Le 10 gastro-mete bolognesi più conosciute dai turisti: Caffè Zanarini

un pranzo da Zanarini

Venerdì è cominciato l'Anno Zero a Bologna. Con il primo giorno di apertura ufficiale del Mercato di Mezzo nel quadrilatero, aka il cuore commerciale della Grassa (e Dotta) è iniziata l'operazione "Benvenuti a Bologna", che la nostra istituzione dedicata al turismo nutrirà, curerà, farà crescere, con l'intento di attirare viaggiatori all'ombra delle Due Torri, affascinandoli con la pagina della gastronomia, mai scritta così bene come negli ultimi anni. Non uso "attirare" con ironia, ma nel suo più puro significato che città come Firenze o Roma conoscono bene e da tanti anni, avendo curato il turismo con devozione. Se i due centri nevralgici delle vacanze italiane sono quelli, come riportato da varie classifiche che si possono consultare in giro per la rete, soprattutto quelle realizzate sulla base della notorietà misurate dalle recensioni e inserimento dati nelle guide partecipative, il motivo è il feedback dei turisti. Più visite, più raccomandazioni. Bologna è stata a lungo il fanalino di coda, recentemente c'è stata una ripresa conseguente alla rivoluzione urbanistica che ha incentivato lo spirito imprenditoriale di carattere gastronomico, ma adesso, da venerdì, è pronta per un nuovo grande lancio. Almeno per quel che riguarda le sue ricchezze e bellezze mangerecce ora più strutturate e cattedralizzate (e autogrillizzate dice qualcuno).  Per celebrare questo momento di passaggio, io e Bea abbiamo deciso di fare il nostro debutto nella Bologna turistica. Di provare 10 delle gastro-mete più conosciute dai visitatori che seguono i consigli generalisti e ben poco curiosi, ancora divulgati da molte guide. O che cedono alla bellezza di un luogo e scelgono, di conseguenza, il ristorante  il caffè o la trattoria che lì abita. Appuntamento alle 13,40 al Caffè Zanarini, per un pranzo sotto l'ombrellone. E se avete voglia, vi chiedo di dirci qual è per voi, un monumento gastronomico del turismo tradizionale locale, da testare assolutamente.




la crema di piselli con le seppioline scottate è molto deliziosa

Se come me siete nate (i) a Bologna ma bolognese classica vi siete sentite sempre poco, ecco che da Zanarini vi siete sempre tenute bene alla larga. Figuriamoci, negli anni Ottanta questo era il covo dei fighetti felsinei che, appunto, si chiamavano Zanari. Timberland, moncler, burlington, vespino. La Bolobene dell'epoca, insomma. Con cui io andavo a scuola, perché frequentavo il liceo linguistico internazionale di via Boldrini, che era notoriamente una scuola fighetta soprattutto perché era privata e costosa. Ma insomma, i miei ci tenevano un sacco che ci andassi e imparassi le lingue, e così mi iscrissero. A me, metallara, che minacciai di boicottare l'iscrizione se non mi mettevano in una classe mista dove si studiava tedesco perché io volevo imparare la lingua di Metropolis e degli Espressionisti. Quindi io, con il chiodo e le clark e il motorino maraglio e la residenza a Rastignano, cosa ci andavo a fare da Zanarini? Brrr…
E' sempre stato un posto da fighetti, di tutte le età. Ma anche un bar per turisti, perché occupa una posizione formidabile, soprattutto quando arriva il caldo e compaiono i tavolini con gli ombrelloni. E' sotto al Pavaglione, vicino a Galleria Cavour (dietro l'angolo), vale a dire shopping-promenade delle firme, vale a dire Satana. Il turista ci va perché ci sbatte contro. E perché, comunque, le vetrine sono lussuose quanto quelle di una boutique, anche se l'interior è figlio della standardizzazione e delle fiere. La gestione è mantovana, dei pasticcieri Antoniazzi. E, dopo averci preso un caffè lo scorso autunno, ci sono tornata per pranzo con Bea, per vedere l'effetto che fa. Con uno stato d'animo particolare, perché andare nei posti fighetti e fare cose "da turisti" mi provoca sempre un po' di brividini. Come se stessi per fare qualcosa di proibito.



L'arrivo da Zanarini era stato preceduto in mattinata da una telefonata con prenotazione, perché andarci di questi tempi o prenoti o fai la fila e aspetti un sacco. Se vuoi sederti fuori e pranzare, intendo. Mi son dimenticata di specificare "posto un po' esterno sotto all'ombrellone", che invece è importante chiarire dove e come volete stare, se si può. Quando siamo arrivate, infatti, il nostro tavolo era esterno e in pieno sole e ci volevano fare accomodare là, quando io ho avuto un esplosione da tipica turista americana che non manda mica dei messaggi cifrati. E il cameriere, comunque gentilissimo, ci ha aperto l'ombrellone. Tutto a posto. Tavolo perfetto. Eccoci davanti al menu che ricorda quello delle gelaterie Nuovo Fiore,  pieno di pagine con proposte e foto un po' plasticose, ma fondamentalmente senza particolari suggestioni. 
Se non nelle proposte del giorno. Dalle quali io mi faccio catturare al volo, perché voglio andare al di là del club sandwich (anche se è roba serissima, lo so) e del menu degustazioni che, col senno di poi, sarebbe forse stato da prendere, quello del punto -2 che prevede sfiziosità aperitivo, piatto a scelta del menu del giorno, 1/2 litro d'acqua e caffè a 18 euro… E insomma, vogliosa di testare la cucina, ho scelto un piatto del giorno, la crema di piselli con sepiolite scottate (ogni giorno c'è anche un panino gourmet a 9 euro, due piatti bolognesi a 9,50 o 11 euro, e 5 proposte giornaliere dai 9 ai 14 euro)), che è costato 9 euro…esattamente come il centrifugato fragole-mela. 9 euro… Che poi ho capito un po' di cose nel mio rapido consulto alla fiera dell'ovvio. Mai prendere quello che non è in menu o al massimo chiedere sempre quanto costa. Il turista (ma anche il bolognese) dovrebbe sempre farlo, senza vergogna, non è più tempo per ordinare con ostentata indifferenza. Bea, invece, ha scelto un'insalata, la "sfiziosa", dalla lista "crudità-salads" con 5 tipologie e prezzi dagli 8 ai 10 euro. Siamo state bene e ci siamo divertite a osservare i turisti felici per il sole e per trovarsi in un posto così bello: a destra San Petronio, dietro il portico, a sinistra ancora portici e negozi e davanti…davanti il bel palazzo oscurato però dal camioncino della pasticceria, parcheggiato lì tutto il tempo. Vabbè. Esaminando lo scontrino vedete che non c'è coperto e, se togliamo la iconica centrifuga, il conto sarebbe stato molto giusto - il coperto è assente- non più salato di altri posti. Quindi un pranzo da Zanarini è forse più consigliato, per godere di tutta l'atmosfera e la modalità turistica, di un drink al tramonto.


Commenti

  1. niente...la Bea tira fuori la parte esteta che è in me e che non sapevo di avere :)
    accostamenti cromatici a parte (che meritano la nomina al fashion award), parliamo di quel delizioso orpello con felino che fa capolino dal suo anulare?

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    1. eh Ivana, quella ragazza è sempre capace di stupirmi e divertirmi un sacco. quel gattino mi ha conquistata e s'è meritato la copertina:)

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  2. Ci sono stata per un aperitivo non tanto tempo fa e devo dire che l'esperienza non mi aveva esaltato. Ci sono posti migliori, ad esempio Gamberini. A parte i 9 euro per il centrifugato devo pero' dire che mi aspettavo si spendesse di piu'. Probabilmente hai ragione, meglio per pranzo che per l'aperitivo

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  3. Elenuccia, Gamberini sarà una delle prossime tappe. Ma io in generale mi ci trovo bene per pranzo, colazione e a volte aperitivo, anche se io in generale non sono un'amante dell'aperitivo. E' proprio quello che ho pensato di Zanarini: non è costoso a pranzo, però poi ti fulmina sul beveraggio!

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  4. Al Diana vorrei andarci io, ebbene si! ci stavo pensando proprio in questi giorni.... non ci sono mai stata in tutti i miei anni (non dico quanti!) di Bologna.

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  5. Andän bàn tòt al Diana!!!! :) presente l'anarco-club tra argenti e camerieri in livrea? :D

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    1. ah ragazze, se volete, si va! ben felice (io cosa mangerò non lo so…anzi, lo so, no?)

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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