Pane, biscotti, grissini coi semini e bagel al Forno di Un Chicco



Non so se anche negli altri paesi del mondo il forno/panificio è meta di snack per il pranzo. Mi spiego: ovunque, ormai, ci sono forni meravigliosi con banco per la vendita e pure sedute e appoggi per mangiare sul posto (un format diffusissimo nei paesi più contemporanei), che naturalmente attirano il pellegrino della mezza, ma il forno punto e basta è internazionalmente un fido compagno di veloci mangiate? Mi sono posta la domanda mentre andavo qualche giorno fa al saccheggio di un forno che mi piace parecchio in via dei Falegnami, dove il suo arrivo ha ancor di più sottolineato la distanza d'intenti e atmosfere che c'è tra la parte destra (con portico) e quella sinistra di questa dolce via bolognese.



quanta roba!

Ci passo spesso in bici da via Falegnami e quindi, come mi è successo per altri negozi, ristoranti o bar, ho visto i lavori in corso del forno che avevo conosciuto anni prima in via del Lavoro, rimanendo folgorata già allora dai grissini. Ma era troppo fuori mano e non ci sono più andata, finché non l'ho avvistato in centro con quel banco di delizie che si allunga per tutto il negozio e anche oltre, sulle pareti, in un'esplosione di pani, biscotti, pizzette, grissini, ravioli, pinze e mille altre robine e robette. Come faranno a fare tutta quella roba, poi? Ma è chiaro che la cosa mi piace moltissimo e come a me intriga da matti soprattutto altre donzelle che - come me, talvolta- arrivano a chiedere uno/due ti tutto per assaggiare, provare, testare tutta la panetteria in un sacchetto. Ad oggi i miei must sono il pane in cassetta fichi e noci (8,90 euro al chilo) -di cui sono un'esperta assaggiatrice- i grissini coi semi di girasole, il pane di segale con pasta madre tipo quello altoatesino ma senza i semini di cumino e finocchio (c'è, ma era finito). Le raviole le ho prese per la prima volta e mi sono sembrate un po' grossine di pasta con poca mostarda dentro (mi piacciono più sottili), i muffin melanzane e parmigiano sono pazzeschi. Tante altre cose mi aspettano per un assaggio... e siamo già in mood zuccheroso carnascialesco! E visto che ho esordito con la riflessione cosmica e con l'idea che forse all'estero non è come da noi, anche se io ovunque sono andata ho applicato la mia usanza perché adoro mangiare mentre passeggio, con un pezzo di qualche farinaceo da sgranocchiare nel sacchetto, vi avverto che la tentazione è dietro all'angolo e il Chicco è aperto fino alle 2. In tempo per pranzo.

Il Forno di Un Chicco
via de' Falegnami 16/a
0514127209
aperto dal lunedì al sabato
7,30/14 -16,30/20

Commenti

  1. Per i catanesi "il panificio" è un luogo sacro dove si compra il pane nelle ore vicine a pranzo e cena (quasi sempre caldo perchè si fanno 3 infornate durante il giorno) e tutta una serie di altre cose (oggi denominate "street food") da fruire durante la giornata: brioches con lo zucchero, pizzette, pizze al taglio, grissini, scacciate (favolosi rustici ripieni), biscotti, torte e altre prelibatesse...
    Qui ci farò un giro sicuramente, anche se quella chiusura pomeridiana del sabato mi sembra un peccato... (in realtà è la fascia oraria ad alta % di bighellonaggio...sarebbe un perfetto pit stop)

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    1. i catanesi, come forse i siciliani tutti e gli abitanti del sud, hanno più consapevolezza di noi sull'importanza dello street-food, da un punto di vista di sopravvivenza ma anche sociale. Effettivamente a Bologna e dalle nostre parti il cibo di strada è roba recente, passione scatenata dal marchio "salone del gusto" ed etichette blasonate varie. Ma la curiosità più bella si pratica proprio coi mangiarini più semplici, quel contatto diretto cuoco o panettiereVSpersona che ti lancia senza filtri verso il cuore di una cultura. I forni sono espressione di queste cose carine e bighellone.

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  2. Ma quando ha aperto? ci sono passata poco tempo fa ma non l'ho mica notato! hai detto le parole magiche per me, pane di segale tipo altoatesino...io lo adoro e la foto delle pagnottone mi ha fatto venire una gran voglia di farci un giro. Io sono un po' una fanatica dei pani "alternativi"

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    1. già da questa estate Elenuccia. Poi per le vacanze di natale/ultimo dell'anno è stato chiuso tanto. Ma ora è tornato!

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  3. È buffo perché noi abbiamo fior fiore di panetterie ma se ti vedono mangiare mentre gironzoli o corri da qualche parte x un appuntamento ti guardano storto mentre invece all'estero (soprattutto in America) è usanza mangiare (sempre) per strada...ma non hanno il nostro pane!

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    1. ah, che buffa osservazione Francesca. Intendo dalle tue parole che mangiare così, ovvero, mangiucchiare, è visto come frugale e un po' "poveretto". Ma non da te. E non da me: nonostante i tanti ristoranti e posti blasonati che frequentiamo per curiosità e ricerca del buono assoluto, alla fine la bontà che ci nutre, ci eccita le papille e ci conforta...resta il forno con tutte le sue cosina buone.

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    2. Esattamente! Quante volte nonostante tutti posti belli a disposizione quello che vorrei come spuntino è una semplice pizzetta del fornaio!!! Bisognerebbe unire le due culture... o "svecchiare" certe mentalità!!!

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