Baracca e Burattini: dai taglieri ai piatti vegan approdando ai passatelli

Baracca e Burattini e il pavimento con geometrie interconnesse alla Escher

Si salvi chi può!!! Siamo invasi da locali che aprono senza sosta e io, lo ammetto, ho un po' paura. Di ritrovare la città piena di insegne con mortadelle e calici di vino o scritte che inneggiano all'alimentazione vegana. Non ci sono compromessi. A questo punto mi sento accerchiata. Giro per le strade con le mani sugli occhi e con circospezione sbircio l'assedio che avanza orgoglioso per aver scoperto l'uovo di colombo: il cibo tira. Ci crede chiunque, l'avete notato? Facevi il ballerino e adesso apri un bar. Facevi il parrucchiere e adesso hai l'enoteca. Facevi la vigilessa e adesso hai una bakery (ok, questa sarebbe deliziosa utopia). Avevi da parte un piccolo gruzzolo e scontrandoti con una realtà più magica del solito, grazie soprattutto alla mitica crisi, hai iniziato a sognare e a vedere il tuo locale del cuore. Tutto questo è parecchio confortante, però adesso rallentate un attimo. Mi sento sopraffatta dal cibo e cerco esperienze degne di nota e con un po' di spessore. Ambienti innovativi e idee proprio brillanti. E ultimamente vado alla scoperta di posti popolari, forse un lasciati un po' in disparte, per carpire da loro l'elisir di lunga vita. Che ha traghettato trattorie, ristoranti, bar, osterie o pub dal secondo al terzo millennio. E mentre rifletto mi ritrovo seduta con due amiche in via Irnerio a mangiare lasagne vegane in un classico piatto unico da pausa pranzo. Attenzione all'effetto "Baracca e burattini", che per ora, in questo caso, è solo il nome di un nuovo locale.



le lasagne vegane vegetariane con formaggio e radicchio sono buonissime

Quando sono entrata al Baracca e Burattini le mie amiche stavano già chiacchierando. Sapevo che sarebbe stato uno di quei pranzi con chiacchiere furiose e so che per domare tanta logorrea sauvage un pranzo è il ring ideale. Si esplora un posticino nuovo, si sperimentano dei piatti e si racconta. Una terapia da un'ora e mezza circa che ha sempre il suo bel perché. E mentre chiacchieravamo io mi guardavo intorno e scoprivo in questo locale piccoli particolari che mi ricordavano il suo passato intralciando parzialmente un presente di belle speranze. Ma sì, questo era il bar Vittoria. In una mia vita precedente ci venivo, a far colazione soprattutto, anche se era famoso per i cicchetti. Ricordo cupe mattine d'inverno in cui le certezze erano giusto quelle di un buon cappuccino con briochina confortevole e io che sarei voluta restare lì dentro per ore, perché se uscivo venivo risucchiata da una realtà che non mi piaceva. Beh, il Vittoria tutto sommato, era coerente nelle sue tonalità oscure. Adesso, il legno chiaro dei tavolini "sani", il verdino acqua delle porte-finestra che sa di buono e d'altri tempi e quel pavimento lievemente lisergico ma esteticamente ricercato (che ispira anche il segno grafico del locale), non vanno d'accordo coi resti del passato. Ma credo che si arriverà a un equilibrio. Ok, e il cibo? Il menu è ricco di spunti interessanti: polenta fritta con squacquerone, squacquerone con fichi caramellati, tortelloni di crescentine ripieni di squacquerone e glassati al miele (questo morbido formaggio è un ossessione qui), passatelli in brodo (9 euro), tagliatelle al ragù, spaghetti alla chitarra cacio e pepe con pistacchi, polpette in umido, cotoletta... Ma noi non abbiamo avuto dubbi e abbiamo scelto tre piatti unici vegetariani-vegani (10 euro, compresa acqua e caffè ma non il pane, nuove proposte tutti i giorni) con protagonista la lasagna vegetariana e la crema di ceci da sposare a piacere con un hamburger veg e un'insalata. Se lavorate in zona è una nuova e piacevole possibilità e la sera ci sono gli aperitivi con dj set. Evviva le passioni retrò.

Baracca e Burattini
via Irnerio 39
dalle 7,30 all'una di notte
349 227 9135

Commenti

  1. "Ricordo cupe mattine d'inverno in cui le certezze erano giusto quelle di un buon cappuccino con briochina confortevole e io che sarei voluta restare lì dentro per ore, perché se uscivo venivo risucchiata da una realtà che non mi piaceva. " Ti adoro.
    E sarei voluta venire con te al Baracca e Burattini, da Andrea.

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    1. Ce ne sono parecchi di momenti passati insieme quest'estate, cara Frisellina, dai quali non sarei mai voluto uscire. E tanto ancora ce ne saranno. Che poi magari fuori quel che c'è ci piace. Ma noi lì dentro vogliamo restare.

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  2. Anche a me ha fatto effetto quella frase con una sottile ma romantica linea di disagio :-)
    Frix, la prossima volta che sei a Bologna, si fa un pranzo tutte insieme.
    Meo

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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