Mangiarini giapponesi con Saori Suzuki al Banco del Vino
Saori Suzuki e i suoi mangiarini al tavolo del Banco del Vino |
La scorsa settimana ho mangiato tantissimo e fuori, perché sono accadute parecchie cose in città, ed è per questo che nel weekend ho deciso di stare a stecchetto. Chiudendo domenica sera con riso all'olio, patate lesse e verza. Ma proprio alcuni mangiarini "frugali" (che poi vabbeh, robine giapponesi e piadina, di che parliamo?), se di grande stile, possono suggerire le riflessioni più potenti. E proprio di mangiarini trattasi, ma con una buona percentuale di cura, fantasia, conoscenza e radici forti. Mi sento un po' criptica, ma voglio semplicemente dire che il menu calibrato del weekend mi è servito per ragionamenti che mi hanno portata un po' più in là nella mia ricerca culinaria, facendomi anche capire alcune cose di me riflesse in altre esperienze: o del come finché la cosa che cerchi non la trovi, potrai incontrare esperienze che ti soddisfano, ma sarà solo questione di tempo e ti annoierai. E' successo un po' così con il Banco del Vino, che cambia pelle per la terza volta e diventa la prima trattoria giapponese della città con la cucina di Saori Suzuki, chef tokiota da un po' di tempo in Italia.
mangiarini giapponesi |
I ragazzi del Banco del Vino, Maurizio e Manuel, li conosco ormai da tanto tempo e se vi ricordate ho raccontato la fine del Banco con la pizza e l'inizio dell'esperienza fusion qualche mese fa, prima di Natale. Mi piace seguirli nella loro ricerca di una proposta culinaria che coinvolga la loro curiosità, le scoperte, l'intuito che si acquista più si conosce e si maneggia la materia del cibo. Perché in cucina è tutto un sentire, uno sposalizio di sensazioni ed esperienze che ci lanciano in un'avventura piuttosto che in un'altra. E così, quando c'è qualcosa di nuovo in tavola, mi piace andare a curiosare: certo che dalla pizza, una delle più buone della città, di strada ne hanno fatta. Ma del resto, quello che volevano - lo chef giapponese - non era facile da trovare, se pensiamo che nemmeno i ristoranti dedicati alla cucina del Sol Levante di Bologna ne hanno uno (se ce ne sono, vi prego, correggetemi). Poi, insistendo, ricercando, non arrendendosi, è arrivata Saori Suzuki, chef di Tokyo in Italia già da un po' e con esperienze in altre parti del mondo. Con lei in cucina la carta si è rinnovata ed è arrivata la freschezza di un menu deliziosamente timbrato con faccina e fiorellini che potete leggere accanto all'entrata. Zuppa di miso, palamita al tataki, pesce del giorno al teriyaki fatto in casa (anche lo zenzero è marinato da Saori ), tempura di mazzancolle e verdure, polpette di pollo tsukune, crocchette di soya, insalata di tofu giapponese, carpaccio di ombrina, zenzero e limone e anche i maki. Ecco, vi ricordate quel che dicevo a chiusura del post su Yoshi una decina di giorni fa? Che prima o poi in città sarebbe stato necessario andare oltre la cucina cinese o giapponese didascalica, quella da manuale, insomma, con piatti codificati internazionalmente per non dispiacere i locals? Il pensiero che ho avuto mentre mangiavo i manicaretti di Saori, era che per la prima volta sul menu non c'erano barche e non c'erano pagine con le declinazioni del sushi. Piuttosto alcuni piatti semplici ma gustosi... che solo un giapponese può preparare con spontaneità, perché con quei sapori è cresciuto. E allora può osare di più e giocare con le cotture, rispetto a chi è chiamato in quanto cuoco diplomato, a seguire una carta ormai digerita e piena di sicurezze "perché se non metti cose così i bolognesi mica ci vengono". Sabato a pranzo, io ho avuto il privilegio di assaggiare un po' di cose in un piatto delizioso, che se lo facessero, sarebbe l'aperitivo più bello della città: fagiolini e patate viola in salina di miso, sesamo, aceto di mela e un goccio di olio d'arachidi, loto con carota saltata con olio di sesamo, salsa di soya, mirin e sale con spolverata di sesamo tostato, daikon e zenzero grattugiati con aceto di mele, salsa di soya e miele e San Pietro temperato in salsa teryaki oltre alla palamita tattici. Finalone con zuppetta di miso. Naturalmente, con grande coerenza, il Banco del Vino è ancora tale con vini, taglieri e atmosfera da vineria.
Banco del Vino con la cucina giapponese di Saori Suzuki
via Mentana 3, Bologna
051273832
aperto a pranzo e a cena fino alle 24 (cucina fino alle 23,30)
chiuso domenica e lunedì
Arigatò, Bebe-san ;-)
RispondiEliminaecco qui Wanda chan alla riscossa!!!!
EliminaBuon indirizzo. Ho mangiato la cucina giapponese in tante città ma a Bologna esiste solo il sushi e company... la tua descrizione mi porta dritta dritta a conoscere Saori Suzuki. Ciao cara, Marica
RispondiEliminaciao Marica! secondo me questo posto farà la differenza, soprattutto in fatto di menu. altri che ci sono a Bologna sono ottimi, per la qualità, ma di "Veri" mangiarini, ancora non se ne erano visti!
EliminaEra fantastico e Saori era davvero bravissima. Se ne sentiva la mancanza a Bologna.
RispondiEliminaPurtroppo è durato poco: il Banco del vino ha improvvisamente chiuso (pare definitivamente) pochi giorni fa, con grande dispiacere di chi lo amava anche nella nuova versione...