Sfoglia Rina va in città, con galline, uova, cementine e setacci


è grandissimo lo spazio di Sfoglia Rina in via Castiglione
E improvvisamente, in questo inverno per niente freddo, arrivò la tanto attesa ventata di freschezza. Pare duratura, anche se solo per un mese. Mi sto molto ri-divertendo, come qualche annoi fa, quando ogni giorno, attraversando il ponte Matteotti e arrivando ai piedi di via Indipendenza, mi prendeva una strana euforia che suonava come "Cannonball" delle Breeders. Nei giorni passati un po' l'avete notato che la città è tornata a sfornare cose carine. Beh, si va avanti. Coi progetti progettati, ponderati, complicati e un passo avanti, poetici, da luce negli occhi. Siete già stati al nuovo Sfoglia Rina?





il tavolone comune

Il concept della "sala da pranzo" aperta al pubblico, come mi viene da chiamare lo spazio gastronomico inaugurato da pochissimo in una delle vie più belle della città, arriva da Casalecchio, dove Sfoglia Rina è nata nei primi anni Dieci del duemila. Bello e semplice: solo primi, tradizionali e creativi, dolcetti e caffè. Un servizio delicato, gli ordini da scrivere da sé sulla carta gialla inchiodata a un taglierino di legno con la matita, le posate legate da un maccherone, il vassoio con la scodellina della pietanza prescelta (indovinate... ho preso i tortelloni, che qui sono un po' piccini per me, ma ne gusto soddisfatta il ripieno gustoso), un piccolo antipasto come benvenuto, un panino per una mini-scarpetta, perché il cestino col farinaceo supremo qui non c'è. 
ormai i ristoranti si visitano come negozi di design


tre visioni di Sfoglia Rina

E mentre mangio mi sembra di essere a teatro o al cinema, a seconda. Scorrono tutte le visioni che ha avuto Catherine Vancaenegem, che col marito Lorenzo (la Rina è la sua mamma) è alla guida del laboratorio/trattoria di Casalecchio e ora di questa nuova avventura che le ha strappato un po' di notti di sonno. Lo capirete entrando, che qui la fantasia è anata veloce in lunga e in largo. Tra le cementine che sembrano il dettaglio di un alveare, le pareti zabaione, le cocche di Chizu Kobayashi che sono da lacrimino, i setacci da farina, le palle giganti di pizzo, la credenza da fiaba. E due dettagli che amo particolarmente: le prese elettriche come quelle di una volta, in ceramica bianca, e le lampadine. Tortellini, lasagne, tagliatelle, risotto con pere e scorza di limone mantecato al pecorino, triangoli di cavolo nero  con sesamo, pesto di prezzemolo e riduzione al mandarino... li assaggerete e poi magari mi direte. Prossima stazione, per me: merenda del pomeriggio e biscotti.

Sfoglia Rina
via Castiglione 5
Bologna

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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