Pinza reloaded: e Bologna è finalmente un brand contemporaneo
biscotti di frolla colorati con la scritta "I love Bo" o "W Turtlein" e pinza avvolta in fogli di velina viola e rossa nel nuovo temporary shop di Colazione da Bianca in via D'Azeglio dove la regina dei dolci bolognesi è presentata in modo glamour. Il negozio si è insediato nella centrale via da due settimane e ci resterà almeno fino a gennaio. Dà proprio l'idea di essere la tipica food boutique di una città di un'altra nazione, (chessò, Londra, Parigi, Monaco, Madrid, Copenhagen) perché è proprio bellina, curata, piena di tentazioni "kawwai", come direbbero i giapponesi, ovvero carine. E anche il souvenir "fatto a Bologna" acquista un nuovo fascino, più ricercato e cosmopolita, svecchiato ma nella sostanza semplice. Insomma,anche Bologna sta cambiando e presto negozi così non ci ricorderanno più città di un'altra Europa, sono ottimista. Ah, un'altra news dal progetto Colazione da Bianca: a dicembre dovrebbe essere curata da questo team la gestione del caffè dentro al Museo della città in palazzo Pepoli.
Bologna Food Boutique:le eccellenze bolognesi nel bistrot boutique in via de' Pignattari anche per take away |
So di essere una bolognese un po' anomala, perché la maggior parte del ricettario felsineo non lo mastico. Però questo non significa che non ami la cucina della mia città in senso di simpatia e ammirazione estetica. Per dire: come si fa a non farsi affascinare dal tortellino in qualità di creazione gastronomica? Una specialità di sfoglia che ricorda l'ombelico di una donna è da venerare. E infatti anche il radicale mondo vegano ha i suoi tofulini (poi beh, ognuno esprima il suo punto di vista...). Quindi, è vero che non pratico la nostra tradizione, ma sorrido perché mi sembra proprio che le nuove generazioni alle prese con locali del cibo contemporanei, abbiano creato un piccolo cortocircuito in cucina, proponendo menu piuttosto illuminati dove c'è sì il rispetto per la memoria ma si fa un passo oltre il troppo tipico bolognese sinonimo di grasso e pesantone, creando un link con la leggerezza che oggi sempre più persone chiedono. Oppure si rivede un poco il ricettario praticando un'apertura verso chi non mangia la carne. E mettendo accanto al tortellino, certamente il tortellone con ricotta e salvia (che è la nostra salvezza), ma magari anche un raviolo di crema di parmigianoal profumo di lavanda, come fa Aurora Mazzucchelli nel suo ristorante Marconi, così che tutti possano gioire della ricerca gustativa di una grande chef che porta la tradizione e l'innovazione a un felice matrimonio. E non siamo in zona cucina creativa, ma semplicemente dentro a una nuova visione che deve fare un passo indietro (capire cos'è la tradizione) per farne uno ancor più avanti. Senza radici, dice qualcuno, non si vola. E , quindi anche senza materia di prima di qualità, del territorio e nel rispetto della nostra terra si va poco in là.
Bologna non è mai stata di gran moda come in questo momento. I suoi simboli, i suoi protagonisti, sono presi, svecchiati, remixati con rispetto e restituiti al pubblico per una cucina bolognese che sa di tradizione di oggi. E che inizia a piacere moltissimo anche a un pubblico più giovane che per un attimo rinuncia all'hamburger per far ritorno al tortellino, appunto. Come quello della nonna. Il segreto? E' proprio la contaminazione di culture e la volontà da parte dei nuovi imprenditori, di parlare il linguaggio del qui e ora per una comunicazione che fa sentire inclusi. Il che succede in cucina ma anche nello spazio dove la cucina viene proposta.
E' bellissimo guardare i loghi di molti nuovi posticini spuntati in città negli ultimi tempi. E' tornato il mitico dottor balanzone con una polpetta in mano, le torri diventano un font, Bologna è un brand.
a sinistra il biglietto da visita della Trattoria Serra in Bolognina, in via Serra appunto. Il menu adora la tradizione ma si permette qualche sana deviazione che piace anche ai vegetariani (astenersi vegani, perché i formaggi fantastici ci son sempre). Anche la scelta di chiamarsi con il nome della strada va verso una ricerca di semplicità che forse riusciamo ad apprezzare adesso, dopo anni di nomi troppo manieristi e creativi. Bologna Food Boutique è il basi per eccellenza, con un'occhio ai turisti. il caseificio la Dotta a Ozzano Emilia è un luogo di perdizione latticini e la muscca e la bufala si vogliono bene all'ombra delle due torri. Il tortellino, basta la parola. E' il take away di via Cesare Battisti, dove il brodo di cappone e versato da un dispenser e l'ambiente non è certo da Antica Bologna, il giovane imprenditore nemmeno trentenne che l'ha aperto, lo sa bene: e si è affidai a una signora sfoglina. Bolpetta alla fine ha già aperto venerdì scorso e già mezz'ora prima c'era la fila per entrare. I tempi stanno davvero cambiando! |
e sabato prossimo arriva una novità in città, si chiama Ca' Pelletti. La tradizione romagnola dei cappelletti, parenti stretti dei tortellini bolognesi, s'insinua nel cuore della città sorgendo in via Altabella, dove fino a qualche mese fa c'era Omelette e Baguette, poi Les Omelettes, uno dei locali che hanno dato il via alla rivoluzione dei formati gastronomici in città
meraviglia meraviglia tutti questi posticini dove la bolognesità regna sovrana!! peccato che il temporary shop sia temporary.. cercherò di passarci prima che svanisca!
RispondiEliminabolpetta proprio mi chiama, eh!
baci baci!
ancora una volta...aria di novità e piccola rivoluzione! prima bolletta poi temerari...fino a gennaio:)
RispondiEliminaeeeeeeee ha aperto Bolpettaaaaa eevvvivaa. son due settimane che lo tengo d'occhio. bene, ordunque domani sono a bologna e so dove andare a pranzo. tu dove sei locata stellabella? Sei poi passata dal Caesars?
RispondiEliminano, aspè. ha chiuso pure omelette e baguette? ma che è, na strage??
RispondiEliminaVeronic...ma hai visto cosa apre al posto di Omelette? roba tua! non sono passata da Cesari...ma chissà, magari domani? scusa ma come al solito il mio lavoro è imprevedibile. però magari domani un caffè riusciamo a prendercelo assieme, fammi sapere che ora sei in giro.
RispondiEliminaRoba mia?? No porcapaletta, non ho visto. sono sempre di passaggio purtroppo da bologna, ma da gennaio torno back in town, sto cercando casa, ollè. noto ora che sei riflessa nella vetrina di Tortellino,
Eliminapù blìna 'tcì =)
Oggi è un'enigma anche per me, sto aspettando risposte che non arrivano puntualmente e non mi va di stressare nessuno, non credo riusciremo a beccarci. domani o dopodomani sicuro sono in giro, sono stata scorso weekend a Milano, mi si è aperto un file gigante. (come se non avessi già abbastanza distrazioni).
è roba tua perché si parla di cappelletti...e penso che chi ha aperto è un'azienda romagnola
Eliminaperò mi devono spiegare che c'entra "tortellino" con "oi cio'" essendo romagna ed emilia due robe completamente diverse.
RispondiEliminabeh, il posto si chiama Ca' pelletti....ci sta, no? e il mantra del tortellino lo vedo più (essendo il cappelletto cugino del tortellino) per accalappiare i bolognesi fan dei tortellini che possono scoprire il cappelletto. non potevano fare un altro Tortellino in città...esiste già!
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