Il cibo di strada fa festa a Cesena
Il cous cous appena sfornato dal workshop di Chef Kumalè come antipasto, arepa venezuelana con tonno, acaraje brasiliano classico e empanada peruviana con formaggio e mais come primo, frittura romagnola come secondo, un morso di panelle siciliane come intermezzo e ancora polpettine di pesce tailandesi e poi l'abarà dubrasiù prima del succo energizzante alla Graviola. Che l'ho inteso un po' come dolce...anche perché dopo tutto questo mangiar di strada non ce la facevo più. Per accompagnare i solidi: te' alla menta marocchino (shai bi naanaa) e te' indiano alle spezie (chai masala). Infine caffe nella napoletana del Guatemala.
Dalla mia lista ho depennato la cancha peruviana, ovvero il mais bianco fritto al sacchetto e il brik marocchino con riso e tonno...perché erano già finiti. Ma è stata una gioia comunque visitare il festival internazionale del cibo di strada di Cesena, sesta edizione, prima volta per me. E prima volta anche a Cesena (seppur la terra della mia nonna materna)...quindi visita alla città e alla splendida biblioteca Malatestiana.
Il concetto del festival è molto bello e perfetto nella sua semplicità. E, per essere così semplice, alle spalle deve avere una preparazione complessa o comunque una rete di contatti e organizzazione enorme. Perché è un festival ricco di contenuto. In più tutto funziona anche se di gente ce n'è proprio tanta.
Va in scena in una piazza del centro storico con tutti gli stand, nemmeno troppo belli esteticamente (molto festa di partito), uno dopo l'altro, ma con essenza speciale, di spessore. C'è gente ovunque che mangia. Tutti con qualcosa in mano. In piedi o a sedere nei tavoloni, a mangiare chiacchierando. Son sicura...di cibo. Ascoltare i discorsi della gente è meraviglioso. Soprattutto i signori e le signore romagnole che fanno i paragoni tra la cucina della loro terra e tutte queste cucine nuove! Ma c'è grande entusiasmo nell'aria. Per ore e ore l'unico movimento che si nota senza interruzione è quello della masticazione...con sorriso.
Quest'anno le terre ospitate erano Emilia, Romagna. Liguria, Toscana, Sicilia, Puglia, Campania, Alto Adige (mi son fatta scorta di qualche brezel appena fatto!), Provenza, Grecia, Spagna, Marocco, India, Brasile, Venezuela, Messico, Perù, Argentina, Tailandia. Belli gli incontri di spiegazione-degustazione su cous cous e acaraje, il piatto tipico della cucina afro-brasiliana (da Bahia) composto di fagioli, cipolla. gamberetti che per me è stato un tuffo nel passato: il mio viaggio a Bahia e in BRasile tanti anni fa. Le donne piene vestite di bianco che ti farciscono questi panini-polpette fritte spaccati a metà.
chiosco di piadine con numero civico |
che peccato, non sapevo ci fosse....
RispondiElimina:(
ma che bello!!!
RispondiEliminaelisa_ una bella esperienza. tra due anni torna!!!
RispondiEliminaMirtilla_grazie...e buono...TUTTO