La Bodeguita di Juan Alberto: un'idea di Spagna a Bologna
NON ESISTE PIU'
conchiglione Gerardo di Nola, polpo, ricotta e scorzette candite di limone |
"Beh.... veramente non è che vai lì e ti devi proprio aspettare la cucina dell'osteria più tradizionale di Spagna. C'è la Spagna, c'è Valencia ma anche quella necessaria creatività che a volte trovo fortunatamente nella nostra cucina bolognese". Ecco, se devo spiegare a qualcuno cos'è la Bodeguita, cosa sono i suoi piatti che sanno di Spagna ma anche d'Italia e anche di un pizzico di Francia e chissà, forse più avanti anche di qualcosa d'altro, mi viene in mente questa cosa. La cucina non è una cosa immobile nel tempo e gli chef, che le cose di un tempo le sanno benissimo perché le hanno studiate, sono capacissimi di riproporle... poi, come scriveva l'Artusi, quello che oggi è tradizione, un tempo è stato innovazione. L'abitudine manipola la nostra percezione delle cose.
In più oggi - forse rispetto a un tempo - è che a rompere le uova nel paniere della tradizione...ci si mettono anche tutte quelle sollecitazioni che arrivano da un mondo pieno di stimoli, linciato universalmente e digitalmente, con gusti e sapori a portata di un click o semplicemente di poche strade da casa. Mettiamoci poi il fatto che un locale si ritrovi guidato da un patron che non è rimasto chiuso nel suo appartamento Bologna tutta la vita, ma che nella sua esistenza abbia viaggiato, assaggiato, sperimentato, goduto, sofferto, voluto provare esperienze forti... tipo lasciare la Spagna per l'Italia e decidere di vivere anche tre anni in Franciacorta... ecco che allora la cucina iberica sarà la sua cucina iberica. Senza presunzione per fortuna. Le ricette sapranno e profumeranno di quella terra, ma avranno un cuore unico. In questo caso di Juan Alberto, il patron e oste della Bodeguita che dalla scorsa estate ha aperto vicino a via Marconi, in un posto che noi bolognesi abbiamo visto trasformarsi negli anni senza però mai conquistarsi una vera personalità. Che sia arrivato il grande momento?
un tocco di verde, apparecchiatura minimale e la tovaglietta di carta che racconta un po' di cose sulla Bodeguita
Alla Bodeguita ci ho ronzato attorno, da brava ApeBea. Ne sentivo parlare in giro, era il nuovo ristorante spagnolo in città che faceva le tapas d'autore. E avevo voglia di andarci da tempo. Poi un giorno ricevo un invito per andarci a pranzo con Blue e son pronta, col pedale della bici già inforcato... vogliamo andarci perché è ora e poi nel frattempo sono arrivati anche due nuovi chef allievi di Ducasse....ma purtroppo l'appuntamento sfuma. Senonché, qualche giorno dopo, ricevo un'email molto interessante da una persona che conosco e che, in qualità di ufficio stampa, mi invita a provare la Bodeguita. Penso ancora una volta che le coincidenze siano una di quelle cose serie che mi fa sempre impazzire di eccitazione universale. Ci penso su due minuti, perché solitamente dove vado a mangiare pago sempre, e decido che agli inviti, comunque, se ti piacciono, devi sempre dire di sì. Se non ti piacciono declini cortesemente e proprio non ci vai. No?
Ed entro così alla Bodeguita pochi giorni prima della fine dell'anno, un sabato sera, assieme all'Adorabile, per provare alcuni piatti che già alla lettura sollecitano il mio palato.
Il menu è minimale, poche portate ma assolutamente perfette. Giusto la carne mi frena da ordinarne alcune, ma a questo ci pensa l'Adorabile, appunto.
Pochi piatti ma mille ingredienti e questo mi piace moltissimo. Ingredienti eccellenti, sapori deliziosi, conoscenza, creatività, nuovi stimoli culinari, gentilezza, saperci fare, ambiente confortevole, elegante e informale, porzioni equilibrate. Tutto questo finisce in una capasanta su gelatina di crostacei e cavolfiore con pezzettini di lombo (lomo Guijuelo iberico...che ho gentilmente messo da parte), in un foie gras con frutta e verdura di stagione (al momento rapa rossa, mela cotogna, castagna e una verdurina parente del daikon), nelle conchiglie Gerardo di Nola con polpo, ricotta e scorzette candite di limone. E poi nella paella di pesce che va presa per due (costa 36 euro in totale e potete anche decidere di mangiarvela da sola!). E infine in uno dei miei piatti preferiti, un dolce, l'idea di crema catalana.... Ecco non aspettatevi che andate lì e trovate la tipica crema catalana e poi non la trovate e parte un tormentone di nostalgia che rimanete depressi tutta la sera! Questa è un'idea....appunto. Per me, una vera opera d'arte, nel senso che a guardarla continuavo a rimirarla e non mi decidevo a mangiarla...troppo carina. Ma di quelle carine edibili e sostanziose, perché al posto del latte c'è pure la panna e sopra la nostra crema c'è la frutta (pera williams, prugna, mela cotogna e uva) cotta nel burro (ecco il tocco francese della chef pasticcera fiorentina cresciuta alla corte del tristellato Louis XV di Montecarlo, Ilaria di Marzio, nemmeno trent'anni, che lavora accanto al compagno chef Matteo Lorenzini) con vaniglia e zucchero, che viene poi caramellata (ecco la crosticina della catalana) e bagnata con il sughetto di cottura. Ad accompagnare la nostra cena un vino al calice a testa piuttosto che una bottiglia, una bollicina spagnola, Saniger Brut Reserva (6 euro un calice) e uno fermo delizioso e profumato, il Menade Verdejo bio. La carta dei vini è esilarante, con moltissimi biologici e biodinamici, e chi ama questo settore si divertirà parecchio. Una cena come la nostra vi costerà sui 35 euro a testa, compreso il servizio con un cestino del pane da urlo (in particolare la focaccia ai 7 cereali). |
la tavola con le tovagliette e le posate dal design accattivante, la capasanta adagiatain una crema di crostacei e cavolfiore |
l'ambiente è luminosissimo di giorno e i colori delle verdurine che accompagnano il fegato d'anatra brillano in un gioco di corrispondenze con piante e bicchieri. |
l'idea di crema catalana e una parte dei vini |
Nel bel mezzo della cena o mentre si attende di essere serviti, (comunque non abbiamo aspettato tanto, nonostante in sala, durante un sabato sera di sold out, ci fossero solo Juan Alberto e un cameriere) si può leggere uno dei libri della piccola biblioteca e prima di andare via si possono anche acquistare specialità spagnole e vini
via Majani 1
0514124879
aperto pranzo e cena, chiuso la domenica
Commenti
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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea