Vorrei un bar in Cineteca…anche d'inverno

al caffè Carracci Fava ieri, dopo la preview della mostra La Ragazza con l'orecchino di perla nel museo

Mi sento fortunata. Poi certo, ognuno ha il suo riferimento e la sua misura rispetto al sentirsi baciato dalla buona sorte. Io mi sento fortunata - tra le altre cose-  perché posso andare spesso al cinema, anche alle sei del pomeriggio, quando finisco di lavorare presto. E per il lavoro che faccio a volte la fine è alle 5, altre volte alle 10 di sera o anche oltre. Ma quando posso andare già dal pomeriggio è bellissimo. Il che succede poi soprattutto alla Cineteca, dove spesso vengono proposti documentari che si vedranno solo lì, una volta, e poi chissà. Tipo mercoledì, che già dalle sei c'era un programma con protagonista la documentarista oggi ottantasettenne Cecilia Mangini. Non la conoscevo prima, l'ho scoperta grazie alla programmazione. E di scoperte così ne avvengono spesso dalle parti di via Azzo Gardino. Così eccomi già al cinema a un quarto alle sei, in attesa di Linda. Tutte e due carichissime per la serata…che sarebbe finita alle 10 e un quarto. Insomma, quattro ore al cinema. E, ad un certo punto, verso le 7 e mezza, non ci vedevamo più dalla fame. Allora, mentre decidevamo se saccheggiare la macchinetta con ben poco entusiasmo o se andare al centro Costa Arena per trovare qualcosa di più sostanzioso, ci siamo dette: ma un bar anche in inverno qui in Cineteca, perché non lo mettono? Cavoli, d'estate, con quello all'aperto, si sarà pur capito che al pubblico fa tanto ma tanto piacere avere un posto "incorporato" nel cinema dove spezzare la fame?

d'estate c'è il bar-osteria in piazzetta Pasolini

Sì, che poi la questione è davvero annosa. Tra chi frequenta assiduamente le sale se ne parla più o meno un giorno sì e uno no. E ogni volta si tirano fuori esempi in cui il bar, oramai, è stato inserito un po' ovunque. Nei musei (prima dell'avvento del Mambo e dopo aver viaggiato un po' il mondo, ci chiedevamo cosa stessero aspettando qui a Bologna ad aprire i caffè nei musei), nelle librerie, nei negozi di candele, negli store di moda, nelle gallerie d'arte. E di come la città stia facendo davvero sforzi verso il futuro inserendo punti ristoro nelle pescherie o nei mercati, un vizietto che tutta Europa ha ormai da tempo. E poi si ritorna sempre lì, alla Cineteca. Che è pure a contatto con le famose eccellenze più eccellenze del territorio, ospitando anche il Mercato della Terra il sabato. Tell me wha-a-ay? Forse è difficile trovare gestori all'altezza? Sarà mica ancora l'idea che il bar è anti-cinefil? O forse ci sono altri impedimenti logistici? Ora la Cineteca è pure privata, è una fondazione…. a quando il tanto sognato bar? Intanto io e Linda abbiamo pensato che quando ci sono occasioni come questa, con quattro ore di cinema da spararci, ci prepariamo i panini a casa. Forse frittate, zuppe take away. Vedremo. Da mangiare nel foyer, mica in sala, sia chiaro.