La caponatina con mandorle della Nicchia

la caponatina della Nicchia, foto Grazia Cucci


Una settimana è passata dall'ultima avventura pantesca e nel frattempo sono successe molte cose.
Innanzitutto non sono più là ma qua, a Bologna. Ma in una nuova casa e senza cucina. Almeno per una settimana.
Così, facendo incetta di sandwich e cene da amici o in giro, spertando che apra qualche nuovo ristorante da visitare (illusione!) sogno il momento in cui potrò metter mano ai nuovi fornelli e sperimentare un po' di cose che ho accumulato sul palato quest'estate. Vado avanti con le scorte di archivio e ancora con qualche bella storia pantesca, tanto per completare il diario isolano che mi ha regalato bellissime e indimenticabili esperienze.
Tra le memorie da serbare c'è di sicuro la caponatina della Nicchia, uno dei ristoranti più importanti di Pantelleria fondato nel 1987 da Gianni Busetta che poi ha pensato di "imprigionare" certe specialità pantesche in vetro per la gioia dei turisti che potevano portarsi a casa il patè di capperi o la gelatina d'uva Zibibbo e qualche anno fa ha aperto La Nicchia sul Mare, proprio sul lungomare fronte porto, per spuntini, colazioni e aperitivi.
A questo punto si potrebbe aprire un lungo capitolo di dissertazioni sui ristoranti panteschi. Sui più buoni e amati. Ma io non sono la persona ideale per affermare punti di vista assoluti, perché  credo che ogni visitatore, anche affezionato (che torna ogni estate da molte estati insomma), di questa terra meravigliosa, vi potrà dare la sua preferenza e alla fine non ci tirereste fuori una statistica seria. Credo inoltre che lì, a Pantelleria, ci si innamori di un posto perché oltre la cucina c'è di più.
E allora vi dico la mia sulla Nicchia e vi regalo questa ricetta che mi ha deliziata e che mi è stata inviata da Grazia, mia cugina, che da tanti anni vive lì. Colpo di scena, insomma. Ho pure una cugina a Pantelleria, vero. E ancor prima che i miei si trasferissero ci abitava già da 5 anni mia sorella Beatrice (io mi chiamo Benedetta, giusto per non far casino) e un'altra cugina, Anna Maria, sorella di Grazia. Non ho ben capito perchè buona parte della famiglia sia finita lì, ma sta di fatto che il primo a solcare quei mari per giungere sull'Isola dei Sesi fu mio zio Cleto. E mi pare fossero gli anni Settanta.
Quindi, Grazia, che è grafica e fotografa, oltre che autrice, sta appunto scrivendo il suo terzo libro, dedicato questa volta alla cucina pantesca di un tempo e del presente. Con le sue foto e con vari piatti, tra i quali un po' di ricette della Nicchia, appunto.
Me ne ha concessa una, la mia preferita tra quelle che ho mangiato al ristorante. Assieme, devo dir la verità, al parfatit di mandorle, un'esperienza stellare. La Nicchia per me, in sostanza, è il posto dove provare piatti col sapore della ricerca e la sorpresa della tradizione più forte. Ma cos'è la tradizione a Pantelleria? Certamente piatti classici che trovate sui ricettari più diffusi. Ma a mio parere anche il mangiar bene e sano è tradizione. Come mangiare a casa propria...anzi, forse in certi ristoranti si mangia anche meglio, tirati meno via. Perché una ricciola tanto fresca e polposa come quella che ho mangiato alla Nicchia, con patate e finocchietto, non mi è mai passata davanti sui fornelli. Stessa cosa per i gamberoni con la gelatina di zibibbo. Insomma innovazione sì ma anche materia prima eccellente.
Detto questo, innaffiato da un Rosé Bellavista Franciacorta, vi regalo la ricettina.


Caponatina tiepida con mandorle tritate


Ingredienti per 4 persone:

4 melanzane
1 cipolla media
50 gr di olive nere
50 gr di mandorle tostate e tritate
20 gr di capperi di Pantelleria sott'olio
15 cl di olio extravergine di oliva
3 costole di sedano
3 cl di aceto
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di passata di pomodoro
1 bicchiere d'acqua
olio per friggere
sale q.b.


Sbuccio le melanzane e le taglio a cubetti di 1 cm circa; le salo e le lascio riposare per un'ora circa.
In una padella metto il sedano e la cipolla tagliati a fettine, aggiungo l'olio extravergine d'oliva , un bicchiere d'acqua e faccio cuocere a fuoco moderato fino a che l'acqua si asciuga. Unisco poi i capperi, le olive, lo zucchero, l'aceto e la passata di pomodoro e lascio cuocere per 15 minuti.
Friggo le melanzane, le scolo e le asciugo dall'olio, quindi aggiungo al condimento e servo con una spruzzata di mandorle.

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