La svolta salutista delle Serre dei Giardini: arriva Simone Salvini da Kilowatt
tempeh marinato su crostino di pane e maionese alle noccioline |
Ieri ho pranzato alle Serre dei Giardini in una bella giornata di ottobre. Improvvisa e quindi ancor più gradita. Ed è stata un'occasione preziosa per scoprire in anteprima la cucina di Simone Salvini, il nuovo chef delle Serre, presidio di Kilowatt. Non
arriva in città, anzi, appena fuori dal centro, semplicemente una
nuova proposta culinaria di derivazione vegetale. Alle Serre dei
Giardini che hanno come fulcro gastronomico il bistrot Vetro nel
territorio di Kilowatt, da domani sarà servita la rivoluzione
salutista di Simone Salvini, cuoco d'alta cucina e collaboratore di
Alce Nero già fornitore alle Serre, che darà alla nostra Bologna un
riferimento forte su un mangiare sano, biologico, con un'ideazione
che passa attraverso i dettami della nutrizione Ayurvedica, da lui
approfondita in India.
crema di patate con zenzero e mela verde, cappero fritto su spuma di mandorle e polvere di paprika |
Da
Vetro, nato lo scorso aprile, sono eliminati carne e pesce, almeno
per la permanenza di Salvini; il menu proporrà particolarmente
piatti unici (dagli 8 ai 12 euro) che contengono tutti i principi
nutritivi per un pasto equilibrato a base di legumi, cereali, frutta
e verdura: una scelta che ricorda l'esperienza di lunga data del
Centro Natura dove le combinazioni alimentari basate sui principi
nutritivi continuano a essere il credo anche di una cuoca come Pina
Siotto. La cucina del benessere all'ombra delle Due Torri si amplia e
mette nel piatto la conoscenza di Simone Salvini, 25 anni passati nei
ristoranti tra cui il Joia di Milano, star televisiva suo malgrado
(“grazie” a Crozza) e protagonista la scorsa primavera di una
piccola
polemica alla mensa dei poveri dell'Antoniano dove alcuni senzatetto
non avevano gradito la sua cucina troppo 'light'. Qui
a Vetro sembra trovare finalmente una sintonia e non pensate di
vederlo lì tutti i giorni, comparandolo ai grandi chef che aprono
locali dove poi non si incontrano mai. Lui ci sarà un paio di volte
alla settimana (il bistrot sarà aperto tutti i giorni da mattina a
sera quando il menu sarà a degustazione sui 30/35 euro e se il tempo
lo permetterà anche in inverno si mangerà fuori grazie alle
“termopanche”), perché la conoscenza e la sperimentazione
richiedono tempo per sé.
“A 47 anni – ammette- non ho più la
forza per affrontare i ritmi di un ristorante, io sono quello un po'
matto e asociale”. E aggiunge: “Chi lavora tante ore in cucina
diventa bravo in poche cose, io invece mi sento polifonico”. Ad
arricchire la sua creatività e la ricerca ci sarà anche l'orto di
Kilowatt curato da Enrico Costanza che coltiva vegetali tradizionali
come cavolo, rape o verze ma anche garofani indiani da abbinare al
tempeh, l'incredibile nasturzio di cui si mangiano fiori, foglioline
e boccioli, la balsamita major detta erba amara o il basilico
tailandese che si sposa con gli gnocchi di semola di grano duro al
pomodoro, burro alle mandorle e limone.
Vetro
Serre dei Giardini Margherita
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