All'Acciuga di Ravenna per il pranzo della…..

finalmente anch'io fotografata da Veronica di Cucinopertescemo con un piatto in mano: il polipo arrostito su finocchi brasati e pomodorini passiti

… Domenica naturalmente! 
In compagnia di alcune amiche, direzione Romagna.
Ragionavamo io, Pina e Ivana (Veronica non fa testo, è romagnola e si muove un sacco, anche verso Bologna) che i bolognesi quando finisce l'estate, la Riviera non se la filano più. E in generale fanno fatica ad uscire dalle mura, preferendo muoversi in città. Non tutti, ma molti. Quelli dei nostri giri che nella dimensione urbana ci stanno molto bene. Che magari non vanno a sciare e il weekend lo passano andando a vedere uno spettacolo, un concerto, una mostra, perché si sa, in una città come Bologna c'è un sacco da fare. Però io e le amiche "pirottine", ovvero quelle con cui frequento la scuola di cucina partecipativa un lunedì al mese, siamo turiste gastronomiche. E così ci piace andare a visitare un posto partendo dal ristorante. Il pranzo della domenica è stato poi un bel pretesto, in una domenica che ricorderemo a lungo per la sua aria calda, le strade deserte, la spiaggia con le dune e noi che giochiamo a fare i Dinosaur Jr (cioè mentre ci fotografavamo mi è venuta in mente la scena iniziale del video di Out There… a volte penso di esserci un po' rimasta perché così, dal nulla, mi vengono questi flashback), la nostra curiosità espressa, come al solito, in modo totalmente anarchico. Che ci possiamo fare? All'Acciuga abbiamo dato il meglio del pirottinstyle.



l'interno dell'Osteria l'Acciuga è come l'interno di un sottomarino….

un tempo, prima di diventare Osteria l'Acciuga, era un pub che si ispirava al Bounty di Rimini, quindi confezionato in totale spirito marittimo. 
La cosa carina quando siamo arrivate è che ci hanno fatto scegliere il tavolo. Tra tutta la clientela della domenica eravamo le uniche a costituire una famiglia particolare: 4 amiche casinare. Che naturalmente hanno fatto un sacco di foto perché sono rimaste affascinate dal luogo e perché hanno questa mania. Appena si entra all'Acciuga il tempo-spazio cambia e ti sembra davvero d'iniziare un'immersione (ma secondo voi i sottomarini ce li hanno davvero gli acquari? Secondo me almeno 007 sì!). Che poi diventa anche un'esperienza gastronomica divisa in 5 piatti. Davvero minimalista il menu, ma a mio parere va benissimo perché trattasi di ricette molto particolari che mettono sul piatto la scelta dell'ingrediente e la fantasia dello chef.  Due elementi che, quando si va in un ristorante nuovo conosciuto per la creatività e la bontà, diventano il focus del pranzo o della cena. E infatti di questa domenica ricorrerò un solo sbaglio: l'aver scelto anche il pescato del giorno, un ottimo branzino da 1,2 kg che però della cucina diceva ben poco se non che il pesce è proprio fresco e merita un plauso. Ma ad esempio le verdure di contorno non erano nulla di speciale. Ma insomma, nell'anarchia pirottina c'è stato anche il branzino da 65 euro (5 euro all'etto) che però - spassionato consiglio- se prendete gli altri secondi, è meglio evitare. Un pesce così sarebbe bastato per tutte e 4 e invece noi, che effettivamente non conoscevamo le quantità delle portate, abbiamo preso questo e altri due secondi dopo gli antipasti incredibilmente generosi. Quindi: sappiate chele porzioni sono  molto soddisfacenti e quindi: alici beccafico con lime condito e ricotta salata (11 euro), gamberi in pasta kataifi con borragine in tempura e salsa agrodolce (12 euro) come antipasti, polipo arrostisto su finocchi brasati e pomodorini passiti (fantastico…. 12 euro) e trancio di ombrina con cicoriella selvatica e cremoso di baccalà (15 euro, davvero un gran bel trancio che forse necessitava di più cicoriella e cremoso) avrebbero fatto la nostra gioia comunque. Il branzino è stato gola. E abbiamo mangiato talmente tanto (bevendo un molto buon Sangiovese, IL Prugnolo di Villa Trentola, 12 euro) che dopo aver preso un caffè nel centro, siamo andate a fare una passeggiata a Marina di Ravenna, per ammirare un tramonto memorabile.
il branzino, pesce fresco del giorno, con verdure (bella la foto della Frison!), la vetrina delle acciughe, l'acquario

si nota in fondo la struttura del pub, che è stato recuperato molto bene dallo chef Matteo Salbaroli, trancio di ombrina con cicoriella selvatica e cremoso di baccalà, alici beccafico con lime candito e ricotta salata
Marina



Osteria L'Acciuga
Viale Francesco Baracca 74, Ravenna  
0544212713


Commenti

  1. Gran bella recensione, mi piaci una cifra di più da quando ti soffermi con i tuoi excursus e i tuoi pensieri.
    Solo una nota: ma io dico, ma alle porte del 2014, ancora esistono i credits nelle foto? ahhaa mi casa es su casa.
    Bacione. Oggi vorrei fare una fuga.

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