Cosa vengono a fare i turisti a Bologna? Cercano idee per aprire ristoranti: una lista

un'affollata via Belvedere, tappa obbligata di una visita a Bologna

Ho avuto un incontro ravvicinato con una "turista" inglese supersmart che è atterrata in città per fare un po' di spionaggio foodie. Perché il fatto è che se non ci sbatti contro, credi che le vie di Bologna siano piene di stranieri che visitano le nostre chiese, i nostri musei o monumenti e i nostri ristoranti così, per passare del tempo. Poi quando scopri che qualcuno arriva qui senza guida e solo dopo aver sentito dire che la città delle Due Torri è la nuova fucina di tendenze gastronomiche nel mondo, allora inizi a fare dei ragionamenti e ti incuriosisci troppo. Ma anche la mia turista inglese supersmart, planata qui perché in procinto di aprire un nuovo ristorante a Londra dopo aver lanciato una catena di pasticcerie piuttosto in voga, ha voluto qualche suggerimento per andare a colpo sicuro. E sapete il piatto che l'ha più colpita? Ve lo dico se leggete ancora.



la pizza O Fiore Mio


Trattasi della gramigna, degustata al Twinside. Un tipo di pasta, mi ha confessato, che non aveva mai visto e che a Londra, soprattutto, non si è mai vista, nonostante di italiani ce ne siano tanti. Possibile, mi sono chiesta io, che nemmeno il buon Jamie ci abbia pensato? Che insomma non si trovi sulla tavola dei suoi vari ristoranti d'ispirazione italiana? Poi rifletto e mi dico che effettivamente la gramigna è ormai un piatto dimenticato, dove si mangia più? Varrebbe un post. E che la mia turista è davvero una cool hunter, capace di individuare possibili cult nel vasto panorama del cibo italiano. Allora, direi che dovrebbe farsi un giro al supermercato, perché dove gli italiani e in generali i popoli del mondo fanno la spesa, rimane il più grande museo della gastronomia possibile, dove trovare tanta ispirazione. E comunque la mia ricercatrice, arrivata col -credo-mitico volo della undici di sera della Ryan, che così hai tempo di lavorare e nella stessa giornata andare da qualche parte, mi ha chiesto un po' di dritte. Cosa secondo te vale la pena di andare a provare in due giorni? Difficile questa domanda. Anche se apparentemente tutti abbiamo i nostri luoghi del cuore, quando ci troviamo davanti a qualcuno che vuole andare a colpo sicuro sull'ispirazione di "unici piatti italiani e grandi classici" e per novità gastronomiche pensate per gli inglesi e soprattutto Londra, allora la fantasia corre nei modi più disparati. Credo che alcuni di questi luoghi segnalati, se aprissero a San Francisco, Londra o Copenhagen, sarebbero un rito. Ecco cosa le ho suggerito.

Nonna Aurora: "tasting classics", tortellini incredibili, lasagne e gnocchi, ragù sopraffino ma anche crescentine, qualcosa di unico che a Londra non è mai arrivato.

RosaRose: ci sono piatti classici ma in un vibrante bistrò contemporaneo dove si può vedere l'unione tra un menu tradizionale (tortellini, tagliatelle ecc) e piatti più innovativi e al contempo capire l'approccio del turista visto che il locale è proprio nel cuore pulsante del centro storico

Berberè e O' Fiore Mio: la pizza italiana la conosci di certo, ma la pizza italiana contemporanea e gourmet dalla lunga lievitazione e le guarnizioni più ricercate è altro, qui la puoi capire e studiare.

Scacco Matto: la buona e generosa cucina italiana dalle materie prime eccezionali, con la pasta tirata a mano e una creatività unica che sfiora la fusion... fai caso ai cavatelli e ai friggiteli ripieni, secondo me non hai mai visto neppure quelli.

Osteria Bartolini: se a Bologna ha fatto boom, cosa può succedere a un'inglese che mette piede all'Osteria tripudio di romagnolità? Là a Londra conoscono il sud dell'Italia, con quel mood bucolico ormai da cartolina, ma il mare Adriatico dei sardoncini e dei passatelli secondo me ...non pervenuto. 

Cremeria Scirocco: se hai tempo, perché non è in centro, vai là e prova i gelati "salati", dalla cheesecake piccante al pesto fino a parmigiano e fichi caramellati

Enoteca Faccioli: vini eccellenti e naturali in un posto-nicchia che sa di italianità e memoria dove mangiare tapas (piace più dirlo così ormai) local. Da degustare un po' di cantine di Pignoletto, la nostra bollicina.

Mercato delle Erbe e Mercato di Mezzo: guardi gli ambienti, come si organizza un mercato gastronomico all'italiana e cosa vendono

Forno Calzolari, Un chicco e Brisa: uno di questi tre va bene, per capire dove va il pane in Italia ma anche per provare la crescente bolognese che fuori da qui non si è mai vista forse (soprattutto quella coi pezzetti di prosiutto)





Commenti

  1. molto interessante, anche le penne a candela dovrebbero essere riscoperte...un formato tipicamente napoletano molto comune negli anni del boom economico e adesso dimenticato ...difficili da trovare. Sono delle penne un po piu grandi del solito ma lisce in superficie vanno mangiate con il famoso "Rau' che piezz" il ragu di carne napoletano con i pezzi di carne interi fatto pappuliare per ore ed ore. Baci bebe a preso spero!

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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