Cosa significa per voi mangiare sano?

siamo quel che mangiamo?

Se ne sente sempre più parlare: cucina naturale, mangiare sano, chilometro zero, genuino, biologico, biodinamico. E sempre più persone decidono di abbandonare la grande distribuzione, almeno per l'acquisto di verdure, latte, formaggi, pane e farine ( ma anche vino e birra) e frequentare il mercatino settimanale vicino a casa, oppure partecipare ai GAS (gruppi d'acquisto solidale) o ancora acquistare presso i supermercati come Natura Si, catena leader del bio in Italia, che offrono prodotti sani, di cui fidarsi, anche se spesso i prezzi non sono proprio accessibili. Poi è in atto tutta una trasformazione nella dieta italiana, con sempre più persone che si convertono al vegetarianismo, al veganismo e addirittura al crudismo (a proposito, guardate qui). Ma c'è anche chi, nella parola "sano", non trova per forza un significato escludente verso la carne.
Pare che quello del BIO sia uno dei settori in crescita in un momento dove altre voci registrano una grande crisi. Il bio cresce più dell'alimentazione tradizionale.



E insomma, sentiamo ogni giorno sempre più gente dire: "Io mangio sano". E mi colpisce la notizia recente in arrivo dalla Danimarca dove è stata introdotta una tassazione sui cibi grassi come si legge qui. Ma credo che ognuno di noi abbia un'opinione molto personale in merito. Ognuno di noi ha un proprio standard di cucina naturale. E allora mi è venuta la curiosità di chiedere a voi cosa significa mangiare sano e di incentrare la puntata di oggi della versione radiofonica di apranzoconbea (ospitata dalla trasmissione Nino di Michele Pompei) su questo tema.



Per apprendere qualche informazione in più sull'argomento farò una chiacchierata con Alessandro Costenaro, chef e fondatore con la collega Silvia dell'associazione Fuorimoda, che in città sta rivoluzionando il modo di mangiare, portando avanti un discorso vegetariano-crudista e di buone abitudini alimentari.
Poi ci sarà un collegamento con il blogger UnoCookBook che a mio parere ha creato uno dei blog di cibo più belli in circolazione, per di più dedicati al cibo vegano. Uno, al secolo Manuel Marcuccio, ci parlerà della sua scelta alimentare e ci regalerà una delle sue innumerevoli ricette frutto di studi e grande sense of humor, soprattutto nella compiszione. La ricetta che ci regalerà la trovate qui, e a questo punto starà anche a me, prestissimo, cucinarla.

In chiusura dedicherò qualche parola a posti dove mangiare sano in città, ma vi chiedo già da ora di darmi i vostri migliori consigli!!!

Per chiudere questo post un regalo prezioso, per chi sarà interessato. Ecco la mappa realizzata la scorsa settimana per il trekking in Bolognina, con le indicazioni su alcuni fondamentali luoghi del cibo.






Commenti

  1. Buongiorno
    ho appena finito di ascoltarti in radio
    e a proposito...della grande distribuzione...
    devi dire al Nino di vedere questo documentario:

    http://www.youtube.com/watch?v=0dh_ivXZSiU

    poi sono stata da Alessandro e sono stata molto bene,
    devo assolutamente ritornarci.

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  2. Grazie Bea per aver condiviso una manciata di minuti assieme nelle tuo food corner nell'etere! Aspetto la tua versione del sedano rapa croccante!
    un appraccio (sì con 2 P, e allora?!)
    UNO

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  3. Eccomi. Allora, premesso che secondo me Slowfood era partita come una cosa intelligente e sostenibile e blablabla, ora ha perso, molto.
    Nel senso...sicuramente se vai al mercatino km0 come dici tu trovi cose sane..ma mi rimangono alcuni quesiti:
    1) contadini che fino a tre anni fa si mangiavano la maggio parte del raccolto perchè magari non avevano tanti clienti,e avevano un tempo prezzi competitivi (per cui uno seriamente univa il sano all'economico (che non fa male). oggi catapultati al mercatino di slowfood, ti fanno pagare due melagrane 3 euro, quando nel giardino io ho sette melagrani che se mi metto con un banchetto con un euro meno di loro divento miliardaria. perchè per forza sano e biologico= costoso? c'è una crepa che non mi torna.

    2. non sempre il km0 è indice di sano. e questo non lo dico io. nelle mie poche settimane di frequentazione alberghiera uno chef spiegava le truffe legate a tutto questo mercato che infine è crescente: io abito vicino a Rimini.
    La terra che circonda me è sana, assolutamente, e le verdure meravigliose, grazie anche al mare vicino. perfetto. a 10 km da me, e vicino a rimini ci sono i comuni di Sant'andrea in Besanigo e, diametralmente opposto, sogliano. Sogliano -comune più ricco della romagna in cui uno studente viene pagato per fare l'università dal comune, e mille altre bazze tipo SanMarino (vivo a Disneyland :))- che è padrone di una discarica enorme e dannosa.
    e Sant'Andrea, in cui vi sono inceneritori.
    Ora, se io vado al mercato di rimini, da ignorante e media italiana che sono non appassionata di cibo e non informata, il km zero, qualora io acquistassi frutta e verdura provenienti dai due citati e limitrofi, sarebbe automaticamente poco sana, e allora tantovale farsi importare l'aglio dalla cina (non so se mi spiego) o comprare la frutta dal pakistano.

    3. Eataly. posto meraviglioso in cui vorrei lavorare. tanti presidi Slowfood. metà dei prodotti COMPLETA MERDA. e ora, scusando il francesismo, perchè io devo spendere 7 euro in un patè di olive che fa schifo, così come in una mortadella che sì, sarà presidio, ma niente di comparabile con quella del caro Pasquini? o in un bel vaso di sottaceti che sono meglio quelli a marchio SELEX? no perchè davvero non me lo spiego. potranno essere marchi e procedimenti superqualificati, ma se sono immangiabili può dirlo pure Eataly o Gualtiero Marchesi che io i miei soldi li spendo più volentieri al primo Lidl. e ti assicuro che io nei prodotti in vendita da Eataly nel tempo ci avrò lasciato un trecento euro, quindi ne ho provati un bel pò, non parlo a vaaaaveraaa.

    ...ne avevo anche altri di punti di domanda, devo impegnarmi a ripensarli e poi te li elenco. ho scritto un poema, pardon.

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  4. Charlotte_ciao cara Charlotte! rispondo un po' tardi perché son stati giorni di fuoco...ma tu lo sai ;-) ho visto il video, chissà se Nino avrà voglia di vederlo...ma lui le cose le sa...è che fa sempre un po' quello sulle sue...è un timidone!!! e a proposito di taste the waste, tempo fa ho visto un bellissimo documentario sui guerriglieri dei rifiuti che, a chiusura dei supermercati vanno a prendere i rifiuti "freschissimi" e si cucinano a casa. ma anche il latte scaduto da un giorno ad esempio, perché molti prodotti scaduti in verità sono commestibili. LO conosci questo film? vorrei ricordarmene il nome...l'avevo visto su Sky. E poi, tutto questo discorso, è quello che fa il Last Minute Market proprio a Bologna... Chissà...cosa ne pensa Alessandro di questo discorso, e la posizione di vegani e salutisti sul cibo-rifiutato da riciclare...

    UNO_e Uno cosa ne pensa che taste the waste? io son stata così felice di averti ospite...mi piace molto questa rete di amici, blogger, appassionati, cuochi, persone curiose, corrispondenti....un bacino

    Veronique_sono d'accordo con te su tutti i tre punti. perché, nell'idillio del volemose bbene, che bella la natura, che gioia il mercatino, evviva il bio evviva, bisogna essere anche realisti e guardare le cose per come stanno. Quindi penso sia necessario informarsi tanto, leggere, andare a fondo personalmente ed essere critici di fronte a una melagrana da gioielleria...e boicottare chi ci specula. fare quel che sappiamo essere sano ma anche conveniente e non fare quello che riusciamo a vedere per quel che davvero è...anzi, magari, se percepiamo qualcosa, lo diffondiamo. come hai fatto tu. da parte mia dico che ci sono talmente tanti mercatini a Bologna, ad esempio, che possiamo scegliere cosa comprare-dove. Io ad esempio amo molto la coldiretti...che vende in giro. non così chic come slow food...e proprio per questo più accessibile e senza file chilometriche! quindi: venerdì magttina, fino all'una circa, fate la spesa in piazza XX settembre:)

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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