Sacher, sabbia e crocchette: Vienna parte due
Come vi raccontavo ieri nella prima parte del viaggio viennese, Pasqua per me è stata all'insegna del sole, delle passeggiate urbane e naturalistiche, nel bosco, sul lungocanale del Danubio ricoperto di graffiti e con spiagge artificiali e sdraio, per i vari quartieri della città che si era svuotata a dovere. Tutti in fuga e in gita e in città noi turisti. Ma, al contrario di molte città italiane, di ristoranti aperti ce n'erano e mi sono deliziata ad andare in quelli che conoscevo e in alcuni nuovi.
Come avevo scritto ieri nella lista dei desideri, tra i posti dove mi piace mangiare quando sono a Vienna - almeno una volta - c'è il Nordsee. Che è vero, è una catena di negozi, quindi non un ristorantino caratteristico viennese con quell'atmosfera che piace tanto a noi italiani, però è una di quelle catene "local" che mi piacciono tanto (credo sia solo anche in Svizzera e Germania) perché esprimono idee imprenditoriali interessanti. Secondo me una cosa del genere in Italia spopolerebbe, ma le resistenze del nostro mercato a certe catene straniere, si sa, sono grandi. Che ci portiamo lo straniero in casa a cucinarci la nostra specialità? Il pesce? Così rimane un vizietto proprio viennese. Una possibilità per mangiare buon pesce a prezzi contenuti e anche per una breve pausa, senza le cerimonie da ristoranti superlux.
Un altro posto che mi piace molto, per la sua semplicità e allo stesso tempo esoticità, è il Ra'Mien (Gumperdorferstrasse 9). Molto informale, pieno di giovani, prezzi accessibili, offre cucina asiatica e atmosfera comunque levigata dal bel design essenziale del posto. A questo giro non ci sono andata, perché ho fatto visita, su consiglio dei miei amici, al vicino Shanghai Tan, la porta dopo, atmosfera più elegante, tante lampade rosse, molto dark, più adulto. Prezzi più altini, ma vale la pena. Ho mangiato un sushi spettacolare, con un pesce così fresco e un riso così compatto ma non appiccicoso, che mi ha deliziata e fatto azzerare tanti sushi sgangherati assaggiati qui e là nei giapponesi nati come funghi a Bologna, inseguendo un trend del momento. Poi ho mangiato una zuppa Udong al pesce (un po' troppe seppie...) e bevuto un succo al cocco e il fantastico e dissetante calpis, una sorta di lassì giapponese, acidino e lattoso, che si diluisce con la soda: gli ingredienti includono acqua, latte in polvere senza grasso e acido lattico.
Ancora un ristorante che amo particolarmente e che non ho visitato questa volta è lo Schnitzelwirt in Neubaugasse 52, dietro Mariahilfe. Come dice il nome, questo è il regno della cotoletta e del fritto, ma vi assicuro che anche noi che amiamo verdure e formaggi e non proprio la carne, qui ci andiamo a nozze. Adoro come cucinano il formaggio "cotolettato", le verdure e le schnitzel, per chi le ama, sono enormi. Forse da soli non ce la farete! Qui si incontrano le famiglie e i prezzi sono molto abbordabili.
Per tutto quello che ho mangiato, mi son rifatta con le tante passeggiate. Quella di domenica mattina è stata spettacolare. Sono partita dal Donaukanal dalla fermata u-bahn di Rossauer Laende e sono arrivata a piedi fino alla Stephansplatz. Poi, dopo una pausa al Sacher Cafè, Philharmonikerstrasse 4, ho ripreso circumnavigando il guertel, i viali, di nuovo verso il Donau, passando di fianco al Mak (Museo Arti Applicate) e arrivando alla spettacolare architettura di Urania, dove c'è un bar e vari cinema. Di fianco una magnifica sorpresa: la spiaggia con le sdraio e la gente che prendeva il sole. Incredibile ma vero!
Il lungocanale (non so se si dica proprio così) è terra di ciclisti e di chi ama passeggiare. Ma anche dei writer che ormai hanno coperto tutte le pareti e le colonne dei ponti e dei nightclubbers.
All'altezza di Schoettenring, la fermata della metro sempre sulla linea rossa, ma scendendo da una scalinata, c'è infatti il mitico club Flex, dove si esibiscono i maggiori dj del mondo e dove c'è uno degli impianti sonori davvero più stimati internazionalmente. Ma per chi preferisce, soprattutto in estate, bersi una birra e far quattro chiacchiere senza musica, beh, ci sono tavoli e sedie di legno. C'è posto per tutti. Per chi la sera vuol vedere un club, magari più tranquillo, segnalo il Fluc, in Gabor-Steiner-Weg, una struttura architettonica bizzarra proprio davanti al Prater e alla fermata Praterstern, dove c'è un'ottima programmazione di musica dal vivo e dj set, particolarmente devota all'elettronica oppure il Phil in Gumpendorferstrasse 10-12, un luogo che unisce libreria, negozio di libri, bar e arredamento vintage molto bello.
I caffè viennesi sono però tra i punti di interesse più amati dai turisti, perché puoi restare seduto per ore e ore a sorseggiare un unico caffè, goderti l'atmosfera retrò, leggerti un libro e stai sicuro che nessuno ti manderà via. Nemmeno i tanto scorbutici camerieri (ma non lo dico solo io, anche gli amici viennesi) che se non parli bene tedesco ci mettono un attimo a prenderti in giro!
Quindi, due storici caffè ve li consiglio: Café Sperl in Gumpendorfer Straße 11-13 e Café Prueckel in Stubenring 24, davanti al Mak. Ma davvero, ovunque vi voltate, trovate sempre quello che fa per voi. Qui esiste una vera cultura della pausa caffè.
Per continuare la lista delle prelibatezze che ho mangiato, confesso che le kartoffel e gemuese-puffer con krauterrahm, ovvero crocchette di patate e verdure con salsa alle erbette, hanno un posto privilegiato nel mio stomaco. Le ho ordinate al ristorante molto spartano ma all'aperto e con bellavista sopra la wienerwald (è a Ottakring, fermata metro e poi autobus), che si raggiunge attraverso una strada di belle residenze, E' strano, ho mangiato varie cose fritte ma mai ho accusato pesantezza. Ci sanno proprio fare. Per i miei amici il classico, dopo una passeggiata intensa nel bosco, sono dei lunghissimi wuerstel e per i bambini wuerstel che sembrano polipi...un po' senso...ehm ehm.
Chiudo il mio racconto viennese che ho voluto come piccolo diario di suggerimenti per un weekend lungo e intenso, senza comunque andar troppo di fretta, segnalando alcuni negozi che mi piacciono particolarmente: Interio (Mariahilferstrasse 19-21) per la casa chic e design, Butlers (sempre sulla Mariahilfer, poco prima di Interio) per oggettistica casa non troppo costoso, la bellissima farmacia Saint Charles (Gumperdorferstrasse 30) con tutto il reparto omeopatico dove ho acquistato le pietre energizzanti per l'acqua. E poi già che siete lì in centro, fate un salto al MuseumsQuartier, in Museumplatz 1, fermata metro Volkstheater. La città dei musei è anche piena di bar...ma magari una mostra ve la vedete.
che invidiaaa! merito di come descrivi il tuo viaggio, veramente coinvolgente ed entusiasmante, mi vien voglia di partire subito, non so per dove, ma viaggiare!
RispondiEliminagrazie Felix...credo che parte dell'entusiasmo trasmesso sia stato possibile grazie al sole...da non crederci!
RispondiEliminaquesto commento è invece per alcune cose che ho dimenticato di mettere...ovvero gli indirizzi viennesi della Titti che trovate qui: http://tittigiramondo.blogspot.com/2010/03/torta-di-alla-ricotta-con-canditi.html#comments
RispondiEliminagrazie ancora!
tra un po ti lascero un commento su quanto abbiamo discusso ieri al corso, relativamente a cibo e letteratura
RispondiEliminaJaphy tirò il tè,tè cinese, e ne versò un po in un bricco di stagno, e nel frattempo aveva attizzato il fuoco, da principio solo un piccolo falò, il sole ci scaldava ancora, e aveva trovato il modo di appenderci il pentolino e dopo un pò l'acqua bolliva e lui la versava fumante nel bricco di stagno e bevemmo il tè in tazzine sempre di stagno. Ero andato io a prendere l' acqua al torrente, che era fredda e pura come neve e come gli occhi del cielo dalle palpebre cristalline.Quindi, quel tè era in assoluto il più puro e dissetante che avessi mai bevuto in tutta la mia vita, ti faceva venire voglia di berne sempre di più, ti toglieva del tutto la sete e naturalmente gorgogliava bollente nello stomaco.
RispondiElimina''Adesso capisci perché gli orientali amano tanto il tè'' disse Japhy. ''ricordi il libro di cui ti ho parlato in cui c'era scritto che il primo sorso è gioia, il secondo felicità, il terzo serenità,il quarto follia,il quinto estasi''............
Fu una cena formidabile , il cibo sembra più buono se consumato in piccoli bocconi misurati in punta di bastoncino, senza ingordigia, ecco perché la legge della sopravvivenza di Darwin in Cina vale più che altrove: se non sapete tenere in mano un bastoncino e infilarlo nella ciotola comune della famiglia insieme ai più svegli, morirete di fame. Comunque alla fine ripuli' il piatto aiutandomi con l'indice...............
......mattoni cotti al sole di Mexicali, dove l' allegria messicana mi ammaliò più che mai, e dove mangiai in una scodella di stagno una deliziosa zuppa di pezzi di cabeza (testa) e cebolla (cipolla) cruda...........
Domani ti preparerò un' altra bella colazione, il tappabudella, hai mai mangiato un buon tappabudella all'antica amico: nient' altro che uova strapazzate e patate mescolate insieme.....
Certe volte nei weekend alla casetta c'erano dodici persone che discutevano e urlavano tutte insieme e io prendevo un pò di farina gialla di granoturco e la mescolavo con cipolle tritate e sale e acqua e ne versavo cucchiai nella padella calda(con olio) e offrivo a tutta la banda squisite focaccine da mangiare con il té.
(testi tratti da J. kerouack ''I vagabondi del Dharma''
ne avrei altri da mettere insieme a una riflessione sui boschi fatta ieri vedendo una delle foto che ci hai mostrato ma meglio fermarmi qui ciao ciao :-)
Salve!
RispondiEliminaSiamo un gruppo composto da 12 ragazzi del laboratorio "marketing territoriale nel web 2.0, TagBologna", riservato agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della comunicazione pubblica e sociale dell’Università di Bologna.
Il progetto prevede di mappare i festival e i blogger bolognesi: qui puoi trovare tutte le info su di noi http://www.tagbolab.it/?page_id=2
Per aiutarci nell'analisi è disponibile un wiki http://provatagbo.pbworks.com.
Vorremmo continuare la nostra piccola indagine aggiungendo delle interviste ad alcuni blogger di Bologna: ti chiediamo quindi qualche minuto del tuo tempo per rispondere a queste veloci domande!
Eccole :
Perchè scrivi e da quando? Da cosa nasce l'esigenza di comunicare?
Su cosa scrivi? Quanto spesso?
Cosa faresti a Bologna che ora non c’è? Cosa manca a questa città?
Secondo te, Bologna è famosa per?
Se possibile, hai un'immagine che possiamo allegare alla tua intervista? Su di te o su un aspetto di Bologna...
Grazie per la collaborazione:appena pubblichiamo l'approfondimento, sarà nostra cura mandarti il link.
TagBoLab
@renzo
RispondiEliminal'idea è bellissima. Brano del libro e ricetta, sìsì!
@giulia
RispondiEliminadovevo rispondere qui? in ogni caso...ecco...e grazie per avermi interpellata
Perchè scrivi e da quando? Da cosa nasce l'esigenza di comunicare?
Su cosa scrivi? Quanto spesso?
Ho creato questo blog nel dicembre 2008 perché amo andare a caccia di storie da raccontare e adoro cucinare. L'idea di paretenza era quella di recensire luoghi del cibo a Bologna e di aprirmi con qualche ricetta. Alla fine ho seguito questa linea, senza un ordine preciso. Dipende dalle occasioni. E comunque il focus è sempre sulle storie. Di luoghi, di gente, di accadimenti, di piatti mangiati e sperimentati.
Di professione sono giornalista, ma questo spazio è assolutamente incontaminato e non segue le leggi del giornalismo ufficiale che è legato a riti molto rigidi, seppur spesso creativi. Questa è la mia identità nel web 2.0 dove posso dare un taglio differente alla mia curiosità e al mio amore per le storie. Libero, personale, talvolta autoreferenziale, perché no, ma sempre, spero, con ironia.
Scrivo ogni settimana, ma non tutti i giorni. Spesso viaggio e porto a casa reportage, legati al cibo. Il blog è una possibilità per tutti, per esprimere una passione ma anche per sperimentarsi e capire se una passione può trasformarsi in una professione.
Cosa faresti a Bologna che ora non c’è?
Svilupperei un bel programma di progetti basati sulla partecipazione popolare. Ovvero occasioni che spingano la gente ad "uscire" dal guscio e a confrontarsi e conoscersi (la città è dominata dal sentirsi estranei, credo, e dal pensare con paura allo straniero) sulla base di un'idea amichevole e coinvolgente che dia la possibilità di proporre, imparare, prendere, dare.
Cosa manca a questa città?
Credo che a Bologna ci sia tutto. Siamo privilegiati. E anche dove la città intesa come istituzione chiude un occhio per non dover affrontare, c'è chi si prende il suo spazio e va avanti (questa elasticità e adattabilità, di questi tempi, è una fortuna) Ma certamente, non è positivo che l'amministrazione comunale mandi avanti certe cose ritenute cultura alta, invece di altre, ritenute low. E' un atteggiamento obsoleto. Mi viene da fare anche un discorso sugli spazi, come fa il nostro assessore alla cultura regionale, ci sono luoghi molto belli ma chiusi al fare. Spesso vige la legge dell'abbandono, della chiusura, dell'uso poco amorevole e intelligente delle cose. UN po' di ordine e generosità, con contenuti intelligenti non credo sia difficile da farsi, basta scrollarsi di dosso certi atteggiamenti.
Secondo te, Bologna è famosa per?
Dipende dalle scene di interesse.
MI viene in mente una ragazza e quello che mi ha detto qualche giorno fa: in Spagna o in Germania, quando c'è un giovane che balla e butta la borsa a terra oppure si siede per terra in una piazza...gli chiedono subito...Bologna? Anche se Bologna è da sempre la mortadella, la salsa alla bolognese con la carne, i tortellini. Sempre cose mangerecce...E poi per l'università e in certi ambienti è ancora e sempre la Bologna della musica...anche se sono passati un po' di decenni, Ah, in Italia, adesso Bologna è famosa anche per il suo ex sindaco.
Se possibile, hai un'immagine che possiamo allegare alla tua intervista? Su di te o su un aspetto di Bologna...
dove ve la mando?
grazie
apranzoconbea
ciao bea...
RispondiEliminati lascio la mia mail: giuliamadau@yahoo.it
scusa se non ci siamo fatti più sentire ma non mi ero accorta che avessi risposto...
ora mi occupo subito della tua intervista così la pubblichiamo!
ciao