A scuola di pollice verde col Maestro Giardiniere (che viene in radio!)


il maestro giardiniere Carlo Pagani nel suo regno. Ieri mattina sono andata in gita a Budrio, a trovarlo nel suo bosco di 5 ettari con giardino, vivaio, orto e frutteto. Che bellissima esprienza e che fortuna! Non me ne sono tornata a casa a mani vuote... nel cestino albicocche, pesche, perine e nel sacchetto aglio e lattuga. Poi la mia meraviglia e sorpresa: passeggiando, la prima pianta che mi ha colpito  ho scoperto essere quella cui avevo letto la sera prima su Green Me mentre cercavo piante anti zanzare, ma la foto mostrava una specie diversa e non sapevo fosse la stessa: l'ho puntata e quando il Maestro ha pronunciato la parola "monarda"...non potevo crederci. Beh, me ne ha regalato una piantina :)

Ad un certo punto, mentre passavano le settimane e io mi preparavo mentalmente a terminare una bella stagione di Apranzoconbea radiofonico, mi è venuto da pensare come si chiude una stagione. Magari si fa un po' di "best of", oppure si tirano le somme (che poi l'ho già fatto a natale), oppure....oppure si fa chiusura col botto! E fuochi d'artifici siano. Sul balcone, in terrazza, in cortile, nel vostro giardino, magari nel bosco. Insomma, venerdì 29 chiudo Apranzo chez Nino su Radio Città del Capo, sempre alle 11, con un ospite specialissimo che per coincidenze carine ho conosciuto la settimana scorsa. In radio, e non al telefono, quindi, proprio proprio in redazione ci sarà Carlo Pagani, il Maestro Giardiniere. Famoso volto televisivo di Leonardo, canale per cui ha realizzato vari format, e penna di Gardenia, Pagani è però un bolognese di Budrio, ecco perché farà un salto in radio. Dal suo bosco alla città non ci mette poi così tanto. E sarà interessante averlo ospite perché potrà rispondere live a tutte le vostre curiosità in fatto di orto e giardino. Io, per dire, quando la scorsa settimana sono andata alla presentazione del suo libro "Il maestro giardiniere" (Giunti) alla Feltrinelli, gli ho fatto un sacco di domande perché ho il giardino un po' inguaiato. Tanto per dire ho rapato a zero la mia menta infestata da un funghetto. Ma dopo il suo incontro ne so di più. Quindi, questo è un invito: se avete delle domande perché anche voi avete problemi verdi oppure state per cominciare l'orto o per piantare, chessò, un melo o decidendo come fare il giardino...scrivetemi qui sul blog e alle domande saranno date risposte in diretta. Oppure la mattina stessa chiamate per telefono allo 051 241910 o scrivete per email diretta@radiocittadelcapo.it. 
Mi pare una gran bella occasione!!!!




ieri mattina, colta e mangiata

Insomma, raccontavo che ieri mattina sono andata in gita a Budrio. Anzi, per andare dal Maestro si volta appena prima del cartello Budrio. E, tra l'altro, per me, è stata anche occasione per un bel ricordo perché dove mi aveva dato appuntamento, lo snack bar Cento, era proprio all'altezza di via Passo Pecore, dove abitava da ragazzina una delle mie compagne di liceo amica, oltre che compagna, Elisa. E io più volte ci sono andata, nella sua bella casa col giardino, a giocare. Mi piaceva un sacco!
Vabbè.
E comunque, all'ombra di alberoni secolari e seduta al tavolo accanto al rifugio con cucina che Carlo si è costruito con vecchie porte finestre che erano appartenute al primissimo Flora 2000, la mitica serra da lui lanciata nel 1969, abbiamo fatto un po' di chiacchiere.




perine e fiorellini
tavolo da lavoro
monarda "Cambridge Scarlet", cocca del Maestro che me ne ha regalata una! Ho letto che in inglese la monarda è detta anche beebalm e Oswego Tea, perché il papà della botanica americana John Bartram (che la introdusse in Inghilterra)scoprì che a Oswego, vicino a New York, gli indiani ci facevano il te' con le sue foglie che sanno di bergamotto. Il nome monarda è stato dato a questa pianta dal medico botanico spagnolo Nicholas Monardes che la descrisse anche come una sorta di bergamotto, visto che l'odore glielo ricordava.
fiore di aglio francese
questo fiore è una come una bellissima e diafana signorina inglese


il fiore della cipolla...da tutti i fiori, il Maestro tra semi nuovi ogni anno. Nelle piante aromatiche, ad esempio, si fa seccare il fiore e poi, come spiega nel suo libro "Il maestro giardiniere" si prende una bottiglia di plastica tagliata, si tagliano velocemente i fiori dentro la bottiglia. Poi al tavolo di lavoro si scrollano i semi e si mettono in bustine o barattolini con nome e data di raccolta (pag. 219). A pag. 225 del libro c'è una dettagliata descrizione fotografica di come avviene la raccolta dei semi di pomodoro


antiche perine che il mercato ha messo da parte perché troppo piccole per essere seducenti...io le adoro!

i frutti senza buchetti e vermini non è detto che vengano trattati con pesticidi: basta una bottiglia con acqua zucchero e aceto e le farfalle che bucano la frutta e depositano la larvetta...rimangono stecchite perché entrano a bere questa mistura di cui vanno ghiotte, attirate dal coperchietto giallo, colore che amano. La cosa è assolutamente naturale, anche se un po' crudele, no? Ma del resto ognuno può far la sua scelta, mele perfette o coi buchini


wow!


Come nasce il tuo lavoro di Maestro Giardiniere?
La mia passione per il verde nasce già dall'età di sei anni, quando mia mamma, visto che aveva l'orto e io andavo sempre a curiosare, mi fece fare la mia prima piccola produzione con dei ravanelli perché crescono in fretta e quindi danno subito soddisfazione. Però è stato proprio il motivo in cui mi sono appassionato e da allora ho sempre amato occuparmi di queste cose. Alle superiori ho scelto agraria, anche se ai miei genitori, negli anni sessanta, quando tutti andavano a lavorare in fabbrica, non piaceva come scelta. E nel 1969 ho aperto Flora 2000. La passione è fondamentale per questo lavoro, ma credo per riuscire bene in qualsiasi cosa e se non ce l'hai puoi sempre acquisirla, soprattutto in questo settore dove, il risultato è talmente gratiificante, che te la fa nascere.

Però adesso, occuparsi di certe cose come l'orto, è diventata una moda...
Il verde, di mode, ne ha avute tante. C'è stato il periodo del giardino naturale e delle rose, poi la gente ha capito che è meglio coltivare le cose che vivono bene nel nostro territorio. Da un po' di tempo, con la cementificazione che avanza, la gente ha sempre più fame dii verde. E l'orto è stato il primo giardino dell'uomo che, se inizi e vedi dei frutti, ti conquista.


Che rivoluzione portò Flora 2000 nel mondo del verde?

Nel 1969 il giardino non era uno spazio organizzato...c'erano fiori piantati con la mitragliatrice...uno qua, uno là..



Quali sono tre consigli basilari per fare un buon orto?
Al primo posto c'è il sole. Spesso le colture non ci vengono bene e crediamo di avere il pollice nero, invece è perché non abbiamo messo le nostre piante abbastanza al sole. Poi certo c'è l'orto a mezz'ombra che va bene per gli ortaggi da foglia o da radici. Per pomodori, peperoni, melanzane e cocomeri, tanto sole.
La seconda questione è quella dell'acqua, ogni fiore o ortaggio ha diverse esigenze e bisogna impararle bene. Infine c'è la questione terra che se non è abbastanza buona la si fa diventare tale con i fertilizzanti che devono essre organici. Non basta fare un bellissimo pomodoro, bisogna farlo con una buona terra.

Cosa significa organico?
Significa di estratto animale. Uno dei più diffusi e antichi è la cornunghia, molto usato anche per le coltiivazionii biodinamiche. 

Ma se si usa un concime di questo tipo per le piante, ai vegani la cosa non piacerà tanto...che alternativa possono avere? E come fanno a sapere se le verdure che acquistano vengono da un terreno trattato così?
Il concime minerale, è un'alternativa, azoto, fosforo, potassio. Ma bisogna stare attenti alle dosi. Con la cornunghia non hai di questi problemi. Sta anche in questo, nel sapere cosa ci metti nel tuo terreno, il piacere di far l'orto da sé. La tracciabilità l'hai per forza. Nella verdura che compri, spesso non ce l'hai. Come spesso dico, il nostro futuro è il passato.

Cosa consiglia a chi volesse provare sementi nuove?
Appena arrivo in una città nuova, entro nel garden center locale e vedo cosa c'è. La stessa cosa succede alle fiere all'estero e potete farlo coi negozi di fiori delle città che visitate, anche all'estero (a questo proposito consiglio il negozio di sementi che c'è all'aeroporto di Amsterdam...da perderci la testa!). Al momento, ad esempio, va molto il tartarello, un cetriolo dolce abruzzese.

Cosa rappresenta per lei questo bosco?
E' il capolinea dii una vita vissuta da imprenditore in Italia e in giro per il mondo. Per 10 anni in Algeria e Nordafrica ho fatto giardini a personaggi prestigiosi. Inoltre negli anni Trenta era di mio nonno, facoltoso commerciante di animali, che dovette rinunciarci sotto il fascismo perché non volle prendere la tessera e così il regime gli tolse la clientela. Vendette a un naturalista che non volle più coltivare nulla e quando nel 1990 lui morì, riuscì a ricomprarlo. Riebbi indietro la mia "foresta dii Sherwood".


a venerdì!





Commenti

  1. Conosco di fama Carlo Pagani tramite mia madre, da decenni appassionata di giardinaggio. Ho visitato anni fa Flora 2000 in occasione di una mostra di piante e devo dire che non sarei più uscita di là!! il mio sogno: un orto, un giardino dove poter piantare di tutto.. magari un giorno!! baci bea, a domani!!

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  2. come te, anche io ho la mamma giardiniera! il suo giardino a Pantelleria non è come quello del Maestro, ma quando vado a trovarla mi fa sempre tanto sognare!

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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