L'infanzia a Marano, la nonna in cucina, la ciambella superstar: Gino Fabbri in un libro
il grande Gino tiene stretto il suo libro |
Una chiacchierata con lui è sempre tanto fonte d'ispirazione. Quello che amo di più è la sua educata ironia sulle cose. Che appena la fa poi immediatamente dopo dice: "ma non la scrivere!". C'è l'audacia e l'immediato pentimento. Adorabile. Quindi stasera, quando Gino Fabbri sarà al Grand Hotel Majestic per presentare il suo libro di vita e ricette (incredibile che ci abbia messo così tanto, rispetto a gente che fa cucina da un anno e 12 mesi dopo è già lì che pubblica), sarà intrigante aspettarsi questo momento unico. I suoi racconti sono grandi e teneri, le sue dolcezze le conosciamo già, in molti. Nel libro, edito da Minerva, c'è anche la ricetta dei macaron. Gli ho detto che non me l'aspettavo, ma la sua pronta saggezza mi ha subito ridimensionata: "non bisogna mai dimenticarsi di proporre anche le cose più scintillanti, che piacciono". E intanto in cima alla top 5 c'è la ciambella!
“Gino Fabbri. Pasticcere. Dolci e talento di un campione del mondo” sarà presentato alle 18,30 con Bruno Damini che modera il dialogo tra l'autore, l'editore Roberto Mugavero e l'editor Elisa Azzimondi. Ieri sul Carlino ho pubblicato questa intervista, che, insolitamente, decido di pubblicare anche qui.
i bignè nella foto di Nikoboi |
Alla
fine del 2015 arriva anche il suo libro, storia di vita e di ricette.
Poteva esserci un finale migliore?
In
verità questo libro è stato davvero l'ultima fatica, perché poco
tempo fa è uscito anche quello delle confetture, che è certamente
molto più tecnico. Questo è invece una ricerca nel mio archivio dei
ricordi e anche nel ricettario, un bel viaggio a ritroso.
Ci
sono anche delle foto di un'altra vita, cioè della sua giovinezza.
Finalmente scopriamo una parte
più privata di Gino Fabbri...
Quando
ho tirato fuori quelle foto dall'archivio non ci credevo... è stato
un po' un tuffo al cuore vedersi così giovane. C'erano anche delle
immagini di me in spiaggia davvero inquietanti... ecco, quelle non le
vedrete.
Questo
libro poteva essere scritto prima?
Lo
sognavo da tempo, sono sincero, ma non avrei mai potuto farlo da
solo. A scuola ero una frana in italiano, quando facevo due colonne
di fogli protocollo mi sembrava di aver scritto la Divina Commedia.
Ma in questo caso grazie a Elisa Azzimondi, la editor, a cui ho
raccontato la mia vita in 36 ore di registrazione, il libro è venuto
benissimo.
Nel
libro troviamo quello che potrebbe essere il suo slogan, “pasticceria
d'affetto e non d'effetto”...
Quando
feci il primo corso di sommelier 40 anni fa con Gianfranco Bolognesi
della Frasca, ricordo che in uno dei primi menu lui scrisse “la mia
è una cucina di affetto e non d'effetto”. L'ho fatta mia, anche se
poi so che l'effetto è necessario per invogliare. Ma io sono per le
cose meno scintillanti e più emozionali.
La
sua top 5 in fatto di dolci?
La
ciambella, che nella sua semplicità è il dolce perfetto, che
mangeresti sempre, la brioche, il bignè, la diplomatica per
l'alchermes, la crema, la sfoglia, la cremosità, il grado di alcol e
la masticazione. E poi la Tentazione, una mia creazione del 1999, con
bavarese di nocciola pralinata, mousse di cioccolato, sfoglia di
nocciole croccanti.
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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea