Portogallo on the road: Alentejo e il turismo rural


on the road in Alentejo, dove in gennaio si incontrano pochissime macchine, qualche trattore, pastori a bada delle pecore. I prati all'inglese, una visione che sa più di Svizzera che di Sud del Portogallo, sono pieni di uliveti, moltissimi giovani, per aumentare la produzione di olio. Il contrasto è forte.

E' nata da una chiacchiera con un'amica, la mia decisione di spezzare il viaggio tra Lisbona e Porto, con tre giorni in Alentejo. Da un po' di tempo - forse da quando ho iniziato a viaggiare per isole, prima Ibiza poi Bornholm, poi la Scozia, la Grecia e l'Italia- non riesco più a fare progetti "kolossal" sulla visita a capitali, immaginando di camminare su e giù per una città, senza buttare l'occhio al mare o alla campagna. Sono sempre più curiosa di vedere cosa c'è oltre. Così, mentre Federica mi diceva che lei sarebbe voluta andare in Alentejo, la prossima volta che fosse andata in Portogallo (dove per un anno ha vissuto a Porto) io nella mia testa facevo le valigie e partivo per la campagna, lasciavo Lisbona e l'Alfma, destinazione: turismo rural. Destinazione, "oltre il Tago", Alentejo.



la zuppa di spinaci di Chico's è una delle minestre più buone che abbia mangiato negli ultimi anni: patate, spinaci, uovo,  baccalà in una successione di azioni pari a una danza. Chico è il cuoco, in cucina è da solo, quindi mettete in agenda che aspetterete anche un'ora per mangiare. Ma ne vale la pena. 
Il viaggio cominciato a Lisbona, è quindi proseguito in macchina, alla volta della costa dell'Alentejo, regione il cui nome significa "Oltretago", a indicare cosa c'è sotto il territorio del fiume Tago. Non sapendo nulla di questa zona, ho fatto tanta ricerca su internet, tra blog, pinterest, instagram, che sono i miei mezzi preferiti per cercare di capire qualcosa di zone geografiche a me sconosciute, utilizzando il mio gusto, l'intuito, lo stile personale. Il Portogallo è lungo e stretto, sembra un'isola, e ogni area ha le stesse caratteristiche, incorporando campagna e mare, con qualche centro urbano più sviluppato, che in questo caso troviamo a Evora e Beja. Volevo vedere il mare, magari mangiare un po' di pesce e godermi l'aria dell'oceano Atlantico, ma in particolare volevo girare per la campagna, dormire nel nulla, svegliarmi con il cinguettio degli uccellini o sperimentare, potendo, almeno un alloggio storico, perché in tutta la nazione una delle cose più belle da provare, è il circuito delle pousadas, ovvero castelli, conventi, monasteri trasformati in locande, a volte di charme: fu il governo a volere questo nuovo uso per gli edifici culturalmente importanti, già nel 1940, per mantenere in vita e salute il patrimonio storico che rischiava di deperire. In Alentejo ho optato per un Airbnb molto rilassante, nella campagna tra Beja e Ferreira, di proprietà di una coppia olandese con una storia molto intraprendente e risalendo a nord, per tornare a Lisbona e prendere il treno verso Porto, sono riuscita a prenotare nella zona di Alter do Chao, la terra del cavallo lusitano, dove c'è un convento francescano pazzesco con piscina (che non ho utilizzato, vista la stagione) dai prezzi molto ragionevoli e dai dettagli d'altri tempi.


la colazione al bed&breakfast di Fonneke, signora olandese che vive a Ferreira do Alentejo col marito. Si sono trasferiti qui dall'Olanda 12 anni fa e hanno una proprietà molto grande, con oliveti e varie casette. La mia era una stanza che affaccia sul giardino e sulla piscina, perfetta per due persone, anche per una settimana in cui si pensa di mangiare sempre fuori, a parte la colazione, e girare parecchio.

E così, dopo una bella esplorazione urbana a Lisbona, sono partita verso l'Alentejo, decidendo di scendere lungo la costa e individuare una tappa che sarebbe stata il punto più a sud, da cui risalire verso Beja, dove avevo prenotato la prima notte. Praja Amalia, la spiaggia di sabbia su cui si affaccia la casa di Amalia Rodriguez, regina del fado, che possedeva una splendida villa vista-Atlantico, è stato il punto di arrivo finale, ma lungo la strada, sono andata un po' a sentimento, decidendo di fare in macchina un po' di costa e farmi affascinare da un ristorante sul mare, in caso l'avessi trovato aperto. Questa parte costiera è molto bella, un po' rovinata solo nella zona di Sines, dalla presenza di un porto industriale: in effetti la cittadina, che non avrebbe nulla da invidiare alle altre perle architettoniche contraddistinte da intonaci color blu e banana, mostra vari edifici abbandonati e pieni di tag di street artist che spruzzando con le bombolette, è come se segnalassero un degrado di cui prendersi cura (le tag sono solo sulle abitazioni dimenticate, in effetti). Qui vicino c'è una spiaggia splendida, praia de Sao Torpes, molto amata dai surfisti, da cui si avvista la centrale termoelettrica che riscalda l'acqua ma non deturpa la sabbia finissima. La cosa migliore da fare, in caso decideste di proseguire fino all'Algarve, è di viaggiare sempre a fianco della costa, perché se non trovate delle spiagge, potete ammirare le scogliere, un patrimonio unico.

questo è il Trincha Espinas, sulla spiaggia di Sao Torpes, molto amata dai surfisti tutto il mondo: un aperitivo a base di olive, pane e formaggio, come si conviene in ogni ristorante portoghese (non è gratis, costa nulla, ma si paga) e poi una zuppa di pesce e un po' di cruditè. Con quei 17 gradi scaldati dal sole e l'oceano davanti, per me era già estate. Ed eravamo all'inizio di gennaio, il mese più freddo dell'anno.

Dopo la gita e il tramonto sul mare, è iniziata l'attraversata dell'entroterra aletteranno, una meraviglia, paesaggio verdissimo, oliveti a perdifiato, castelli e un arrivo per stradine dissestate a Ferreira. Ripartenza il giorno dopo con un programma fitto di tappe:
Monsaraz
Elvas
Alter do Chao
Mosaraz, in particolare, si racconta solo attraverso le foto. Pensate a una crasi tra Alberobello e Ostuni.




i mangiarini di Trincha Espinas


il fish and chips di Chico's a Ferreira

dalla scogliera della spiaggia di Amalia, il tramonto sull'oceano d'inverno


questa è Sines


la colazione al Monastero di Alter do Chao



giochi d'ottica sul Monastero
benvenuti a Monsaraz

uno splendido paese Monsaraz, da cui vedere un tramonto da urlo



il presepe allestito in tutta la città a Mosaraz

da Sem Fim a Telhero-Monsaraz, un locale col museo dell'olio, ricavato da un'azienda e con molte cose di recupero.Prima dell'ora di cena si può fare aperitivo al bar (col vino della casa e mangiarini super local), magari coi signori che guardano la partita


Evora



Evora è regina del color banana



DAY 3/4/5 Alentejo



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