Come si mangia da Camera con vista? Dopo il decor, il gusto e il servizio.

una Bea orientalista per questa occasione di pranzo


Non è che in questo post mancherò l'occasione di pubblicare altre foto del Camera con vista. E' la prima sorpresa intrigante del 2017 e se anche voi amate far foto, qui non riuscirete a risparmiare il ditino, perché ci son troppi dettagli belli e vorrete trattenerli tutti. Però è anche vero che in un posto del cibo, proprio questo bisogna assaggiare e valutare, per dare un peso a una nuova impresa gastronomica in una città dove, al momento, non si fa che inciampare ad ogni angolo in bistrò (la definizione più amata), ristoranti, bar, osterie, enoteche e trattorie "gourmet" (la più forzata).



 millefoglie con crema di mortadella e due piccoli bignè a loro volta ripieni: l'ispirazione è quella di una fetta di Saint Honoré

Mi sono data appuntamento mercoledì scorso con Bea al Camera con vista. Se il giorno prima l'aria sembrava quella della primavera, il giorno dopo c'era già un vento del nord a darci la sveglia e questo appuntamento nella splendida piazza Santo Stefano ci stava proprio bene, accentuando la sensazione di star camminando verso un bel caffè della ville lumière. Io sono arrivata in bicicletta con la sciarpa arrotolata a quattro giri e Bea col foulard fino a metà viso perché si era dimenticata il paraorecchie. Già la vista del bancone oltre la porta di vetro, come quella delle serre, riscaldava il cuore e io ero molto felice di aver prenotato la stessa mattina, perché cari miei, dopo nemmeno una settimana d'apertura, il Camera con vista era già un sold out. Come noi, molte persone sono arrivate a coppie e i tavolini dell'ultima sala, tutti da quattro coperti, sono stati spogliati della metà anche per noi, lasciando ben visibile il marmo freddo e liscio-ruvido che sennò si percepisce solo da sotto il runner avorio. Un vasetto con due tulipani arancio, la tour Eiffel con incastrato il cartoncino col nostro numero, il 13, tutto ci ha predisposto a un'esperienza incantevole. Che però abbiamo vissuto solo a metà. 


dal bancone con vista sulla prima sala


la sala solitamente dedicata al pranzo o alla cena, ma se c'è tanta gente si sfruttano tutte... anche l'ingresso con il bancone!


le fake-zampe d'elefante


raviolo, torta di riso, millefoglie, chévre chaud

Sapete che io sono una gran tenerona, che so fare buon viso a cattivo gioco, che valuto e rifletto bene sulle cose che mangio, anche se spesso mi faccio rapire dal decor. A un ristorante che ha aperto da nemmeno una settimana lo so che può accadere di doversi rodare in cucina, anche se, secondo me, le prove lunghe e meticolose, vanno fatte molto prima, per arrivare ai posti di partenza impeccabili. Questo non vuol dire che io e Bea non abbiamo mangiato bene. Il menu non è costruito su iperboliche strutturazioni (ci sono piatti carnivori che io non ho assaggiato naturalmente) e questo mi piace, poi sono  soddisfatta del mio raviolo ripieno di squacquerone con crema di pomodoro e delll'insalatina con "chèvre chaud" proprio alla francese (novità nel mio personale menu) con il formaggio di capra al forno. Lei ha scelto invece le tagliatelle al ragù - segno della bolognesi che ci sta benissimo in una carta che ha in mente di creare fantasie attorno alla cucina francese- che ha trovato un po' insipide ma di buona consistenza (anche il ragù che, ci hanno spiegato, è fatto un po' diversamente da quello codificato) e la millefoglie con la crema di mortadella che le è piaciuto parecchio. Quello che purtroppo ci ha un po' sorprese è stato il servizio. Noi siamo empatiche, ci mettiamo spesso nei panni di una situazione e ieri, davvero, c'era tanta gente e tanto lavoro. Però non siamo riuscite a digerire un cameriere (l'unico, la cameriera si occupa delle bevande) così disattento, che all'arrivo dei primi ci ha fatto sentire anche un po' in colpa perché avevamo mangiato il nostro piccolo antipasto offerto dalla casa nel piatto piano e con le posate in dotazione. Non avevamo altra possibilità. E se una persona è attenta, due piatti sporchi in tavola li avvista... nel nostro caso proprio quelli che dovrebbe accogliere il piatto fondo col primo. Credo sia normale che si affretti a cambiarlo per non trovarsi nell'impiccio che è successo a noi. Appoggiare un piatto su un altro sporco non è nelle buone maniere, e poi non siamo forse in un ristorante raffinato dove il cestino del pane (in questo caso di ottima crescente) arriva solo mezz'ora dopo che ti sei seduta, quando arriva l'antipasto, forse perché non è abbastanza buone maniere mangiare tanto pane prima? Che poi i nostri antipasti non sono arrivati "anti" ma "post", il cameriere non aveva segnato. Che seccatura essere pignole o semplicemente appassionate (dalla passione ci viene da dire che il servizio di piatti utilizzato non è all'altezza della bellezza attorno, ma è una nota personalissima), perché tutta una serie di cose non ci sono sfuggite, soprattutto "grazie" alla luce soffusa e meravigliosa che però amplifica ad esempio la preparazione dei piatti, la loro impiattatura, molto sotto tono rispetto a una Camera con tale vista. Chiusura con ottima torta di riso sovrastata da un nido di tagliatelline dolci al forno in umor carnevalesco, conto (compreso di acqua, coperto e un caffè) 55 euro invece che 58. 
Il capitolo drink, più incontro ravvicinato con un margarita di prim'ordine che con l'Adorabile cercavamo ansiosamente da un anno, arriverà in uno dei prossimi post.

Camera con vista
via Santo Stefano 14/2
051 224268
chiuso il martedì
aperto da pranzo a cena no-stop

Commenti

  1. Ormai lo sappiamo tutti: si mangia più con gli occhi che col palato. Poi se qualcosa non va proprio come dovrebbe siamo disposti a chiudere un occhio, forse sono peccati di gioventù. Però, considerato il locale ed il menu, alla fine il conto è anche accettabile!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sul conto nulla da dire, paghi anche la bellezza che ti circonda oltre che il piacere del piatto, ma l'attenzione e la gentilezza sono tanto necessari.

      Elimina
  2. Ho scoperto questo locale per caso mentre ero in visita domenica pomeriggio al mercato vintage di Santo Stefano. Ero alla ricerca di un posto dove bere un buon tè magari accompagnato da qualche dolcetto. Ci siamo seduti nella splendida saletta centrale che sembrava nata per quello ed infatti mi aspettavo un menù adatto all'"ora del tè". Purtroppo sono rimasto deluso. Non sono certo un intenditore, ma nel menù c'era una paginetta striminzita con poche miscele vendute a 4/5 euro a tazza. Nessuna possibilità di accompagnarla con dolci di qualche tipo. Ad una mia richiesta hanno risposto che i "biscottini" erano compresi, ma alla fine si trattava di un piattino con sei piccolissimi biscotti da dividere in due. Il tè scelto era buono ma lo hanno portato con la bustina nella tazza e due teiere di metallo pericolosamente calde dove non si potevano trasferire. Sono rimaste nella tazza per tutto il tempo mancando anche un piattino dove metterle dopo l'uso.
    Insomma non nascondo la mia delusione per un posto che con poco sforzo avrebbe potuto essere una meta ideale per il tè/merenda del pomeriggio.
    Se penso che solo poche settimane fa nell'elegantissimo Stadt Cafè di Bolzano ho speso poco di più per un ottimo tè accompagnato da fetta di torta Sacher originale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in versione sala da te' devo ancora provarlo, lascio passare un po'. grazie per il commento Beppe.

      Elimina
  3. Buongiorno. Premetto che sono di parte, ma vi avrei consigliato di assaggiare il loro Espresso Bolognese.

    RispondiElimina

Posta un commento

per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

Post più popolari