Ritorno al bar e al ristorante in un mondo nuovo di zecca: come funziona?


al Fienile Fluo in via Paderno 9, la riapertura con una delle viste più belle (dal giovedì alla domenica, pranzo e cena, aperitivo alle 18)

Sono ancora un po' incredula, come molti di voi, mi sa. Incredula che quello che è successo sia effettivamente accaduto. Perché in questo maggio solitamente dedicato all'apertura faticosa dei dehors - la soprintendenza "regala" sempre all'oste bolognese mille cavilli- tutti abbiano invece diritto a uno spazio fuori dal proprio locale, con sedie e tavolini. Certo, l'incredibile è relativo anche a cose molto più gravi, quello che abbiamo vissuto in questi mesi è la trama di una serie distopica e feroce, ma occupandosi Bea di storie di cibo e cucina, il suo osservatorio gravita per forza attorno al mondo gastronomico, fatto non solo di piatti, ma anche di abitudini, umori, decisioni, rituali. E insomma, se da lunedì scorso hanno ufficialmente riaperto i ristoranti, non solo per l'asporto, come i bar del resto, questo non vuole però dire che tutto sia come prima. C'è chi ancora non riesce a uscire, a farlo con spensieratezza, o magari non ha ben chiaro cosa si troverà davanti. 
Voglio ricominciare da qui, col blog, a raccontare il "nuovo mondo alle prese col rito del cibo", il che necessita di nuove regole e valutazioni, punti di partenza e assenza di protagonismo. Spero sia utile, più che altro.




una pizza "sposata" ai Portici: significare che, se due persone prendono due pizze e vogliono dividerle, le portano già 'sposate'.
Notate la distanza tra me e la mia dirimpettaia, un metro davanti e di fianco.


gamberi alla thai
La mia prima uscita al ristorante è stata giovedì scorso, data che coincideva con la riapertura della pizzeria I Portici, sopra l'hotel di via Indipendenza, a livello del parco della Montagnola. Il ristorante stellato per ora non riapre, la Bottega sotto le due Torri è già attiva, ma la pizzeria nasce in un luogo davvero splendido, soprattutto dove c'è la possibilità di stare larghi, secondo le norme che richiedono un metro di distanza tra amici, e meno tra congiunti, che possono stare vicini. Ecco, questo bisogna sempre specificarlo quando si prenota, e ormai la prenotazione è chiaramente obbligatoria, per assicurarsi un posto. Inoltre, il nome di chi prenota può essere mantenuto nell’elenco dei soggetti che hanno prenotato, per un periodo di 14 giorni. In queste attività non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere, quindi scordiamoci l'usanza del vecchio mondo, tipo: "passo a dare un saluto". Sono stata anche a bere un drink all'Ex Forno, venerdì scorso, è il mio posto del cuore ed è stato bello rivedere gli amici bartender (si può ancora pronunciare questa parola nel 'mondo nuovo di zecca"?) che non vedevano l'ora di alcolizzarci :). Qui si può arrivare anche senza prenotare, muniti di mascherina, ma ripeto, prenotando si è sicuri di sedersi...il che valeva anche nel vecchio mondo.
E ho fatto ritorno anche alla Pagoda, il ristorante cinese davanti a casa, che per me è un po' come la continuazione della cucina ed è il posto confortevole, quando non ho voglia di cucinare o necessito di coccole a base di shao mai e gamberi sale e pepe o alla thai. Anche qui, nella prenotazione, bisogna specificare se si è amici o congiunti. 



spritz campari e fiero tonic all'Ex Forno, vista Cavaticcio



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