Brunch di quartiere al Red Brick: e scopro con gioia il pudding dello Yorkshire
Era da un bel po' che non aprivo il file del brunch. Probabilmente perché l'ultimissimo capitolo della narrazione dedicata a questo amato - da me- rito, raccontava del brunch al Majestic. E a quel punto, così soddisfatta, ho preferito cullarmi nel ricordo, ogni volta assaporato con gioia, credetemi. O forse sì, c'è stato anche un tardivo capitolo estivo, ma molto differente, apprezzato soprattutto per la bellezza del posto e la cura dei dettagli. E se il 2014 è stato definitivamente l'anno dei brunch, in cui mi sono divertita a provarne per mesi, prendendo appunti, creando piccole guide e ricami iperbolici attorno all'argomento, il 2015 è quasi al terzo mese di vita e conto solo una novità in questo campo, testata proprio domenica scorsa, aiutata dal famoso perfect day con pioggia, tutta la gamma dei grigi e melanconia a secchiate. Poi ho girato la maniglia tonda sul portone rosso del Red Brick ed è iniziata la primavera.
la finestra dei dolci del Red Brick apparecchiata di crostate, ciambella, biscottini, succhi, fette biscottate e yogurt |
Sono andata da sola, alla fine, a questo audace appuntamento. E lo descrivo così, perché di solito un brunch tira fuori il meglio di noi nella condivisione e nelle chiacchiere e io non sono certo la gastrocriticona che va in solitudine a provare i ristoranti, seduta nell'angolino. Quindi audace mi sono sentita, perché affrontare la tavola tutta imbandita sola soletta mi sembrava troppo. Poi....che dire... tutto è stato bello, divertente, magico e sorprendente. Anche perché noi blogger ossessivi, a ben pensarci, siamo sempre in compagnia della macchina fotografica che tra colazioni, pranzi, merende e cene diventa la compagna bighellona perfetta. Quindi, io e la mia Nikon ci siamo sedute al tavolino in vetrina che avevamo prenotato il giorno prima. E che in quella tarda mattinata ci ha offerto un punto di vista perfetto sia dentro al locale, che fuori. Dandoci la possibilità di sperimentare cosa può portare un brunch vissuto in singletudine umana e con curiosità. Arrivata alle 12 sono stata la prima a varcare la soglia, perché ormai ho capito che i bolognesi amano proprio fare pranzo col brunch, che diventa un pasto a buffet fatto la domenica con comodo e senza dover mangiare piatti rigidi e strutturati. E qui al Red Brick la proposta è davvero degna di appunti. C'è l'angolo con le torte, i succhi (che sarebbero belli freschi), lo yogurt, le fette biscottate e le marmellate. Poi c'è il tavolo in fondo al ristorante e proprio a ridosso della cucina, tutto apparecchiato di quiche, formaggi e marmellate (ottima quella mela e cren), lasagne al radicchio, involtini di verza e purea di patate e melanzane, verdure, zuppe, crescente grissini. Ma la cosa più bella e che più si sosta (fino alle 3 del pomeriggio) e più escono mangiarini dalla cucina. E' per questo che il brunch è bello lento e pigro. Per quei momenti che rincarano la dose di coccole con pancake e Yorkshire pudding ad esempio, mai mangiato prima, nemmeno in Greit Britten! E per i carnivori con salsicce e roast beef.
E poi, mentre sei lì che guardi le tue foto e mandi i tuoi whatsapp vedi passare un amico che avevi voglia d'incontrare e che un po' ci speravi, visto che lui è del quartiere. Come altri amici carini che avrei accolto volentieri alla mia tavola. Ed ecco che entra in scena il Floralista, di ritorno dalla spesa, che è sempre un piacere far due chiacchiere con lui. Lo chiamo e si siede al mio tavolo. Dopo un po' arriva un suo amico, Giuseppe, anche lui di via Frassinago, che si siede con noi. E io mi sento felice e integrata in queste relazioni di quartiere nel giorno del riposo. La vita è un serial e questa puntata finisce qui.
l'angolo della colazione dolce, il mio tevaolino in vetrina, sto aspettando il panacake
Red Brick
brunch della domenica
via Frassinago 2, Bologna
dalle 11 alle 15
costo 20 euro |
mannaggia al sonnone domenicale che mi fa perdere queste chicche.... :-D
RispondiEliminabighellona ronfona :D
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