Un bistro' davanti al Nettuno: è il Vittorino col tocco di Poletti e Simonetti
al Vittorino |
Lentamente tornano i riti di sempre. Un caffè al bancone (da martedì si può di nuovo bere e mangiare al chiuso dei ristoranti e dei bar), l'aperitivo sullo sgabello alto vis a vis col bartender del cuore, la cena comoda perché si può tornare a casa alle 11 di sera (tra poco anche mezzanotte), i giretti un po' casuali - mi fermo qui, no là- almeno durante la settimana, perché di sedute all'aperto ce ne sono davvero tante. E per me ricominciano, lentamente e con più oculatezza, le scoperte di nuovi posticini. Perché di novità ce ne sono parecchie a Bologna. E forse, finalmente, c'è anche una rinascita dell'idea, del progetto. Rischioso aprire a vanvera, non sono più quei tempi della city of food.
Una novità ce la troviamo davanti agli occhi centralissimi di Bologna. Ci parla del Bar Vittorio Emanuele, vista piazza Maggiore da una parte, vista Nettuno dall'altra. Il paradiso per ammirare le due icone architettoniche e artistiche della Dotta. Le sedute sotto il portico ce le ricordiamo molto bene, meno noto è invece il "retro", dove nasce appunto il Vittorino, bistrò con una carta sobria e curata dalle menti di due chef ben noti in città: Daniele Simonetti e Ivan Poletti che insieme sono Accuatiepida, e la loro idea di un menu che vuole riscoprire anche qualche classico Ottantissimo. Io nella mia visita, ad esempio, ho gradito molto il mitico cocktail di gamberetti fiore all'occhiello del Cucchiaio d'Argento, rivisitato però con mazzancolle (10 euro), scelta nobile... me ne mangerei a chilate. Ho assaggiato anche il cous cous con verdure condito con olio di sesamo alla menta e la burratina di Andria con olio ai pomodori secchi e per chiudere il polpo brasato (16 euro) posato su una vellutata di patate e olio con battuto di olive taggiasche trementamente buono. Per me la morte di tutto può essere un bicchiere di Franciacorta ma certamente anche un cocktail può essere una buona scelta, li inventa e li prepara Salvatore Castiglione. Naturalmente Vittorio e Vittorino (fate attenzione alla grafica di cartoline e supporto QRcode del menu... tutto il progetto celebra le radici del bar al suo massimo splendore, l'inizio del XX secolo, quando da qui passavano intellettuali, artisti, locals altolocati... quindi l'appeal futurista alla Fortunato Depero è azzeccatissimo) sono apeti dalla mattina alla sera.
Mi ha fatto un certo effetto tornare in questo bar che negli ultimi decenni è stato roccaforte del turismo sparato in quarta: qui, nella saletta al piano superiore, nei tardi anni Ottanta, venivo a studiare con le amiche del liceo o semplicemente a farmi viaggi letterari davanti a un cappuccino. Il posto, in effeti, ispira. E chissà se ora tornerà ad essere più dei bolognesi che dei forestieri. I prezzi nella media (insalate complesse a 12 euro, dolci al cucchiaio 6 euro, piadine farcite 6 euro, un calice di vino sui 7 euro, un cocktail 9), potrebbero aiutare. A questo punto vorrei provare la colazione.
Bar Vittorio Emanuele, piazza Maggiore
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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea