Al Gessetto "food" è servita la cucina italiana
polpo saltato in padella con patate e verdure a dadini |
Vi avevo anticipato qualcosa venerdì scorso, su questo nuovo posto che ha aperto in piazza San Martino. L'inaugurazione è stata mercoledì sera, ma io ci sono andata ieri a pranzo, perché avevo già immaginato come poteva essere l'ambiente in una giornata di sole. Una sorta di casetta nel porticciolo di un paesino norvegese qualsiasi (non ci sono mai stata, ma ho visto tante foto) dove, quando arrivano i raggi del sole, risplendono tutte le imperfezioni del legno, pitturato di bianco o grigio, colori che adoro. Mi sentivo così ieri al Gessetto, il ristorante proprio dall'altra parte della strada rispetto all'omonimo bar sotto al portico di via Oberdan, nuova avventura di Gaetano Lanza. E se ci fosse stata una seggiolino mi sarei seduta fuori a prendere il sole, si stava proprio bene. Ma il dehors, da quel che so, arriverà. Così, avvolta da una psicogeografia evocativa, ho celebrato il mio viaggio in teletrasporto con due piatti di pesce propio gustosi. E se avessi saputo prima che la cotoletta di tonno sarebbe stata così grande, avrei preso solo questa, ma mi sarei pentita di non aver assaggiato l'ottimo e morbidissimo polpo.
il sole bacia l'ambiente del Gessetto che è molto curato: c'è anche il guardaroba, come nei gourmet, vi accorgerete dei dettagli maniacali che io apprezzo molto |
Sappiate comunque che ho visto uscire dalla cucina dei piatti di spaghetti (alla chitarra) alle vongole di Goro e all'aglio di Voghiera davvero abbondanti... che io non ce l'avrei mai fatta. Sarà l'effetto dell'apertura, che deve essere generosa, deve saper raccontare e conquistare, ma io che di aperture me ne faccio tante non ricordo delle porzioni così gigantiche. Non pubblicherò qui la foto della cotoletta con cremina di agrumi e verdurine (16 euro), perché voglio che la sorpresa ci sia anche per voi. Dirò solo che non sono riuscita a finirla, che potevo farci due fish-burger e che mi piaceva tanto, anche perché forse non avevo mai mangiato il tonno in questa forma. Assomigliava molto alla petroniana, senza gli addobbi, però. E ora che l'ho mangiato, ringrazio di non essere vegana ma solo vegetariana alla maniera degli anni Ottanta, perché al pesce, a certo pesce, non so davvero rinunciare.
la cantina è breve ma intensa: 13 rossi, 10 bianchi, 3 bollicine. Per il pranzo ho preso un calice di Soave "Cantina di Adami" e l'acqua è gratis e microfiltrata |
Anche l'antipasto, il polpo, era gustosissimo. Soprattutto la cottura, poi, era perfetta: carni morbide dei tentacoli e testa tagliata e composta in maniera fantasiosa, saltato in padella con una spezia che mi è sembrata paprika. Come contorno le verdurine saporite. Cosa avrei mangiato d'altro dal menu di questa nuova avventura? La polentina al mascarpone se non ci fosse stata la coppa di testa fusa, le chitarrone con le vongole, il timballo di riso Carnaroli alla zucca con tartufo bianchetto e fonduta di parmigiano con miele di castagno. Chi non ama né la carne né il pesce trova invece uno sformatino di verdure di stagione con caciocavallo in crosta. Ieri, però - è succederà tutti i giorni- c'erano anche tre piatti fuori carta, tra cui una vellutata di carote con ricotta. Questo è il primo menu che lo chef Mirko Lambertini, cresciuto alla scuola dell'alta gastronomia nel ferrarese, crea sulle basi di una cucina italiana che qui è specificata già nel nome del ristorante, a mio parere particolare non necessario. Pochi piatti ma chiari e netti. Per ora tortellini o lasagne non pervenuti, tagliatelle sì, ma con salsiccia brasata al Sangiovese. Se ce l'avessi fatta avrei mangiato volentieri la millefoglie grigliata con la crema... ci sto ripensando. Una cosa interessante: il Gessetto è aperto anche nella fascia 15-19,30 per chi pranza fuori orario: può trovare alcune tapas espresse e bere un calice di vino senza dover ripiegare sul panino tristone. E la sera si cena fino alle 23,30.
Gessetto-La cucina italiana
piazza San Martino 4/a
051 0548873
chiuso lunedì
Lo Proverò...interessante nel panorama bolognese anche per la possibilità rara di un dopo-cinema.
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