Diamo a Cesari quel che è di Cesari

sformatino di parmigiano con tartufo bianco

Raramente inizio un post con un giudizio piuttosto sicuro su un ristorante. Ma stavolta lo faccio, perché dentro questa riflessione, credo io e crede la Bea, ci sta l'essenza dello storico Cesari, nato come osteria e rivendita vini all’inizio del secolo scorso. Ultimamente ci piace andare a scoperchiare il pentolone della memoria per vedere se dentro ribolle qualche suggestione-intuizione-visione di tradizione che si possa assimilare per leggere meglio la scena enogastronomica contemporanea. Perché è così in tutto, nell'arte come nella musica, se conosci il passato puoi meglio cogliere il presente e andare verso il futuro, no? Ah, chi l'ha detta questa cosa proprio ieri? Certo, Massimo Bottura alla presentazione del confronto sul tortellino tra Modena e Bologna, che andrà in scena a Palazzo Re Enzo il 27 gennaio. E io assorbo, penso, mi astraggo, metto in relazione e mi guardo attorno più soddisfatta. E con la Bea faccio ricerca e finisco quindi da Cesari dove, alla fine del pranzo, ricordando quel che abbiamo mangiato ci diciamo che quasi tutto ci è piaciuto ma forse non ci ha entusiasmato. Non ci ha fatto l'effetto di quelle caramelle frizzine dentro che quando le mastichi ti regalano la rivelazione. Ecco, però di una cosa siam certe: questo è uno di quei ristoranti dove torneremo perché siamo state bene.



i tortelloni, per la Bea non i migliori della sua carriera di mangiatrice di sfoglia made in Bulagna
orecchiette con broccoletti e seppie tagliate a listarelle…saporite assai!
sorbetto di zucca con aceto (troppo) balsamico, la Favola di una mortadella, stampe di Gambettola per Cesari


c'è gente interessante da Cesari, personaggi molto borghesi-bolognesi che mi piace sempre tanto stare a guardare, una crescente e un pane eccellenti, la vetrina e l'ingresso mi sanno molto di british (sarà per quel rosso cabina? che adoro….)
E lo dico pure io. Che sono finita nel covo della cucina bolognese dove però gli ostaggi vegetariani vengono comunque trattati per benino (soprattutto dalla gentilissima cameriera) e trovano cose interessanti per i loro palati. Non tantissime, ma a sufficienza per sfamarmi potendo scegliere in particolare nella lista dei primi e degli antipasti…perché poi i secondi, beh, sono il trionfo - giustamente - della carnazza più traditional che promette una mangiata, per i sensi, inebriante. Ad esempio, ho scelto lo sformatino di parmigiano col tartufo bianco ma avrei potuto anche prendere lo sformato di carciofi con vellutata al parmigiano e piccola insalata di carciofi. E poi comunque la Bea, per assaggiare un'altra cosa insieme ha scelto i cardi al forno con sughetto delizioso (magari la presentazione poteva essere allo stesso livello del mio antipasto). Dalla lista dei primi, farcita di tagliatelle alla bolognese, gramignone verde al ragù di salsiccia (un classicone), tortellini in brodo di manzo e passatelli si aprono un varco i tortelloni di ricotta al burro fuso e parmigiano (li ha presi la Bea ma ha detto che la sfoglia, secondo lei, era un po' troppo sottile e il condimento un po' minimal) o i ravioli di zucca al burro fuso e parmigiano, anche se io viro verso le orecchiette con broccoletti, seppia e pezzetti di pomodoro, davvero gustosi. Le pietanze, con le proposte che vi consiglio di andare a vedere qui, le abbiamo saltate a pie' pari, per lasciarci un buchino davvero minuscolo in cui fare entrare un sorbetto diviso in due di zucca con aceto balsamico (molto seducente la zucca così fredda, però io di balsamico ne avrei messo proprio una gocciolina). Ah, il bere: naturalmente Sangiovese di Umberto Cesari ( un conto complessivo di 58 euro). Quando si va da Paolo - faccio l'intenditrice - cosa si beve sennò? Ok, bello sposare il mangiare coi vini del fratello, però sappiate che Cesari Paolo adora lo champagne e che propone deliziosi abbinamenti, tipo Champagne della Cote de Blancs con assaggio di mortadella La Favola di Palmieri.

Cesari
via de' Carbonesi 8
051 237710

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