BEA'S WUNDERKAMMER: la piramide di Bottura
Quanto scrive Massimo Bottura. Se ti deve spiegare una cosa fa un disegno. E quanto parla. Quanto si perde continuamente parlando di tutto fuorché di cucina ma facendo ritornare tutto lì. Mi viene da pensare (ma non sarò l'unica a farlo) che quando studia un piatto prima gli arriva "la chiamata di un'evocazione", poi cerca di applicare piatti e materie alla visione. Così nascono le sue opere. Forse, chissà. Il cuoco dell'Osteria Francescana (lui si presenta così, sono il cuoco dell'Osteria Francescana), dove ho avuto la fortuna di cenare un po' di tempo fa, ti racconta il cibo e della cucina al tempo con ogni mezzo e link necessari. Filtrati dall'avanguardia. Tira fuori l'Iphone per avvicinarlo alla telecamera e mostrare al pubblico delle foto del suo recente viaggio in Giappone (chissà quanti appunti telefonici si prente e del resto quanta ne rimanda su twitter), terra che lo ispira da sempre. Tira fuori Damien Hirst o Sergio Leone o Quentin Tarantino come Tommaso d'Aquino per raccontarti alcuni fondamentali concetti/ispirazioni della presentazione dei piatti, che compone strappando sempre tanta ovvietà alla vita e anche un "ohhh" lunghissimo a chi lo ascolta. Perché si sente con passione che vuole farti entrare visceralmente nelle sue visioni del mondo che sanno tantissimo di un uomo che si diverte e che si delizia non facendosi mai mancare una superdose di bello nella propria quotidianità. Massimo Bottura è un uomo generoso e anche un grande coach. Ed è splendido stare lì ad ascoltarlo quando racconta. Adoro la sua capacità di linkarsi a tutto, di costruire continuamente ipertesti pindarici che ti travolgono in questo racconto per nulla lineare dove puoi essere tu a costruire la tua lettura. A far tuo quel che ti serve senza ostacoli né chiusure mentali.
Ieri sono stata a Modena al Museo Casa Enzo Ferrari, ad ascoltare Massimo Bottura ospite di "Qui cucinare e DOP", (manifestazione dove sono riuscita ad andare grazie a una semplice email spedita con richiesta - tutti potevano farlo- , il suggerimento di un'amica e una buona dose di fortuna...sono stata ripescata dalla lista d'attesa!) dove presentava alcuni suoi piatti che utilizzano 4 formaggi DOP come l'Asiago, la Mozzarella di Bufala Campana, il Pecorino Sardo e naturalmente il Parmigiano Reggiano. Un 3+1, si dovrebbe in verità chiamare, perché la quarta ricetta è stata quella di una giovane aspirante pasticcerà ventenne di Reggio Emilia, Laura Cattani, che ha vinto il concorso lanciato sul sito dei DOP con la sua ricetta a base di parmigiano, selezionata da Bottura: spuma di parmigiano reggiano con pere ubriache e chips croccante. Quando premiandola lo chef le ha detto: "dai che troveremo un angolino per te nella cucina della Francescana..." penso che tutto il pubblico, me compresa, abbiano di nuovo sospirato a lungo.
"a me gli occhi"
che bellissima esperienza avete vissuto! credo che stare ad ascoltare Bottura sia come infilarsi dentro ad un tornado di informazioni, sensazioni ed emozioni tale che quando ne esci non sai se hai ben capito tutto e ti sembra tutto così difficile da cogliere poi magari ti fermi un'attimo e ti accorgi che ha parlato di cose semplici come cibo, qualità e rispetto. baciiii
RispondiEliminaMeraviglioso si meraviglioso e il tuo racconto mi ha fatto proprio vivere quelle emozioni, grazie di condividerlo con noi tutti. Un grande abbraccio.
RispondiEliminaLe parole non servono. Ci hai affascinati.
RispondiEliminaBacionissimi da Sabrina&Luca
Leggo e rileggo questo post.
RispondiEliminaVivo e Rivivo quel momento incredibile in cui, in poche ore, Bottura, ha saputo arrivare all'essenza di ciò che io penso da una vita: l'arte non è separabile dalla cucina, la cucina è inscindibile dall'arte e queste due si baciano, si amano, si aiutano, si sostengono, si rafforzano, si fortificano e si abbracciano rendendo la vita un luogo migliore, anche con la nebbia. Quella nebbia, padana, della mia terra, quella che amiamo immensamente perché ci fa aguzzare la vista, quella nebbia in cui cerchiamo e ricerchiamo e della quale non possiamo più fare a meno, e ci manca quando andiamo a vivere altrove. La nebbia, Bottura l'ha trasformata in essenza di Parmigiano Reggiano.
L'esperienza di incontrare un cosi raffinato e sapiente genio mi ha elettrizzato e ancora ho i brividi al suo nominare i grandi dell'arte contemporanea con una consapevolezza così lucida e preparata.
Sono senza parole, il che è tutto dire.
Spero di riuscire a scrivere anch'io. Non so. difficile raccontare un'emozione così forte.
Brava bebe ti seguo sempre.
Blue