Anch'io ho mangiato la tagliatella di Irina a Vini d'Italia



le tagliatelle al pomodoro (9 euro)

A proposito di osterie e trattorie tipiche: non riesco a rinunciare al pranzo o alla cena seduta a un tavolo della tradizione, soprattutto se se n'è parlato tanto e bene. So che dovrò fare qualche sacrificio, leggere e rileggere il menu per trovare alla fine due massimo tre piatti senza carne, confessare al cameriere che mi consiglia tutto il meglio in fatto di carni, che non la mangio, la carne, e quindi passare all'analisi - insieme a lui che a seconda delle volte storce il baffo oppure prende la cosa con ironia- dei piatti che sembrano vegetariani ma che possono nascondere sempre qualche insidia. Insomma, da quando ho letto bene delle tagliatelle di Irina Steccanella che è la cuoca "giovane e tenace", ecco, ho passato un po' di settimane a vedere sul calendario quale poteva essere il giorno migliore per andarci a pranzo. Perché non volevo capitarci a cena, ma proprio a pranzo, magari in un giorno di sole, quando la sala principale con le vetrine e le tendine, che ho visto tante volte da fuori, ferma al semaforo di via Lenin, o arrivando in macchina da San Lazzaro o andandoci a San Lazzaro, sarebbe stata illuminata di luce calda, come l'avevo immaginata. Con l'interno arredato di legno e cose da "osteria caratteristica". Perché non so, ma qui a Vini d'Italia  non c'ero mai venuta a mangiare. Non m'ispirava per niente. Nemmeno la sua scritta ferma nel tempo, che poteva stuzzicarmi il senso della poesia. Giusto una sera ero venuta a berci una cosa, invitata da un'amica che festeggiava il compleanno. Che poi non è che son mai stata una tip a da osteria. Vabbè.



Enoteca con Cucina, Vini d'Italia: il cameriere è molto simpatico e gentile, ha anche ottimi gusti musicali che mette a disposizione degli avventori attraverso la musica diffusa con gentilezza nel locale.

E così venerdì scorso è stato il giorno ideale. C'era un bel sole primaverile e con l'Adorabile siamo andati in gita fuori porta a pranzo. Perché dalla Bolognina alla via Emilia è pur sempre un viaggetto e ogni volta che mi dirigo verso San Lazzaro, dove ho abitato a lungo, quando ancora mi muovevo in macchina, devo organizzare bene le cose. Al telefono avevo prenotato la mattina stessa, ma mi ero dimenticata di dire "vorrei un posto nella prima sala". 
Arrivati, io già rompevo le scatole chiedendo al simpatico cameriere (son stata fortunata a questo giro, davvero) che ci aveva fatti accomodare nella seconda sala, proprio davanti alla finestrella della cucina, se potevamo spostarci nella prima, che c'era una luce bellissima. Poi dopo, ordinando, rompevo ancora chiedendo se potevo avere le tagliatelle, però né con ragù, né con cipolla, come - pare - prevederebbe la tradizione. Piuttosto con un banale sugo di "pomodoro" che pronunciavo titubante, timorosa di un rimprovero o di un "no" dalla cucina, perché so che molti cuochi trovano a dir poco blasfema la tagliatella col pomodoro (quando vado da Nonna Aurora so già che non le avrò e dovrò optare per tortelloni o gnocchi).


ferma nel tempo, Vini d'Italia è ora proprietà di tre soci. Uno di questi è immortalato nella foto stile "American Hustle" in bella mostra tra i bottiglioni. Poi ci sono i dischi appesi nella seconda sala (la sala più serale vicina alla cucina) che sono cimeli d'epoca

 E invece è stato un "sì" per ogni cosa. Sì per il posto, sì per la tagliatella, sì per cominciare con un secondo trasformato in antipasto, ovvero la "ciambotta" di Mario Ferrara dello Scacco Matto che è un piatto vegetarianissimo e fantastico. Gran felicità insomma nel trovare un'osteria e per di più enoteca (che a volte la gente d'enoteca è più rigida di me :) ) con atteggiamento leggero. E finalmente le tagliatelle, che adoro da sempre, da quando in casa mi avevano incoronata regina del "rotolino", per come avvolgevo alla perfezione la tagliatella sulla forchetta. Ma mi sa che quelli erano tempi di ragù e io mangiavo ancora la carne. Perché l'altro giorno a Vini d'Italia, con la tagliatella al pomodoro non l'avrei proprio meritato il titolo. Credo che la perfezione di un rotolino dipenda soprattutto dal ragù. O forse dalla porosità della tagliatella. Ma insomma, questa ottima pasta fresca, anche un po' croccantina alla masticazione perché grossetta, sulla forchetta si avvolgeva maldestramente. E allora alla fine ho pensato che i tempi son cambiati, quel titolo non tornerà mai più, forse di tagliatelle al pomodoro non ne chiederò più in trattoriaosteria, ma il piattino dell'Irina me lo son sbafata con gioia.

Vini d'Italia
via Emilia Levante 142
051541509
chiuso sabato a pranzo e domenica a pranzo
aperto la domenica sera dalle 19 alle 24

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