Alex Kapranos, il gourmet dei Franz Ferdinand
Alex Kapranos è la voce dei Franz Ferdinand, la band scozzese diventata famosa - per chi la conosce - con il pezzo intitolato "Take me out".
A me FF piacciono molto e li annovero tra le band che amo ascoltare dal vivo.
Ma prima di aver successo col gruppo che gli ha permesso di fare forse già tre volte il giro del mondo, Alex è stato un cuoco e anche un cameriere. Ecco perché il Guardian un po' di anni fa gli ha chiesto di scrivere recensioni-corrispondenze sul cibo dai suoi viaggi. E' nato un libro, uscito anche in Italia nel 2007 col titolo "Rock Restaurants", edito da Fusi Orari, che può essere sicuramente una buona guida ai vostri pasti in giro per il mondo.
Alex, scozzese, è passato da Bologna per suonare un po' di dischi (nel ruolo di dj) al Covo Club, locale dove arrivò con la band alla prima tourné e io non ho perso l'occasione di questa chiacchierata nel cuore della notte.
Dove hai mangiato questa sera?
Ho il biglietto da visita...Casa Monica (via S. Rocco 16, ndr...presto ne parlerò)....Molto carino. Nella parte vecchia di Bologna, una costruzione con soffitto molto alto. Quando sono entrato ho subito amato l'atmosfera. Perché proprio nel momento in cui entri in un posto senti subito l'impatto che questo può avere su di te. L'atmosfera di un posto può iniziare a manovrare i succhi che si formano nel tuo stomaco. Bello il posto ma soprattutto lo staff dava l'impressione di trovarsi in un posto in cui era felice di trovarsi. Credo che la peggior cosa, in un ristorante, sia quando entri e non senti per niente l'attenzione. Il cibo mi è piaciuto proprio, fantasticvo. Ma mi sa che è difficile mangiar male in Italia.
Però da quel che si legge nel tuo "Rock Restaurants", praticamente solo un ristorante è stato degno di recensione in Italia...eppure tu sei stato nel nostro paese così tante volte...
Si è vero. Ci son venuto tanto e parlo di un posto a Milano. Ma è stato solo un problema di tempo e adattamento alla rubrica che tenevo sul Guardian. E poi a Milano è stato particolare, ero con amici e questo tipo di serate per me sono le migliori. Quando stavo scrivendo il libro cercavo di descrivere cos'è un pasto, che non è solo cibo ma anche atmosfera, gente, cosa succede a tavola.
La miglior cosa mangiata finora o quella che ti piace di più...
Ci sono tanti tipi di cibo stupendi di cui potrei parlare...la preserve meat, le verdure fresche, le erbe, ma quel che amo davvero è il "casual food". Camminare per strada e mangiare il più stimolante gelato che puoi trovare sulla terra. Puoi entrare nel più semplice dei ristoranti e trovare cibo molto più buono di quello che troveresti in un ristorante di alto rango a Londra. Sai cosa mi piace comunque dell'Italia in generale? Il fatto che tutti amano il cibo. In Gran Bretagna c'è una cultura per cui esistono i foodie, qualcuno che è molto dentro al cibo e deve per forza star da una parte e fare uno sforzo extra per gioire del cibo che mangia. In Italia invece tutti amano il cibo, che è carburante, qualcosa che arricchisce la vita e questo è quel che amo. L'apprezzamento universale per il cibo.
Un'attitudine verso il cibo. Lo vedi nei ristoranti, nei negozi, al mercato. Vedi come comprano e poi come preparano. In Gran Bretagna c'è quasi uno stigma correlato a mettere troppo entusiasmo nel cibo. Come se si pensasse che chi lo fa sia troppo frivolo. Perdi il tuo tempo...mi pare che la Francia vi assomigli molto in questo.
Negli anni che hai passato in cucina hai avuto a che fare con la cucina italiana? Sai cucinare cose italiane?
Veramente in Gran Bretagna trovi una cucina che è un'approssimazione di quella italiana. Perché poi quando arrivi qui per la prima volta e assaggi il cibo, ti rendi conto che la versione britannica è davvero approssimazione. E poi la profondità della vostra cucina non può certo essere appresa così, da un ricettario. C'è una profondità tale...Mi pare che i ricettari più antichi siano italiani...mi viene in mente a Ferrara, al castello estense, qui c'era una sezione dedicata alla cucina con il ricettario scritto da uno chef centinaia di anni fa. Ecco un altro esempio della storia e della profondità della cucina italiana. Noi britannici non abbiamo questa conoscenza. C'è una storia simile in Gran Bretagna, ma questa memoria è stata distrutta dall'epoca vittoriana . Nel 1800 i britannici svilupparono questo atteggiamento puritano verso il cibo. Non doveva essere troppo saporito, ti sentivi in colpa a gioire del cibo.
Un po' come successe con la rivoluzione culturale in Cina. Venne bandita la cucina imperiale e tutte le sofosticatissime ricette che arricchiscono questa tradizione culinaria...
Sì, esatto. Quel che successe in Inghilterra andava di patri passo con il moralismo puritano dell'epoca che rinnegava le spezie e i sapori. Perché nel 1600 e anche prima, al tempo dei Tudor, la Gran Bretagna era la fine della via delle spezie, c'era un gran desiderio di portare questi nuovi sapori nella cucina britannica. L'epoca vittoriana mise al bando questo senso del piacere e ci sono voluti più di cent'anni per riprendersi e forse adesso la gente è molto aperta a un rinnovato senso del piacere. Ma gli italiani non l'hanno mai perso, c'è sempre stato e non si è dovuto riscoprire nulla.
E visto che parlavi di ricettari, mi viene in mente Pellegrino Artusi, ad esempio, il cui libro è uno dei testi sacri della cucina italiana. Beh, lui se lo pubblicò indipendentemente perché non c'era editore che credesse in questo scritto forse troppo innovativo...un pòo' come succede con la musica indipendentente. Artusi come Franz Ferdinand...
E' vero è la stessa storia...ci sono veramente paralleli tra le case editrici e discografiche. Le major non sono interessate all'innovazione, piuttosto alla reputazione. Qualcosa che già sanno che può funzionare perché già esiste e ne vuole di più. Se tu proponi qualcosa di nuovo che la gente non ha mai sentito devi far da solo e provare al mondo che vale.
Vorrei concludere questa chiacchierata chiedendoti se hai una ricetta del cuore...
Guarda, io sono in giro molto per concerti, mangio ovunque e non sempre bene. Quando arrivo a casa in Scozia dopo una lunga assenza quello che adoro fare è cucinare in una vera cucina e farlo per gli amici. E così vado nell'orto e sono felice di vedere quel che c'è, che m i ispira moltissimo. Diciamo che la maggior parte delle volte sono proprio gli ingredienti che mi ispirano il miglior piatto.
Bella questa intervista!Un abbraccio
RispondiEliminabell'articoletto! E non sapevo, per esempio, che il cantante dei FF fosse appassionato di cibo!
RispondiEliminaAndrò a cercare sulla versione online del guardian qualcosa circa la rubrica a cui accenna...
salve Elisa! grazie...in verità forse ho dimenticato di dire che questi articoli sono usciti sull'internazionale e li trovi qui: http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=55
RispondiEliminagrazie Mamma Grazia...così unisco le passioni tra cibo e musica...
mi capita di ricordare il refrain 'I love the sound of you walkin' away' almeno una volta al giorno :)
RispondiElimina;-) fedeccino....a me i FF mi mettono sempre in uno stato di buon umore primaverile...anche un po' malinconico a volte!! buona giornata.
RispondiElimina...ero al Covo anche io... ci saremo viste di nuovo senza sapere chi siamo... mi diverte un sacco 'sta cosa... anche se devo ammettere, il suo libro, che avevo recensito sul mio blog e ho letto con un certo grado di spettativa, è stato piuttosto deludente... lo preferisco come cantante!!! ;)
RispondiEliminaciao Antea!!! ma sai, secondo me chissà un quante altre occasioni ci stiamo incontrando.. eh eh...prima o poi, ma andiamo avanti così ancora un po? ;-) Credo che il libro sia meno interessante degli articoli pubblicati di settimana in settimana, l'idea originale ha perso verve, mentre leggere ogni settimana le recensioni di ristoranti da un artista che apprezzi è molto divertente. E poi uno che ne sa perché ha fatto il cuoco...quindi dai, lo promuoviamo come recensore, cuoco, musicista...ma non certo come dj, vero? il suo dj set era pieno di bei pezzi buttati fuori un po' così...non chiediamo di saper mixare che nel rock non va nemmeno, però almeno il senso continuativo del ritmo....MMMM a proposito...bentornata!
RispondiEliminaGrazie!!!! Concordo con te!!! Diciamo che la fama lo ha aiutato molto, mille persone scrivono meglio di lui, e mixano meglio anche... Inoltre sono diventata piuttosto intollerante alle situazioni dove c'è musica ma non si può ballare... Che poi manco ballavano erano tutti li a far foto... vabbè, sarà il tempo che mi rende polemica... E' un periodo un po' particolare, cercherò di apparire più spesso!!!
RispondiEliminaguarda...non credere che non ti capisca...però è così, in queste situazioni la gente è lì per far foto e guardare...del resto certi artisti li chiamano a fare i dj per sortire questo effetto...in ogni caso fortunato Alex che l'han tratto molto bene e l'han portato a casa monica, tra imiei ristoranti preferiti non ancora recensito solo perché quando un posto mi piace tanto vorrei fare un super post! CON FOTO MEGA...ecco, insomma, ansia da prestazione...
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