, perché qualsiasi cosa mi distrae, arrivo nella piazza del laghetto e qui inizia la kermesse di street food. Lingue di anatre, ranocchi fritti, dumplings che si succhiano con la cannuccia, frittelle di pesce, tofu...c'è solo l'imbarazzo della scelta. Io scelgo i granchi fritti...una leccornia tutta da sgranocchiare. Direi, per quel che ho visto, che è decisamente la specialità più gettonata. Assieme ai dumplings che si producono a catena di montaggio lì vicino, al Ning Bo Restaurant. E poi ci sono negozi che vendono ogni tipo di biscotto immaginabile. Non riesco a capire cosa ci sia scritto e nessuno parla inglese, quindi rinuncio ai biscottini.
Poi prendo la stradina delle lanterne rosse e lì è un vero casino. Si vende di tutto nei negozietti e al centro passa una strada impolverata con motorini che schizzano impazziti e sonanti.
Dopo aver vagato e guardato più o meno tutta la merce proposta decido di emergere dal budello dello shopping popolare e mi dirigo anch'io a Xin Tian Di per un caffè. Dopo un passaggio nella parte più vecchia della città vecchia...nulla a che fare coi mega grattacieli che spuntano all'orizzonte come inquietanti monoliti. Il futuro è vicino, Shanghai Exp, in arrivo nel 2010, chiama alle armi e i shangainesi rispondono risoluti con gru e cantieri di pali in ferro e bambù.
Yummy ! E tutto quanto accompagnato da abbondante tè al gelsomino...
RispondiEliminaA parte l' invitante fritto, devo lodare la qualità del tuo reportage fotografico.
Te lo dice il patito dell' obiettivo...
Complimenti.
Splendido ricordo...ne assaporo quasi gli odori, i rumori e i volti attraverso le tue foto ;-)
RispondiEliminaSe non ci sei ancora stata, devi assolutamente andare al Moganshan Art District al 50 Moganshan Road un complesso industrial riconvertito all'arte! Splendido!! E ti suggerisco That's Shanghai, un giornalino niente male con proposte sugli eventi in città;-)
A proposito di cibo, mi torna in mente il Face, nella sofisticata concessione francese est: un lounge risto-bar dall'atmosfera che ricorda il fascino coloniale e intreccia l'antiquariato sud-est asiatico ad ambientazioni anni '30. Ottima cucina thai assaporata all'interno di una deliziosa e accogliente sala con arredi e divani rossi, dipinti in perfetto stile orientale e un'armoniosa accoglienza. Clientela (quasi) rigorosamente occidentale!
RispondiEliminaRestando nella bohemienne concessione francese, non posso non citare la Taikang Road Art Center: locali, lounge bar, botteghe di artigianato cinese, sete e pietre preziose...ultima chicca prima della partenza (ottobre 2008).
@Guelfo
RispondiEliminagrazie per aver gradito! eh sì...il te al gelsomino....anzi...i te al gelsomino...ce ne sono a decine e ognuno preparato con accostamenti di fiori differenti. vera arte popolare. caro Guelfo, come grande sostenitore di apranzoconbea, si è meritato una sorpresa....:-)
@viviana
RispondiEliminamamma mia che bei consigli Viviana! mi sa che ti è rimasta proprio nel cuore questa città, eh?! pensa che all'M50 son stata proprio ieri pomeriggio, prima di partire di nuovo verso Parigi e far ritorno a casa.
Io dormivo proprio nel quartiere francese e ho cenato sia in quartiere (un ristorante dove si respirava il comunismo vecchia maniera) che sul fiume Huangpu al Seagull Palace, di cui parlerò nel prossimo reportage, un ristorante assolutamente chinese decadence per soli cinesi (di occidentali niuno e poi a Xintiandi dove trionfa la fusion, la cucina più interessante della città, no?
Ma insomma, 5 giorni non sono tanti per vedere tuttissimo, soprattutto in una città dove, come hai ben descritto tu, la gente è altrove...e dell'inglese ancora se ne infischia.e infatti l'esperienza di salire sui taxi sempre con dei bigliettini con su scritta la direzione è stata davvero carina...ma insomma, ci ritorni nel 2009...x lavoro o piacere?
:) Adoro viaggiare...è un'esperienza mistica per me, la mia curiosità innata mi porta sempre a perdermi (anche fisicamente, come è successo a Shanghai, dove però con più taxi che macchine private, non c'è timore di non tornare in hotel, sempre che si abbia il 'famoso' business card scritto in cinese e inglese!), ad esplorare - dicevo - ogni angolo e catturare i sapori che qui, in piccola parte, ho raccontato. Senza fare previsioni troppo rischiose, potrei tornarci a fine ottobre ma devo scegliere se fare Pechino o Shanghai, entrambe - ahimè - richiederebbero troppo tempo che, per solo piacere, purtroppo, non ho :(
RispondiElimina@Viviana
RispondiEliminacondivido l'adorazione e l'innalzamento a esperienza mistica. e davvero anche io partirei continuamente. ma insomma, se non hai visto Pechino credo che ti converrebbe andarci! vedersi un paese così grandi a piccoli pezzi e piccoli piaceri e, credo, la cosa ideale. Anche perché immagino che cambino completamente la vita, i sapori, le visioni! ma certo, quando si lascia il cuore in una terra...poi non si vuole che andare là continuamente! ma hai ricordo di una ricetta in particolare?