Le gite di Bea: Langhe-Roero-Monferrato tra vino, tartufo, una tavola lunghissima e l'amaretto fritto

la Taulaluuunga tra i filari della Cantina Destefanis
Due giorni possono bastare, l'importante è che siano quelli giusti. 
Ma come si fa ad andare a colpo sicuro? Non c'è un a regola, chiaramente, ma, se il tempo non  sarà clemente in questo autunno-inverno sincero e tutto d'un  pezzo, l'importante è avere un po' di piani alternativi. 

Poi magari siete fortunati come me e vi capitano un sabato e una domenica, nella loro perfetta alternanza di sole e pioggerella con nebbia, che da queste parti hanno sempre un certo fascino. 




la domenica


E guarda caso il sole splendeva in cielo il giorno che ho ricevuto l'invito per andare a 'vivere' la Taulaluuunga, ovvero la celebrazione del fine-vendemmia con un pranzo tra i filari e una tavola di 50 metri, alla Cantina Destefanis, località Piana di Valpone nel Roero, zona ricca di uve: Arneis, Dolcetto, Barbera, Nebbiolo... in tavola c'era l'imbarazzo della scelta per questa kermesse delle tradizioni gastronomiche, enologiche e sociali di una destinazione italiana famosa per tartufi e nocciole. Segnatevi sul calendario che a primavera il rito ricomincia e allora potrete prenotare scegliendo anche la cena in vigna o la colazione contadina, quando si amm ira l'alba tra i filari. Ogni stagione ha un proprio fascino, colori unici, odori personali che suscitano emozioni e riflessioni cristalline. Mi sono innamorata di questi posti e per la prima volta ho mangiato la bagnacauda, preparata dalla signora Rosanna, madre di Federico Destefanis (figlio di Lino, nipote di Federico, bisnipote di Michele, il patriarca), che ha eccezionalmente cucinato la specialità con minima quantità di aglio (io ero molto felice!). Nello stesso fornellino dove si scaldava la bagnacauda (si chiama fojot) abbiamo cotto un uovo coperto da foglia di cavolo... come tornare tra le pagine di Hucklebarry Finn.



il Local di Bra

Aspettando la primavera per una nuova "Taulaluuunga", si può comunque visitare la cantina e fare scorta di buoni vini. Ma in ogni caso, la gita non finisce qui. Perché vale una cena o un pranzo o' una colazione il Local di Bra, 'bottega alimentare per la spesa quotidiana', e per assaggiare semplici piatti tradizionali: nella bottega sono in vendita alimenti di produttori locali, al tavolo si può mangiare tutto ciò che la bottega offre, ma anche piatti cucinati, dal vitello tonnato agli agnolotti. Io ho scelto il tagliere dei formaggi (tra cui la robiola di Roccaverano e il Blu del Moncenisio), che qui ha un senso, e una panna cotta con composta di melone (anche se è novembre, le composte si fanno in estate, eh!)... buonissima!



Ma c'è un'altra specialità che mi ha conquistata in questa gita dove per la prima volta ho messo piede alla fiera del Tartufo di Alba e ho partecipato all'esclusiva asta del Tartufo dove quest'anno un tartufo da 1 chilo è stato battuto a 120.000 euro: io sono impazzita per l'amaretto fritto. L'ho mangiato al ristorante Il Vigneto di Roddi e ho scoperto che è una delle specialità del fritto piemontese, si tratta proprio di un amaretto pastello con uovo e farina e fritto. 
un caffè e via!
nel mondo agricolo, anche in Piemonte, cambio della guardia e molti millennials in campo

Se deciderete di andare a Bra e amate la carne, il consiglio degli amici è quello di provare la famosa salsiccia braidese, se invece puntate su Alba, il mio consiglio è di fare un salto alla Fiera, non arrivare tardi, anche già alle 9,30, e assaggiare un po' di cose buone, e parlare con i "trifolau", i cacciatori di tartufo. Mentre camminate lungo via Vittorio Emanuele, fermatevi alla pasticceria Pettiti per un caffè e un dolcino.

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