The Tool Rules! Viaggio americano tra cibi e utensili (1 episodio)


Mi è sempre difficile, al ritorno da un viaggio, metter giù, nero su bianco, impressioni, cose viste e mangiate, luoghi visitati. Sembra quasi che raccontare rompa un incantesimo di emozioni. E allora, a una settimana dal ritorno dal Nord America...sono pronta a romperlo. Anche perché forse mi son ripresa finalmente dai disturbi del fuso orario che mi rendeva sempre di umore un po' turbolento.
Uno dei ricordi mangerecci che mi son portata da Seattle, dove sono andata a trovare una cara amica del liceo, Silvia, sposata con il seattleitiano (si dirà così?) Greg, è un bel chilo di noci pecan. 


Adoro queste noci che crescono proprio sugli alberi di Pecan delle zone settentrionali dell'America e di fronte al pacchettone da un chilo che ho trovato sullo scaffale di un supermercato "esagerato" come il CostCo, non ho potuto resistere. Il CostCo non ha certo una eccellente fama. Ci vendono le cose formato tribu, però questo non vuol dire che ci siano alimenti di ultima categoria. Si trovano molti prodotti eccellenti ma ecco...oltre alle noci, che proprio ci facevo il desiderio e che poi durano, non c'erano poi tante cose che avrei potuto comprare e portare a casa. I barattoli di maionese o ketchup non riuscivo nemmeno a tenerli in braccio...vabbè, storie americane. Che poi, se da una parte c'è il CostCo (dove paghi 250 euro di tessera socio e poi ha tanti sconti notevoli) dall'altra ci sono mille esperienze legate al mondo bio. Ogni quartiere ha il suo farmer's market, ci sono vari Whole Food, ovvero supermercati del naturale tipo i nostri Natura Sì, ma molto più grandi, evoluti, vasti nella scelta e tutto il movimento gastronomico contemporaneo, che coinvolge molti ristoranti, ha un solo mantra che non puoi più toglierti dalla testa: "sustainable, seasonal, local". Sostenibile, stagionale, locale. Non so se sia così in tutta l'America, non voglio giurarlo ma mi piacerebbe pensarlo, certo però da queste parti, nello stato di Washington come nell'Oregon e giù fino alla California, la situazione è molto salutista e la rivoluzione gastronomica  ti prende e non ti molla. Se un certo simbolo del mangiar naturale è rappresentato dai cereali, come ben sappiamo, che qui si chiamano granola (avena, orzo, noccioline, riso ecc...naturalmente da noi conosciuti nell'insieme come muesli) pensate che gli abitanti più liberal ed ecologisti della città di Seattle sono detti proprio granolas....che potrebbe essere sinonimo di frikettoni, hippie. E proprio nel quartiere più granola della città, Fremont, c'è pure una grande statua di Lenin (a Mosca, oltre al famoso mausolei, non so se ci siano tracce), regalata da un collezionista d'arte al suo neighbourhood. 

Insomma, io che di Seattle conoscevo soprattutto la musica grunge, i Nirvana e i Pearl Jam, le storie di Kurt e Courtney, Jimi Hendrix e la Microsoft (che sono anche andata a visitare portata da Greg che lavora lì) ho scoperto, appena arrivata, che mi trovavo davanti a una foodie capital. Senza dubbio. 
Sarò naif, ma per me, camminare nel centro della città e sbattere continuamente in qualche negozio di utensili per cucina, è stato uno shock...molto positivo. E non parlo di negozi di casalinghi, ma solo ed esclusivamente tutto ciò che potreste desiderare in cucina e che nei vari store trovate declinati in decine di versioni. Qui il negozio più famoso è Sur La Table, il cui proprietario è di Seattle ed è anche uno dei grandi sostenitori della galleria privata dove lavora Silvia, la Henry Art Gallery, e dove la mission è quella di esporre solo artisti al di sotto dei 40 anni (però) che hanno a che fare particolarmente con le arti visive e digitali. Ad esempio quando l'ho visitata io c'era una mostra sull'immagine e la cultura del remix.
Sur La Table si trova in posizione strategica nella strada principale che porta al bellissimo mercato del pesce di Seattle, a dire il vero uno dei pochi posti dove incontrare dei turisti dichiaratamente tali. Altrimenti la città è turistica il giusto. Qui, come negli altri templi del kitchen utensil, trovate mille versioni di una grattugia (in particolar modo di tendenza quelle per il zesting, ovvero il grattare la buccia degli agrumi che si usa per profumare i cibi, al pari di una spezia), macinini per ogni uso, (trovo che quello per le erbe di Microplane sia geniale), gadget fantasiosi per fare cose cui non avremmo mai pensato se non ce le avessero suggerite. Tipo: le pinzette estrai-peduncolo delle fragole, gli infilza pannocchie per mangiare agevolmente il mais, l'arriccia carota, il frantuma-aglio. Tra i souvenir nella mia valigia spuntano il potato masher, ovvero uno schiaccia patate ben diverso dal nostro che si basa sulla griglia con cui pestare le patate, la tipica e utilissima tazza con le misure americane della OXO con cui finalmente posso realizzare tutte le ricette che voglio e con cui ho realizzato i cookies dell'apertura del post (c'è anche la parte in grammi così capisco le corrispondenze),  lo stampino per i donuts, il buca-cupcake della Cuispro, il tagliaciambelline (donut's cutter) in metallo in un altro splendido negozio come Williams Sonoma dove ho acquistato anche il bel libro che ho regalato a Silvia e Greg che aspettano un bimbo. Ci sono poi un po' di robe di cartoleria cuciniera, per così dire, tipo le scatoline da popcorn o biscottini come quella che contiene i pecan sandies della ricetta rubata dal numero speciale "Holiday cookies", rivista di Martha Stweart, altre scatole per cupcakes che utilizzerò più avanti e poi le spezie. Alcune spezie che qui non trovo tipo: wasabi in polvere (non sono una grande amante nel sushi, ma ci sono piatti fusion che ho assaggiato, tipo i datteri con formaggio in crema e wasabi preparati da Cracco per il banchetto di un evento bolognese di dicembre e alcuni piatti che propone Casa Monica, ristorante di cui ho parlato, in cui il wasabi è usato, a parer mio e per il mio palato, in modo interessante), buccia di limone essiccata con il pepe da grattuggiare, acero in forma di zucchero, zucchero e cannella e poi il cremortartaro che tanto uso nei dolci, così, per provare. Ah, e poi una salsa piccante alla cannella e la quinoa rossa.
Per concludere, visto che vorrei chiudere qui il discorso utensili (anche se lo adoro e credo che, tra le tante professioni che potrei/vorrei fare, c'è anche quella di buyer di utensili per negozi...la tendenza è cercare piccoli produttori anche di artigianato in giro per il mondo), segnalo anche i negozi per cucina che ho trovato a Vancouver, dove ho passato 4 giorni, essendo la città canadese a sole 3 ore da Seattle e raggiungibile con la corriera molto facilmente.

Bene, a questo punto non manca con la ricetta. La prima di una serie che proporrò, naturalmente, utilizzando le pecan. Le noci più grasse che ci siano. Per 100 gr di noci secche, circa 710 calorie. I sandies sono della stessa famiglia dei shortbread...sono croccanti più che sabbiosi. A proposito dello zucchero, qui era richiesto del "packed light brown sugar" che sarebbe zucchero di canna muscovado, ovvero quello che sta tutto compatto dove lo metti...cioè che se lo versi mantiene la forma della tazza ad esempio. La vaniglia che ho usato, invece, è quella del Madagascar ricevuta in regalo da Monica di Casa Monica per Natale, con altre misture di spezie (che gran regalo!).

Pecan Sandies
x circa 18 biscotti

versione italiana

burro non salato e morbido 100 gr
zucchero di canna 100 gr
estratto di vaniglia 1 cucchiaino e mezzo da te
sale 1/4 di cucchiaino da te
farina 200 gr
pecans frantumate grossolanamente 200 gr

Preriscaldo il forno a 180 gradi. Unisco e mescolo insieme nel robot il burro e lo zucchero silla potenza 2 (il mio è un Kenwood) finché non sia ben amalgamato e spumoso. Unisco la vaniglia e il sale. Metto su potenza 1 e lentamente unisco la farina facendo lavorare il robot il tempo giusto per amalgamarla. Unisco le pecans e faccio andare ancora brevissimamente il robot, poi estraggo il composto e faccio delle palline piccole che poi spiano un poco sulla teglia ricoperta di carta da forno con il sedere di un bicchiere, lasciando un po' di distanza tra una pallina e l'altra. Quando verranno infornate si allargheranno ulteriormente. Faccio cuocere da 15 a 17 minuti (io 15, erano già dorati) ruotando la teglia a metà cottura. 
Estraggo la teglia e dopo un po' metto a raffreddare sulla griglia rialzata.
I biscotti possono essere conservati in un contenitore ben chiuso per circa 5 giorni.

ENGLISH VERSION

It's great to come back home. After a beautiful trip, it's always great to open the door of a lovely place and feel it's warmth and the intimacy. It's something you feel when the trip has been awsome and coming home shows you a better present and gives you the possibility to dream of an ideal future. So, to explain this feeling I have tyo say that this is something I always feel when I come back home after a trip that has brought me very far, very indeep with me in a new place so far from my everyday routine. And, as usual, I try to keep this magic state of emotions and I try to make it grow.

Few days ago I came back from Seattle, the Emerald City or the Jet City or even the Queen City as it was nicknamed back in the days. I went to visit a friend who has been living there since one year, married to a non real Seattleite, as Greg is originally from Wanachee, but nowadays a guy from Seattle. I'd rather anyway say... a guy of the world, as Silvia and he are real travellers de luxe!
What I brought back is a lot of enthusiasm, that kick in the ass called initiative that americam people, seems to me, know very well and base their lives on. And of course my backpack full of inspiration, visions, ideas, remarks and considerations...especially about food.

Food is a real crazy fact in Seattle. I did not imagine that. Seattleites love to eat, love beautiful and researched restaurants, love markets where to buy organic products. They love concepts and can't help but shop in mervellous only kitchen tools shops where you find 100 variations on one single item you would need in the kitchen.
They love tools, so do I.
They have a mantra: seasonal, sustainable, local. And it is difficult, nowadays, to escape it.
Of course  there is much of what we think when we think America: something like Costco wholesale, a supermarket where you can buy an enormous amount of a product that, if you are a single, cannot really think what to do with. But even if you are in two: what can you do with a pack of 100 yogurt? Or with a  5 chilos ketchup bottle? There are items that I could hardly carry alone. I would need a devoted admirer to shop there! I could anyway afford to buy something: a big pack of pecans, 4 cups, 2 lbs, almost one chilo. And I packed them in my suitcase to be able to have pecans til next november. Am I a fool? Maybe not...as I have in mind some really nice recipes. One of this is Chocolate-caramel Pecan Clusters by Martha Stewart and another one is caramelized pecans salad as tasted for New Year's Eve at my friends house, nicely prepared by a guest. But now, I'm gonna tell you about my Pecan Sandies...always by Martha. I just love them and for few days, mu breakfasts will be gorgeus.


Pecan Sandies
makes 1 and half dozens

unsalted butter, softened 1/2 cup (1 stick)
packed light-brown sugar 1/2 cup
pure vanilla extract 1 and half teaspoons
salt 1/4 teaspoon
all-purpose flour 1 cup
pecans, coarsley chopped 1 cup

I preheat oven to 350 degrees. I beat butter and brown sugar with my eobot (Kenwood) on 2 speed level until fluffy, few minutes. I beat in vanilla and salt. I reduce speed to 1 and gradually add flour, beating just until combined. I fold in pecans.
I roll dough into 1 1/2 inch balls and place on parchment-lined baking sheets, spacing 2 inches apart. With the dampened bottom of glass, lightly flatten each ball.
I bake, rotating sheets halfway through, until cookies are golden brown, 15 to 17 minutes (I did 15). Let cookies cool completely on wire racks. Cookies can be stored in an airtight container at room temperature up to 5 days.

Commenti

  1. sei sempre meravigliosa...
    eri a Seattle? che figataaa...
    io ho un amico li foodblogger famosissimo...non so se conosci... A.J.Rathbun...

    un abbraccio..

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  2. Ciao Veronica!!! sì sono stata a trovare una cara amica. Il blogger non lo conosco...ma faccio ricerca, grazie! baci ;-)

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  3. E brava!!! Bella questa ricetta. A proposito di piccoli utensili:il togli peduncolo per fragole l'ho comprato almeno cinque anni fa. Un grande abbraccio

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  4. Grazia_che poi sei la mia mamma....tu sei troooppo avanti. E io cerco di starti dietro come posso! Però insomma, almeno so da chi ho preso ;-)

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  5. Oddio, che post lunghissimissimo... Adesso non ho tempo per leggerlo tutto... Però appena leggo di america, cibo e noci, noccioline & Co. mi viene in mente il burro di arachidi, so per certo che se vivessi lì sarei assolutamente dipendente... Per fortuna qui riesco a trattenermi!!! Ma lo amo da impazzire!!!

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  6. che bella ricetta
    vorrei fare questi deliziosi biscotti
    ma non riesco a trovare le noci pecan
    spero che nel finesettimana
    riusciro' a trovarli a catania
    cmq ti faccio i complimenti hai davvero un bellissimo blog
    ciao katya

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  7. Antea_ Carissima, buon anno! sì sì è lungo lungo, però è per lo più un post cliccabile con tanti link per ammirare sciocchezzuole cibesche...utensili...insomma per chi ha l'ossessiore. E' un vademecum che all'occorrenza può essere consultato...nulla che scada eh! Anch'io con le noccioline ho un rapporto di dipendenza...

    Dolci Acque di Terre Bianche_ che bel nome! e che bel modo hai di scrivere i commenti...come fossero strofe musicali. Ho visto del resto il tuo blog dove metti molte canzoni. E mi sono iscritta al feed! eh...a Catania non so...magari ci vuole un negozio di sementi e cose così...a Bologna mi verrebbe da pensare che le tengono in negozi del genere e forse ma forse alla Coop dove di certo ci sono altre noci fantastiche e grassone, le macadamia! Che solitamente costano parecchio, ma lì hanno un gran buon prezzo!

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  8. ciao Bea ! bentornata e buon anno anche a te !!! E' sempre così stimolante viaggiare ! quando leggevo del tuo viaggio i miei occhi si dilatavano a leggere degli utensili da cucina e delle spezie !!! Andrò a vedere anche i link ..ma che belle cose che hai portato !! Qui conosco un fruttivendolo-gioielliere che potrebbe avere le noci pecan ... se le trovo le proverò con una tua ricetta ! ciao Bea ! A presto !

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  9. Già....bello viaggiare ma per fortuna, in cucina per viaggiare anche solo virtualmente basta poco. per esempio ieri ho acquistato un capretto dei pirenei da un grossista francese........poco etico e poco sostenibile ma oggi, mentre lo cucinavo......viaggiavo con la mente in queste sensazionali montagne. questa è la cucina per me, è un'immersione in un mondo fantastico e talvolta immaginario....dove vnessuno ti chiede dove stai andando e perchè ma il risultato è quasi sempre sensazionale. Gli ingredienti sono importanti ma di certo possiamo, in questi tempi moderni, trovare tutto. Ma il coinvolgimento ed il cosidetto 2lasciarsi andare" lo è di più. Questo mi diceva il cugino TONINO a Londra........"ed è così bello quando vado dagli Indiani a comprare il miglior pane Toscano di tutto il regno unito".........

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  10. @Rossella_ benritrovata! fruttivendolo-gioielliere? eh lo so, certe cose qui ti pelano...ho guardato meglio alla Coop anche ieri...ma nulla...nessuna pecan. Chissà perchè!

    @Cesare_ grazie di essere passato di qua! ma sei un gran cuoco allora...cucinare è proprio un viaggio, verissimo. Anche stando fermi. Bella questa citazione dallo zio Tony...a lui gli indiani stanno parecchio simpatici! ;-)

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  11. Ciao Bea! Meraviglioso..leggere del tuo viaggio, delle scoperte, delle sensazioni..e poi concludere con una bella ricetta (da provare perche' adoooooro le pecan) e' sublime!
    Grazie per esser passata da me! Un giorno me la "regaleresti" una ricettina? Pensaci e,se ti va, scrivimi!Baci.
    Laura@RicevereconStile

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  12. Ciao bea, siamo sempre quelle di Metti un finocchio a cena!

    Scusa il solito effetto “spam”, ma abbiamo pochissimo tempo per avvisare tutti! Dopo il successo della precedente contro l’omofobia, decolla una nuova iniziativa food-bloggers contro l’atteggiamento indegno del Governo nei confronti delle donne. Qui trovi tutte le info. Vieni a leggere, grazie!
    http://merendasinoira.wordpress.com/2011/01/24/entro-il-6-febbraio-liberiamoci-del-maiale/
    http://kemikonti.blogspot.com/2011/01/nuovo-post.html

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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